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La "Criminalizzazione dello Stato" negli USA

verso l’instaurazione della Legge Marziale e lo Stato di Polizia negli USA

(15 Febbraio 2004)

I leaders Americani a Washington e a Wall Street credono fermamente nella rettitudine della guerra e nelle forme di governo autoritarie, come mezzi per “salvaguardare i valori democratici”.

Secondo il Servizio di Sicurezza Nazionale “vi saranno attacchi a breve termine della stessa entità o addirittura più virulenti di quelli dell’11 settembre”.

Attualmente un “attacco terroristico” sul suolo Americano potrebbe portare alla sospensione del governo civile e all’instaurazione della legge marziale. Ecco un’affermazione del Ministro della Sicurezza Nazionale : "Se noi arriviamo al Rosso [Codice di allarme]...è fondamentale isolare la Nazione,” “Voi vi chiederete: 'Ma questo è cosa seria?' Sì, potete giocarvi la vita. La gente non può evitare che questa sia una situazione seria.” (Donald Rumsfeld)

La “Criminalizzazione dello Stato” si realizza quando criminali di guerra occupano legittimamente posizioni di autorità, che consentono loro di decidere “chi sono i criminali”, quando effettivamente sono loro i delinquenti.

Un attacco terroristico sul suolo Americano del tipo e della natura di quelli dell’11 settembre potrebbe causare, secondo l’ex Comandante del CENTCOM (Comando Centrale della Difesa Territoriale) Generale Tommy Franks, il crollo della democrazia negli Stati Uniti. In un’intervista dello scorso dicembre, che veniva appena citata dai media USA, il Generale Franks con cinica accuratezza tracciava i contorni di uno scenario, che produrrebbe come risultato la sospensione della Costituzione e l’instaurazione della Legge Marziale in America:

"…potrebbe succedere un evento terroristico imponente, con produzione di molte vittime, in qualche parte del mondo Occidentale, potrebbe essere ancora negli stessi Stati Uniti d’America, che provocherebbe nella popolazione la messa in discussione della nostra Costituzione e causerebbe il via alla militarizzazione della Nazione in modo da evitare il ripetersi di un altro avvenimento con la produzione massiccia di vittime.” (1)

Franks allude al cosiddetto “evento tipo Pearl Harbor”, che potrebbe essere usato per galvanizzare l’opinione pubblica Statunitense ad appoggiare un governo militare e uno Stato di Polizia. L’”evento terroristico con produzione massiccia di vittime” viene presentato dal Generale Franks come un punto politico cruciale del cambiamento. La crisi e lo scompiglio sociale conseguenti vengono intesi come modi per facilitare una più evidente deriva nelle strutture politiche, sociali, istituzionali degli Stati Uniti.

É importante capire che il Generale Franks non sta palesando una personale opinione su questo argomento. Le sue dichiarazioni riflettono molto bene il punto di vista dominante sia nel Pentagono che nel Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, su quali scenari potrebbero dischiudersi nel caso di una emergenza nazionale.

Queste affermazioni provengono da un uomo che è stato attivamente coinvolto ai più alti livelli nella pianificazione militare e di intelligence. In altre parole, la “militarizzazione della nostra Nazione” è un presupposto operativo in corso. Riceve il più largo “consenso a Washington”. Si identifica con la "Roadmap di guerra” dell’Amministrazione Bush e della Difesa Nazionale.

La “guerra al terrorismo”, che costituisce la pietra angolare della dottrina per la Sicurezza Nazionale di Bush, fornisce la necessaria giustificazione per annullare la Norma di Legge, con lo scopo ultimo di “preservare le libertà civili”. Così si esprimeva qualche tempo fa David Rockefeller: “Noi ci troviamo al limite di una trasformazione globale. Noi tutti conveniamo che siamo in presenza della più importante crisi del Bene e le Nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale.” (2)

Una dichiarazione simile, che senza dubbio riceve consensi all’interno del Consiglio per le Relazioni con l’Estero, veniva espressa anche dall’ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Zbigniew Brzezinski, nel suo libro “La Grande Scacchiera”: “Dato che l’America diventa sempre più in modo rilevante una società multiculturale, è possibile riscontrare maggiori difficoltà nel plasmare un consenso sulle questioni di politica estera, eccezion fatta nelle circostanze di una minaccia importante proveniente direttamente dall’esterno e largamente percepita.”

