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(Lotte operaie nella crisi)

Dopo lo sciopero del 6 maggio: una vera azione di forza contro padronato e Berlusconi

(9 Maggio 2011)

I lavoratori stanno subendo l'attacco più pesante di tutto il secondo dopoguerra: sul terreno sociale, per mano della Fiat e del padronato; sul terreno politico, per mano di un governo reazionario che domina un Parlamento di nominati e di corrotti. Eppure le “opposizioni” liberali (a partire dal PD) si limitano al chiacchiericcio. Volendo rimpiazzare Berlusconi con un governo gradito a Marchionne e Bankitalia, non solo non possono mobilitare le masse, ma finiscono col sostenere la Fiat contro i lavoratori e col salvare il governo in votazioni cruciali (come sulla guerra e sul federalismo antioperaio).

La direzione della CGIL, nel mentre “denuncia” il governo, continua intanto a ricercare una riconciliazione col padronato e con i sindacati asserviti di CISL e UIL, e si dispone al negoziato sull'alleggerimento del contratto nazionale. Si tratta dell’ennesima sponda utile alle “opposizioni” liberali e alle loro relazioni coi padroni.

Un modello sindacale corporativo già operante a Treviso con la firma il 7 Febbraio 2011 del “Patto per lo sviluppo e la competitività” sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Unindustria Treviso. Un patto sociale che vede la burocrazia sindacale dirigente fare in azienda gli interessi del padronato e nel sociale occuparsi dei servizi ai cittadini (Enti bilaterali, ecc). Un modello sindacale che combattiamo e combatteremo con tutte le nostre forze.

Le sinistre politiche (SEL e FDS), dal canto loro, a parole difendono il lavoro, nei fatti si accodano (“criticamente”) ai liberali: continuando a sognare assessorati, ministeri, o addirittura premierati (a fianco degli avversari “democratici” dei lavoratori).

Qual é la risultante di questa catena di Sant'Antonio? Da un lato la sopravvivenza di Berlusconi, addirittura incoraggiato dall'impotenza delle opposizioni al peggiore affondo reazionario anticostituzionale. Dall'altro la continuità dell'offensiva padronale contro la FIOM e gli stessi diritti sindacali.

IL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI dice che non si può andare avanti così; che questa deriva suicida va arrestata, prima che sia troppo tardi; che è possibile farlo in un solo modo: mettendo in campo, unitariamente e sino in fondo, tutta la forza del mondo del lavoro, dei precari, degli studenti, delle donne. Cioè opponendo alla forza avversaria una forza eguale e contraria. Occorre una mobilitazione che non si limiti ad evocare buone ragioni, ma punti a piegare la resistenza dell'avversario. Ossia a vincere.

PER QUESTO diciamo che lo sciopero generale del 6 Maggio deve essere l'inizio di una vera svolta di lotta che miri a bloccare l'Italia: con una mobilitazione di massa, radicale, prolungata, che rivendichi innanzitutto il blocco dei licenziamenti, la piena difesa del contratto nazionale di lavoro, l'abrogazione delle leggi di precarizzazione, un salario dignitoso per i disoccupati.

PER QUESTO diciamo, sul piano politico più generale, che “occorre fare come in Tunisia e in Egitto”: con la preparazione di una grande marcia nazionale, operaia e popolare, su Palazzo Chigi per imporre a Berlusconi le dimissioni. Con l'assedio prolungato dei palazzi del potere sino alla caduta del governo.

PER QUESTO abbiamo rivolto e rivolgiamo un appello a tutte le sinistre, politiche, sindacali, di movimento, a favore di una svolta di lotta, unitaria e radicale: una svolta impossibile senza rompere ogni compromissione col PD e con tutti i portavoce “democratici” degli industriali e dei banchieri.

MERCOLEDI 11 MAGGIO ASSEMBLEA PUBBLICA
presso EX INFORMAGIOVANI Ponte San Martino ore 20:30
CONEGLIANO
Interverrà
MARCO FERRANDO
Portavoce nazionale Partito comunista dei Lavoratori

Partito Comunista dei Lavoratori

Fonte

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