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Grazie Londra

Grazie Londra

(27 Marzo 2011) Enzo Apicella
Londra. In 500.000 contro il governo Cameron. Assaltati negozi, banche e anche Fortnum & Mason, l'esclusivo negozio di tè a Piccadilly

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    (Lotte operaie nella crisi)

    Ampliamo il conflitto sociale!

    (8 Maggio 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

    Nonostante la data (in piena campagna elettorale), la durata (normalmente di sole quattro ore) e parte dei contenuti (si contesta solo la politica del Governo, e non anche quella del padronato), che lo pongono molto al disotto delle necessità, questo sciopero generale della sola CGIL riveste una grossa importanza! Il percorso lungo e difficile che lo ha preceduto ha visto una piena sintonia tra governo e padronato per smantellare ogni diritto ed ogni conquista dei lavoratori, dal contratto nazionale di lavoro, fino alla stessa durata delle pause ed agli altri diversi aspetti più particolari!

    L’attacco padronal-governativo si inserisce perfettamente nella linea dettata alla Unione Europea (UE) dalla Banca Centrale (B.C.E.) e dai poteri forti che la stessa rappresenta, per scaricare tutti i costi della crisi sui lavoratori e sugli altri ceti deboli. L’eccezione italiana consiste nel fatto che, a differenza degli altri Paesi europei, in cui i sindacati, dove di meno e dove di più, esprimono comunque un minimo di opposizione e lotta, qui in Italia CISL e UIL, accettando supinamente la politica di divisione degli Accordi separati, hanno fatto la consapevole scelta di trasformarsi in meri prolungamenti dello Stato.

    Il fatto che oggi siano ben 6800000 (la maggioranza!) i lavoratori sottoposti ai contratti degli Accordi separati (cioè settori fondamentali, come i metalmeccanici, i lavoratori pubblici e quelli del commercio) dà il polso della gravità della situazione anche sul piano contrattuale! Non si tratta oggi, perciò, di discutere nuovi (e “federalisticamente” accattivanti) modelli contrattuali, come si appresta a fare il Direttivo Nazionale CGIL, da mediare, per giunta, con tutte le controparti, vale a dire CISL, UIL e Confindustria! Si tratta, invece, come ha recentemente dichiarato un Segretario Nazionale FIOM, di “costruire una piattaforma di unità sociale per una mobilitazione prolungata”!

    LO SCIOPERO ODIERNO NON PUO’ RESTARE UN FATTO DIMOSTRATIVO, MA DEVE SEGNARE L’INIZIO DI UNA NUOVA FASE CONFLITTUALE NEI RAPPORTI SOCIALI! Oltre tutto, siamo in un contesto di guerra imperialista, che promette solo altri danni per i lavoratori, a partire dallo spostamento di ulteriori risorse, come già faceva Mussolini, dal “burro” ai “cannoni”!

    Dobbiamo pretendere dalla CGIL e dal sindacalismo di base una più solerte sensibilità verso i problemi di tutti i lavoratori, occupati e non, giovani ed anziani, nativi ed immigrati, verso una concreta unità delle differenze, a partire dalla fine, a tutti i livelli, di ogni settarismo di sigla sindacale! Anche se lo scontro di classe si fa sempre più direttamente politico, quello sindacale è ancora uno strumento necessario, ma, nel caso (ormai sempre più frequente) di “latitanza” sindacale, occorre attrezzarsi in prima persona, come lavoratori, per affrontare lo scontro con le controparti, dotandosi, ad esempio, di casse di resistenza pro-scioperanti e sgombrando il campo dalla fiducia nei politicanti borghesi, locali o nazionali, al governo o all’opposizione. Non ci sono scorciatoie: va costruito un clima sociale diverso!

    Per evitare il ricatto del lavoro nero o sottopagato, urge rivendicare un reddito minimo per tutti gli inoccupati! Le fabbriche ed i luoghi di lavoro minacciati di chiusura vanno occupati da quei lavoratori! Se, poi, i sindacati continuano a non farlo, spetta ai comunisti collegare insieme le diverse realtà di lotta, sia quelle sotto una stessa proprietà, anche fuori dai confini nazionali od europei, sia territorialmente! Nel contempo vanno rifiutati i finanziamenti a banche ed imprese “in crisi”, imponendo che si dirottino tali risorse verso i loro dipendenti!

    L’autorganizzazione e l’iniziativa diretta di classe sono, ormai, un cambio di passo necessario per la forza-lavoro, per provare, finalmente, a far pagare la crisi a lorsignori!!!

    6 maggio 2011

    Circolo Alternativa di Classe

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