Nello stesso modo, nel Progetto NeoCons (NeoConservatore) per il Nuovo Secolo Americano (PNAC), pubblicato nel settembre 2000, appena pochi mesi prima dell’avvento alla Casa Bianca di George W. Bush, si accennava a: “qualche evento catastrofico e catalizzante, come una nuova Pearl Harbor.” (3)

Quello che risulta terrificante in queste asserzioni è che queste sono emanate dagli architetti della politica estera USA. In altri termini, il leaders Americani a Washington e a Wall Street credono fermamente nella “guerra giusta” e nelle forme di governo autoritarie come mezzi per “salvaguardare i valori democratici”.

La revoca della democrazia viene dipinta come un mezzo per fornire la “sicurezza interna” alla nazione e per difendere le libertà civili. La verità diventa il falso e la falsità verità. La realtà viene completamente stravolta. Atti di guerra sono sbandierati come “interventi umanitari” adeguati alla difesa della democrazia. L’occupazione militare e l’assassinio di civili sono presentati come “operazioni di peace-keeping, di custodia della pace.”

Inoltre questo punto di vista dominante viene condiviso dalla corrente principale dei mezzi di informazione di massa, che costituiscono la pietra portante di questa campagna di propaganda e di disinformazione. Qualsiasi tentativo da parte dei critici contro la guerra di mettere in evidenza le menzogne che sono il fondamento di queste affermazioni viene definito come un “atto criminale”.

In altre parole, la “Criminalizzazione dello Stato” avviene quando dei criminali di guerra, appoggiati da Wall Street, dalla “grande mano” degli appaltatori delle spese per la difesa e dai giganti Texani del petrolio, occupano legittimamente posizioni di potere, che permettono loro di stabilire “chi sono i criminali”, quando nei fatti sono proprio loro i veri criminali!

Dal Codice di Allarme “Arancio” a quello “Rosso”

L’“evento terroristico che può produrre vittime in modo massiccio” è diventato parte integrante della campagna di propaganda dell’Amministrazione Bush. L’Amministrazione ha messo in allarme la Nazione per il pericolo di terrorismo secondo il Codice Arancio di “alto rischio” ben cinque volte dall’11 settembre 2001. Senza eccezione, sempre, al-Qaeda di Osama bin Laden è stata identificata come “una minaccia della Patria”. La dichiarazione ufficiale invariabilmente ha fatto riferimento a “importanti rapporti di intelligence” o a “fonti attendibili” relativamente ad un attacco terroristico “da parte del gruppo internazionale terrorista al-Qaeda”.

Dopo l’11 settembre, gli Americani hanno accettato questi allarmi terroristici a scatola chiusa. Al-Qaeda è vista come un nemico dell’America. Gli allarmi contro il terrorismo sono diventati parte di una consuetudine: le persone sono diventate avvezze nella loro vita quotidiana agli allarmi contro il terrorismo secondo il “Codice Arancio”. Inoltre, sono anche entrate nell’ordine di idee della possibilità concreta del cambiamento, in un immediato futuro, da un Allarme secondo il Codice Arancio ad uno secondo il Codice Rosso (come affermato ripetutamente dal Servizio di Sicurezza Nazionale), cambiamento che dovrebbe avere luogo con il verificarsi di un effettivo attacco terroristico.

Inutile dire, la campagna di disinformazione, che è alimentata giorno per giorno nella catena informativa dei mezzi di comunicazione, fa da supporto a questo processo di condizionamento dell’opinione pubblica Statunitense. L’agenda segreta ultimamente consiste nel creare un ambiente di timore e di intimidazione, che permetta, nel caso di una situazione nazionale di reale emergenza, la mobilitazione dell’opinione pubblica soprattutto in favore della dichiarazione della Legge Marziale.

Gli allarmi contro il terrorismo si basano su informazioni costruite a tavolino.

L’evidenza dimostra che gli allarmi del 7 febbraio 2003 e del 21 dicembre 2003 secondo il Codice Arancio di “alto rischio” si sono basati su informazioni di intelligence inventate.

