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Salvate la Sanità

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(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
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La politica sanitaria della regione Veneto fra buchi finanziari che appaiono e scompaiono

(13 Maggio 2011)

E’ di questi giorni la notizia del “risanamento” del bilancio della sanità veneta.

Apprendiamo infatti dalla stampa (Corriere della Sera 30 aprile 2011) che dopo aver evitato il commissariamento e la reintroduzione dell’IRPEF “.. il buco di un miliardo della sanità veneta si trasforma in utile. Resta tuttavia il fatto che quel deficit strutturale di bilancio rimane tale e quale e dovrà essere appianato dalla Regione Veneto entro 25 anni.

Ma con quali misure, il governatore Zaia ancora non lo dice.

Va ricordato che fino allo scorso ottobre 2010 il buco della sanità veneta, per effetto del disavanzo delle 24 Aziende sanitarie venete al netto degli ammortamenti, risultava essere di 750 milioni di euro, cosicché gli investimenti rimasti scoperti negli anni hanno raggiunto la cifra record di un miliardo di euro. Il Corriere della Sera del 13 ottobre 2010 disaggregando il dato di questo enorme debito, ne imputava la responsabilità maggiore all’ASL 12, quantificando in ben 208 milioni l’accumulo veneziano.

Oggi, con alchimie contabili assai poco commendevoli, si arriva a dimostrare che il bilancio sanitario regionale è in “attivo” e che il deficit di 208 milioni dell’Asl 12 Veneziana, “liberato dalle spese di ammortamento del project financing dell'Ospedale dell’Angelo” (così come richiesto da varie forze politiche alla Regione Veneto), diventa soltanto di 103 milioni, 900mila 290.

Complimenti. Meritano davvero il premio degli Azzeccagarbugli !!!

Tenuto conto dell’ammontare complessivo che proviene dal Fondo nazionale, l’Asl 12 risulta spendere più di tutte le altre Asl regionali, sia per i servizi sanitari, che per quelli non sanitari (lavanderia, telefoni, riscaldamento, pulizie, etc.). Quanto ai costi dell’assistenza ospedaliera e dell’assistenza specialistica, sono di un terzo più alti della media regionale.

Il project financing contratto dall’Asl 12, che ha permesso di attingere da ingenti capitali privati per realizzare il nuovo Ospedale dell’Angelo, ha fatto schizzare gli oneri finanziari a carico della Regione da 0,9 (2007) a 17,6 milioni (2009) con un incremento pari al 1855%. Oggi su un canone annuo ai privati di 45 milioni, l’Asl ne paga 8 solo di Iva.

L’esplosione dei costi del project financing dell’ospedale dell’Angelo è motivo di allarme della Corte dei Conti, “…anche in considerazione della prossima entrata in funzione di nuove strutture ospedaliere realizzate in finanza di progetto”.

Infatti la regione Veneto non pare affatto intenzionata ad un ripensamento sull’operazione “Ospedali in project”: nuovo ospedale di Padova, la Cittadella Sanitaria dell’Asl 9 di Treviso, ospedali di Castelfranco e Montebelluna, ospedale di Santorso nell’Alto Vicentino, ospedale di Chioggia, ospedale dell’Asl 17 Bassa Padovana e l’Azienda Ospedaliera Universitaria integrata di Verona ne sono la testimonianza.

Con le strutture ospedaliere in mano ai privati, e svendendo parte della spedalità pubblica, si è creata in Veneto un’imprenditoria sanitaria privata prima inesistente, con commistioni di interessi tra immobiliaristi, cementificazione massiva del territorio e speculazioni sulle aree degli ospedali da costruire o smobilitare.

I project financing accellerano ogni giorno esternalizzazioni al ribasso di servizi sanitari, ed appalti “a pacchetto” di interi comparti, a scapito della qualità dei servizi per i cittadini.
L’intero sistema sanitario nella nostra Regione appare sempre più strutturalmente concepito per indirizzare i cittadini verso la sanità privata, a mettere in condizione le Asl ad acquistare servizi e personale dai privati, aumentando enormemente il ruolo del privato nella gestione dei servizi pubblici.

Cosicché mentre da un lato si continuano a bruciare quantità gigantesche di denaro pubblico per spingere verso la privatizzazione, verso consulenze ed incarichi esterni, dall’altro, si risparmia sempre di più sui lavoratori del comparto e sulla pelle dei cittadini: vanificando ogni garanzia su delle condizioni di lavoro che assicurino la salute degli operatori, con il blocco delle assunzioni e le carenze sulle misure di sicurezza e di protezione, con il mancato adeguamento della messa a norma di sicurezza delle strutture, con i tagli sui servizi, con le riduzioni dei ricoveri, con le dismissioni post operatorie sempre più veloci.

Per COBAS Sanità è tempo di un diverso indirizzo politico:

- una politica sanitaria che rimetta al centro i bisogni delle persone e che tuteli il DIRITTO alla SALUTE, al di là dell’età, del reddito, della patologia e disabilità;
- una programmazione regionale che garantisca ai servizi sanitari
pubblici, il personale necessario e delle strutture adeguate, contrastando le privatizzazioni e i progetti delle assicurazioni private.

Venezia - Mestre 09.05.2011

COBAS Sanità Venezia

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