Il 7 febbraio 2003 è stato ordinato un Allarme “Codice Arancio”, un giorno dopo la ridicola rappresentazione di Colin Powell sulle presunte armi di distruzione di massa dell’Iraq, davanti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il dossier di intelligence di Powell è stato sistematicamente smentito e respinto. La confutazione è avvenuta a cura dell’Ispettore dell’ONU Hans Blix, che dimostrava come tutto ciò che il servizio informativo aveva usato come pretesto per scatenare la guerra sull’Iraq era stato sfacciatamente inventato.

Colin Powell si era rivolto al Consiglio di sicurezza dell’ONU il giorno 6 febbraio. Il 7 febbraio l’Amministrazione Bush dichiarava un allarme contro il terrorismo “Codice Arancio”. Questa “operazione per salvare la faccia” contribuiva ad attenuare lo scandalo incombente, mentre si stava dando il consenso alla invasione dell’Iraq pianificata dal Pentagono.

L’attenzione dei media veniva immediatamente spostata dalle buffonate di Colin Powell davanti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU ad un (supposto) imminente attacco terroristico sull’America. Venivano immediatamente dispiegati missili terra-aria intorno a Washington. I media venivano inondati di storie sull’appoggio Iracheno ad un imminente attacco di al-Qaeda sugli Stati Uniti. L’obiettivo era quello di presentare l’Iraq come l’aggressore. Secondo il New York Post dell’11 febbraio 2003: "La Nazione si trova ora sotto un allarme Arancio grazie ad intercettazioni di intelligence e, d’altro canto, la semplice logica ci suggerisce che i nostri nemici Islamici conoscono il miglior modo di colpirci, attraverso il terrorismo portato sul suolo degli USA.”

Un’altra storia, presumibilmente messa in circolazione dalla CIA, sulle cosiddette “bombe inquinanti radioattivamente” veniva seminata nella catena informativa dei mezzi di comunicazione di massa. (4) Il Segretario Powell avvertiva che “sarebbe facile per dei terroristi inventare bombe ‘sporche’ radioattive da far esplodere all’interno degli Stati Uniti…Quanto facilmente, non posso sapere…ma io penso che per noi sia prudente almeno che il popolo Americano sia messo al corrente di questa possibilità.” (5) Nel frattempo, le reti televisive avvertivano che “hotels Americani, aree commerciali o edifici civili per abitazioni potevano essere obiettivi di al-Qaeda, ben presto, la settimana prossima…”

L’agenda segreta nelle settimane che avrebbero condotto all’invasione dell’Iraq era di collegare Baghdad ad al-Qaeda, di appoggiare in modo assolutamente inflessibile il Presidente Bush e di indebolire il movimento di protesta contro la guerra. In seguito alle dichiarazioni di pericolo, decine di migliaia di americani si precipitavano ad acquistare nastro adesivo, fogli di plastica e maschere antigas. Più tardi traspariva che l’allarme terroristico era stato inventato dalla CIA, con tutta probabilità dopo consultazioni con i livelli superiori del Dipartimento di Stato. (6)

Per la prima volta l’FBI punta il dito contro la CIA.

“Questo frammento dell’intero puzzle è risultato essere stato inventato e quindi la causa di tanto allarme, in particolar modo quello su Washington di questa settimana, è stata spazzata via dopo il riscontro che questa informazione non era vera,” così affermava Vince Cannistraro, ex capo della sezione della CIA per il contro-terrorismo e consulente ora di “ABC NEWS”.

Secondo alcuni funzionari, l’FBI e la CIA hanno puntato il dito l’uno contro l’altra. Un portavoce dell’FBI dichiarava oggi a “ABC NEWS” che lui non era “a conoscenza dello scenario”, ma non pensava che questo fosse molto “ben delineato.” (7)

Per quanto riconoscesse tacitamente che l’allarme era un’impostura, il Ministro per la Sicurezza Nazionale Tom Ridge decideva di mantenere l’allarme a “Codice Arancio”: "Anche se il rapporto di intelligence fosse stato inventato, non vi sono progetti per cambiare il livello di minaccia. Funzionari hanno riferito di altre informazioni che lo confermano e quindi l’alto livello di precauzioni risulta decisamente giustificato.” (8)

Pochi giorni dopo, in un’altra iniziativa propagandistica fallita, un misterioso nastro audio di Osama bin Laden veniva presentato dal Segretario Colin Powell al Congresso degli Stati Uniti come “prova” che i terroristici Islamici “stavano facendo causa comune con un brutale dittatore.” (9) Curiosamente, questo nastro registrato era in possesso di Colin Powell prima di essere messo in onda dal Network Televisivo Al Jazeera. (10)

L’allarme Natalizio contro il terrorismo di Tom Ridge

Il 21 dicembre 2003, quattro giorni prima di Natale, il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale nuovamente faceva salire il livello di minaccia alla Nazione da “elevato” ad “alto rischio”, causa attacchi terroristici. (11) In una sua conferenza stampa prima di Natale, Tom Ridge, Ministro del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, confermava proprio nella stessa maniera del 7 febbraio 2003 che: “il sistema di intelligence degli USA aveva riscontrato un consistente aumento nel volume di rapporti informativi che comunicavano una situazione di pericolo”. Secondo Tom Ridge, queste “credibili fonti informative” sollevavano la “possibilità di attacchi contro la Nazione, durante il periodo delle festività…” (12)

Mentre le circostanze e i tempi si dimostravano contrari, la dichiarazione del Ministro Tom Ridge del 21 dicembre aveva tutta l’apparenza di una versione “copia e incolla” (Déjà Vu) del suo annuncio del 7 febbraio, che secondo l’FBI era un imbroglio, basato su informazioni inventate.

Quello che disturbava nella dichiarazione del 21 dicembre era il fatto che un attacco terroristico “effettivo” o “tentato” da parte di al-Qaeda appariva già essere ufficialmente imminente. Per di più, al-Qaeda veniva identificato sempre come “il Nemico Esterno”, senza naturalmente far menzione che al-Qaeda di Osama bin Laden era stata una creazione della CIA e una “struttura di intelligence” controllata dagli USA. (13)

Superfluo dire che l’atmosfera di timore e di confusione creata negli Stati Uniti ha contribuito a spezzare lo spirito del Natale. Secondo articoli dei media, l’allarme per il terrorismo ad alto livello stava ”incombente sulle festività e ci avrebbe accompagnato nell’Anno Nuovo”.

“I terroristi sicuramente minacciano la nostra terra e noi restiamo impegnati in una guerra difficile e senza dubbio pericolosa, e questo non finirà tanto presto,” ammoniva il Ministro della Difesa Donald H. Rumsfeld. "Loro possono attaccare in ogni momento e in ogni luogo. Con l’America in grande allarme per il terrorismo nel periodo delle festività Natalizie, ufficiali dei servizi informativi temono che al-Qaeda sia ansiosa di mettere in atto un attacco spettacolare, possibilmente dirottando un jet delle linee aeree straniere, o un cargo, per mandarlo a schiantarsi su un obiettivo di primo piano dentro il territorio degli Stati Uniti.” (14)

La dichiarazione ufficiale di Natale del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale faceva svanire ogni residuo dubbio rispetto al grado di minaccia: “il pericolo durante questo periodo di Natale è forse più grande ora che in qualsiasi momento dall’11 settembre 2001.” Quindi si mettevano in guardia gli Americani, in termini assolutamente privi di incertezze, ma senza produrre prove, che vi erano “indicazioni di imminenti attacchi… che sarebbero stati paragonabili o superiori agli attacchi dell’11 settembre”.

“Ed è sufficientemente chiaro che la Capitale della Nazione e la città di New York erano sulla lista…”

In seguito alla dichiarazione del Ministro Ridge, batterie di missili terra aria venivano installate attorno a Washington: “E oggi il Pentagono dichiara che varie pattuglie di aerei da combattimento saranno fatte volare su opportuni centri e strutture, con molte basi aeree poste nella condizione di più alto allarme.” Il Ministro per la Difesa Donald Rumsfeld: “Vi state chiedendo: ’È una situazione veramente seria?’ Sì, lo è, voi rischiate la vita. Non si può fare a meno che questa sia una situazione seria!” (15)

Secondo un documento ufficiale: “Il servizio informativo indica che al-Qaeda ha addestrato piloti ad operare su aerei di linee transoceaniche e ad essere pronti per sferrare attacchi suicidi.” (16) Più nello specifico, secondo la Sicurezza Nazionale, al-Qaeda e i terroristi Talebani stavano progettando di dirottare un aereo dell’Air France e “scagliarlo sul suolo degli USA in un attacco terroristico suicida del tutto simile a quelli condotti l’11 settembre 2001.” Venivano bloccati i voli di Natale dell’Air France da Parigi. Aerei da combattimento F-16 pattugliavano i cieli.

Ora è risultato che gli ordini all’Air France di ritirare i voli di Natale da Parigi a Los Angeles, utilizzati per giustificare l’allarme a Codice Arancio durante le festività natalizie, erano basati su informazioni inventate. Secondo la versione ufficiale degli eventi, Washington aveva identificato sei membri di al-Qaeda e dei Talebani sulla lista dei passeggeri dell’Air France: “Ufficiali del contro-terrorismo USA dichiaravano che le loro attività investigative si erano focalizzate sulla ‘convinzione informata’ che circa sei uomini sul volo 68 dell’Air France, con arrivo giornaliero a Los Angeles alle ore 16.05, potevano aver progettato un dirottamento del jet per mandarlo a schiantarsi vicino a Los Angeles, o lungo la sua rotta.”

Questa convinzione si fondava, secondo un ufficiale superiore dell’antiterrorismo USA, su una informativa attendibile e avvalorata da diverse fonti. Alcuni dei soggetti avevano lo stesso nome che li identificava come membri di al-Qaeda e Talebani, e questo era stato riferito da un ufficiale superiore Statunitense. Uno degli uomini era un pilota abilitato con una licenza commerciale, e questo era stato ribadito da un altro ufficiale superiore.

Funzionari, che dovevano far rispettare il diritto negli USA, asserivano che erano stato cancellati voli in base alle stesse informazioni che loro avevano suggerito… alla Sicurezza Nazionale…per far scattare all’Arancio nella Nazione il grado di allarme contro il terrorismo…

Con queste informazioni, le autorità USA avevano contattato l’intelligence Francese..! Questi avevano convinto l’Air France a cancellare i loro voli, dato che le informazioni di intelligence originali mettevano in guardia che più di un volo poteva venir requisito da terroristi. (17)

Altri mezzi di informazione confermavano che “i rapporti raccolti dalle agenzie Americane erano ‘molto, molto precisi’”. Infatti Fox News sottolineava la possibilità che al-Qaeda stesse “tentando di seminare disinformazione, fra le altre cose per farci buttare via denaro, per indurre la gente al panico e forse per saggiare il grado di risposta delle nostre difese.” (18)

“Errori di Persona”

Inutile dire che questi documenti inventati dai media servivano a creare un’atmosfera di tensione durante le feste del Natale. L’aeroporto internazionale di Los Angeles si trovava al “massimo dello spiegamento” di ufficiali dell’antiterrorismo e dell’FBI che operavano giorno e notte.

Ora, in seguito a investigazioni dei Francesi, è risultato evidente che l’allarme per il terrorismo era una truffa. Questa informazione non era “molto, molto precisa” come conclamato dal Servizio Informativo degli Stati Uniti. I sei uomini di al-Qaeda erano un ragazzino di cinque anni, un’anziana signora Cinese che gestiva un ristorante a Parigi, un agente delle assicurazioni Gallese, e tre signori di nazionalità Francese. (19) Il 2 di gennaio 2004, il governo Francese confermava che le comunicazioni di intelligence di Washington erano sbagliate. “Non vi erano tracce di al-Qaeda nella lista dei passeggeri.”

Sicuramente queste “inconsistenze” riguardanti i servizi informativi USA erano state messe in luce il 23 dicembre dai servizi antiterrorismo della Francia, che garbatamente confutavano le cosiddette “fonti credibili” dell’apparato informativo Statunitense. Gli esperti dell’antiterrorismo Francese erano estremamente “scettici” rispetto ai loro colleghi USA: “Noi, investigatori della polizia Francese abbiamo dimostrato il 23 dicembre che i loro argomenti semplicemente non avevano senso, ma nonostante ciò i voli erano stati cancellati…Il principale sospettato, un dirottatore Tunisino, si dimostrava essere un bambino…Noi abbiamo avuta la sensazione di un trattamento per nulla amichevole nei nostri confronti da parte dei funzionari USA (ils nous appliquent un traitement d'infamie). L’informazione non era stata trasmessa attraverso i normali canali. Non la CIA e nemmeno l’FBI ci avevano contattati, invece tutto era avvenuto attraverso canali diplomatici…” (20)

La decisione di cancellare sei voli dell’Air France era stata presa dopo 2 giorni di intense trattative tra funzionari Francesi ed Americani. Le cancellazioni sono avvenute per ordine del Primo Ministro Francese, a seguito di consultazioni con il segretario di Stato Colin Powell. La decisione veniva assunta dopo che erano state completate le indagini da parte Francese. Malgrado il fatto che l’informativa venisse contestata, il Ministro per la Sicurezza Nazionale Tom Ridge insisteva per mantenere lo stato di allarme a livello elevato. Se Air France non avesse accondisceso, le sarebbe stato impedito di utilizzare lo spazio aereo USA, vale a dire le sarebbero stati vietati i voli verso gli Stati Uniti.

Solo il 2 gennaio 2004, quindi alla fine del periodo delle festività, le autorità Statunitensi ammettevano il loro errore, sostenendo che si era trattato di un deprecabile caso di “errori di persona”. Mentre implicitamente ammetteva il proprio errore, la Sicurezza Nazionale insisteva che “le cancellazioni si erano basate su solide informazioni.”

Pianificazione dell’Emergenza

Non occorre dire che, se i voli non fossero stati cancellati, la giustificazione dell’Amministrazione per un Allarme a Codice Arancio non sarebbe stata sostenuta più per molto. In altri termini, la Sicurezza Nazionale aveva bisogno di sostenere la menzogna per l’intero periodo del Natale. Inoltre era necessario azionare un Allarme a Codice Arancio per lanciare le procedure di emergenza pianificate ai più alti livelli dell’amministrazione Bush.

Il giorno seguente all’annuncio di Natale del Ministro Ridge (21 dicembre), il Presidente Bush veniva informato dai suoi “Consiglieri ai massimi vertici dell’antiterrorismo” in sedute a porte chiuse alla Casa Bianca. Più tardi nella giornata, sempre alla Casa Bianca, incontrava il Consiglio di Sicurezza Nazionale (HSC). La sezione esecutiva dell’HSC, il cosiddetto Comitato dei Direttori (HSC/PC), con alla testa il Ministro Tom Ridge, comprendeva Donald Rumsfeld, il Direttore della CIA George Tenet, il Ministro della Giustizia John Ashcroft , il Direttore dell’FBI Robert Mueller e Michael D. Brown, Sottosegretario alla Preparazione e alla Risposta all’Emergenza, che controlla l’Agenzia Federale per la Direzione dell’Emergenza (FEMA). (21)

Sulla scia dell’incontro con il HSC tenutosi il 22 dicembre, il Ministro Ridge confermava che: “noi abbiamo esaminato i piani e le azioni specifiche che abbiamo intrapreso e che continueremo ad intraprendere.” (22)

Secondo il documento ufficiale, che dobbiamo esaminare in modo serio, un “attacco effettivamente terroristico” sul territorio Americano in un prossimo futuro avrebbe provocato un allarme a Codice Rosso. Per ultimo, a sua volta si sarebbero create le condizioni per la “temporanea” sospensione delle normali funzioni del governo civile, come previsto dal Generale Tommy Franks. Questo scenario veniva previsto dal Ministro Tom Ridge in un’intervista a “CBS News”, il 22 dicembre 2003: “Se noi direttamente andiamo al Rosso… risulta fondamentale isolare la Nazione,”, significando questo che le strutture civili di governo dovranno essere chiuse e messe sotto il controllo di una Amministrazione Emergenziale. (23)

In preparazione della Legge Marziale

Nella predisposizione di un allarme a Codice Rosso, il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, nel maggio 2003, ha condotto un’importante “esercitazione antiterrorismo” denominata TOPOFF 2. Più avanti è stata descritta come “ l’esercitazione per la sicurezza nazionale, la più larga e la più completa risposta al terrorismo che mai sia stata condotta negli Stati Uniti.”

In una logica da Dottor Stranamore, questa “capacità nazionale a reagire” tradotta in un’esercitazione di natura militare da parte dei governi a livello locale, federale e Centrale, inclusi i partecipanti Canadesi, determinava vari “scenari” sotto un allarme a Codice Rosso. In buona sostanza, l’esercitazione era stata condotta secondo lo stesso presupposto delle esercitazioni militari in previsione di una reale guerra di teatro, in questo caso scatenata da terroristi stranieri, tenendo conto di vari scenari di attacchi con armi di distruzione di massa (WMD) e la conseguente risposta istituzionale dello Stato e dei governi locali: “Si è valutato come uomini di governo, leaders, e altre autorità avrebbero reagito all’attacco simulato con armi di distruzione di massa su due città degli Stati Uniti, Seattle (WA) e Chicago (IL). Lo scenario dell’esercitazione raffigurava che una fittizia organizzazione terroristica straniera aveva fatto esplodere un dispositivo, del tipo bomba nucleare, che aveva contaminato con le radiazioni Seattle e inoltre la stessa organizzazione aveva scatenato una epidemia di polmonite in diverse località dell’area metropolitana di Chicago. In aggiunta vi era stato un importante lavoro di intelligence pre-esercitazione, e minacce terroristiche del tutto credibili contro altre località.” (24)

L’esercitazione contro il terrorismo che vede scenari che prevedono l’uso di armi di distruzione di massa si fonda su un’enorme menzogna. Permetteteci di fare chiarezza su ciò che sta avvenendo in America! Più esattamente ci troviamo in presenza di una campagna di disinformazione e per creare panico. Effettivamente “eventi terroristici che producono vittime in modo massiccio” costituiscono la premessa di base e la forza guida che sta dietro al sistema di risposte per l’Emergenza Nazionale, che comprendono le istruzioni governative ai cittadini per la loro preparazione a situazioni di emergenza e la struttura legale “antiterroristica” che fa capo al “Secondo Patriot Act”, ecc.

Quello che stiamo affrontando è non solo un atto criminale, ma un atto di tradimento accuratamente architettato e scaturito ai più alti livelli dell’apparato Statale Statunitense. In breve, siamo in presenza di una “Roadmap verso uno Stato di Polizia”, da realizzarsi sull’onda di una emergenza nazionale, o nella forma di un governo militare o come stato di polizia, che però conserva tutte le apparenze di Stato “Democratico”, data la presenza comunque attiva di due partiti…“Democratici”.

3 febbraio 2004

La URL di questo articolo a: http://globalresearch.ca/articles/CHO402A.html

Note

(1) Intervista a Tommy Franks su “Cigar Aficionado”, dicembre 2003
(2) David Rockefeller, dichiarazione al consiglio per l’Economia degli Stati Uniti, 1994
(3) Vedi http://www.globalresearch.ca/articles/NAC304A.html
(4) ABC News, 13 febbraio 2003.
(5) ABC News, 9 febbraio 2003.
(6) ABC News, 13 febbraio 2003, a: http://www.globalresearch.ca/articles/CRG302A.html.
(7) Ibid.
(8) Ibid.
(9) Da un documento ufficiale USA citato da “The Toronto Star”, 12 febbraio 2003.
(10) Ibid.
(11) Vedi Dipartimento della Sicurezza Nazionale a: http://www.dhs.gov/dhspublic/index.jsp
(12) Per la dichiarazione complessiva del Ministro Tom Ridge, del 21 dicembre 2003, vedi a: http://www.dhs.gov/dhspublic/
(13) Per selezionare riferimenti, vai a: http://globalresearch.ca/articles/11SEPT309A.html
(14) Boston Globe, 24 dicembre 2003
(15) ABC News, 23 dicembre 2003
(16) riportato da ABC News, 23 dicembre 2003.
(17) Seattle Post Intelligence, 25 dicembre 2003.
(18) Fox News, 28 dicembre 2003.
(19) Le Monde, Paris e RTBF TV, Bruxelles, 2 gennaio 2004
(20) citazione da Le Monde, 3 gennaio 2003.
(21) Briefing alla Casa Bianca del 22 dicembre 2003.
(22) AFP, 23 dicembre 2003.
(23) Lo scenario viene presentato nei particolari nel sito Ready.Gov del Dipartimento Nazionale a: http://www.ready.gov/
(24) Per il testo completo vedi, Dipartimento della Sicurezza Nazionale, conclusioni riassuntive dell’esercitazione Nazionale, Ufficio del Ministero per le Comunicazioni, 19 dicembre 2003, a: http://www.dhs.gov/dhspublic/display?content=2693

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