">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Gerusalemme est

Gerusalemme est

(10 Novembre 2010) Enzo Apicella
Prosegue la colonizzazione di Gerusalemme est. Israele ha annunciato ieri un nuovo piano per la costruzione di circa 1.300 nuovi appartamenti.

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Palestina occupata)

15 maggio 1948 - 15 maggio 2011 - In Palestina nulla da festeggiare... tanto ancora per cui lottare!

(18 Maggio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

15 maggio 1948 - 15 maggio 2011 - In Palestina nulla da festeggiare... tanto ancora per cui lottare!

foto: www.caunapoli.org

A 63 anni dalla Nakba il giorno della catastrofe, Israele occupa l’85% della Palestina storica, e le sue politiche assassine, razziste e di apartheid continuano ad inasprirsi a scapito delle migliaia e migliaia di Palestinesi costrette a vivere in aree di pochi chilometri in condizioni disumane.
L'Italia è uno dei maggiori alleati dello stato di Israele, e il 15 maggio l’ha voluto ribadire ancora una volta: “L'Italia sostiene fermamente il diritti di Israele di esistere e di esistere in sicurezza (…) non è accettabile considerare la fondazione dello Stato di Israele un disastro, al di là delle interpretazioni che nel mondo arabo si danno di quell'evento storico". Queste le parole di Giorgio Napolitano recatosi a Gerusalemme per incontrarsi con un’altra brava persona Shimon Peres, il presidente israeliano.

Certo, il 15 maggio 1948 non è sicuramente una catastrofe per tutti, Israele ha vinto il terno a lotto! Mentre per chi ha rappresentato una vera e propria tragedia è il popolo palestinese che da più di sessanta anni subisce in continuazione ogni sorta di attacco e non solo quando si trova sotto bombardamento, ma tutti giorni nella vita quotidiana i palestinesi devono affidare le proprie sorti nelle mani dei soldati israeliani.
Non hanno più campi da coltivare perchè magari, i campi i cui prima seminavano sono diventati zone cuscinetto a ridosso dei valichi che chiudono Gaza, e gli agricoltori palestinesi che vi si avvicinano vengono feriti o uccisi dai proiettili; il destino dei pescatori non è tanto diverso, come ci teneva a far presente Vittorio Arrigoni nei suoi video. Nel 2008 Vittorio fu anche arrestato e picchiato dall’esercito israeliano per aver aiutato e supportato dei pescatori gazawi.

E continuano a non essere diverse le modalità con cui gli israeliani respingono ai check point, i palestinesi che chiedono di oltrepassarli, magari perché devono raggiungere gli ospedali, o magari perchè devono semplicemente andare a trovare i propri familiari.

Questo basterebbe per far rabbrividire le persone che continuano a rimanere indifferenti dinnanzi ad una delle più grandi ingiustizie che esistano sulla faccia della terra. Ma a quanto pare no! Non sono bastati i bombardamenti sui civili con il fosforo bianco che nel 2008 hanno illuminato i cieli di Gaza, non è bastata l'uccisione dei 9 attivisti a bordo della “Mavi Marmara”, una delle navi della Freedom Flotilla, non è bastata la morte di Vittorio Arrigoni che per la causa palestinese ha dato la vita. Ma intanto c'è qualcuno che non ce la fa più, che è stanco di vivere come oppresso, come fantasma in questo mondo che gli passa attraverso, che lo calpesta, che lo vuole tenere al margine, cancellarlo, distruggerlo.
C'è una voce che con tutta la sua forza prova a ergersi contro questo mondo ingiusto e che il 15 maggio ha dato prova della sua convinzione, nonostante il mondo gli abbia ancora una volta remato contro...

A Gaza presso il valico di Erez numerosi palestinesi sono scesi in strada per commemorare il giorno della Naqba e di tutta risposta l'esercito israeliano ha sparato sui manifestanti ferendo 15 bambini e uccidendo un ragazzo di 18 anni. Anche a Rafah ci sono state proteste, da una parte e dall'altra del valico.

Nelle aree di Beit Hanoun a nord della striscia di Gaza i caccia israeliani hanno attaccato un'altra manifestazione, ferendo 18 palestinesi di cui un bambino. Non è stata diversa la situazione nei pressi dell'università di Ramallah dove le forze israeliane hanno sparato proiettili d'acciaio rivestiti di gomma.
Anche al checkpoint di Qualandjia tra Gerusalemme e Ramallah, le forze armate sioniste non hanno tardato a reprimere le giuste espressioni di rivolta del popolo palestinese aprendo il fuoco con proiettili di gomma e gas lacrimogeni, ferendo diversi manifestanti.

Numerose manifestazioni anche ai confini con Israele del Libano e della Siria a nord delle alture del Golan.
In Libano nel villaggio di Maroun al-Ras nei pressi di Moshas Avivim la popolazione è scesa in massa per ricordare il giorno della Naqba, ma appena si è avvicinata al confine con Israele gli apparati repressivi libanesi sono intervenute sparando a più riprese per intimidire e ferire i manifestanti.
Ma è ai confini tra Israele e Siria, a nord delle alture del Golan, che si sono registrate le proteste più accese. Infatti centinaia di manifestanti tra palestinesi e siriani sono riusciti a superare le barriere sulle linee d’armistizio e sono arrivati fino al villaggio druso di Majdal Shams nel territorio controllato da Israele. L'esercito israeliano all'inizio colto di sorpresa ha subito messo in campo la sua artiglieria aprendo il fuoco e uccidendo almeno 8 persone.

A 63 anni dalla Naqba le politiche repressive di Israele nei confronti dei palestinesi si irrigidiscono ancora di più e il tragico bilancio dei morti e dei feriti durante le proteste del 15 maggio ne sono una prova.
Cisgiordania: 150 feriti al checkpoint di Qualandjia, 20 a Hebron dove i campi agricoli sono stati devastati dall'esercito israeliano. Arresti e feriti anche a Walajah (Betlemme)
Nella Striscia di Gaza a Erez 120 i feriti tra cui molti bambini e un giornalista, mentre un ragazzo di 18 anni è stato trovato senza vita a est di Gaza City.
10 i morti nei confini del Libano con Israele, 8 in quelli della Siria e centinaia i feriti.
Anche durante le manifestazioni che si sono tenute al Cairo in Egitto, nei pressi dell'ambasciata israeliana, ci sono stati numerosi feriti (circa 300). La polizia egiziana ha infatti sparato in aria diversi proiettili e lanciato molti gas lacrimogeni. Numerosi sono stati anche gli arresti

In vista della partenza della Freedom flotilla 2, il convoglio di navi che a inizio giugno tenterà di rompere l'assedio di Gaza e di portare aiuti umanitari sulla Striscia, è importante far emergere anche un’ altra notizia: il 16 maggio, il giorno dopo la commemorazione della Naqba, è giunta nei pressi del porto di Gaza, la nave “the spirit of Rachel Corrie” (che prende il nome dall'attivista dell'International Solidarity Movement uccisa nel 2003 sotto il fuoco sionista) con a bordo chilometri di tubi che servivano per la ricostruzione del sistema fognario di Gaza, distrutto dopo l'operazione Piombo Fuso. La nave si trovava ancora in acque internazionale quando è stata circondata da due navi da guerra, una israeliana e una egiziana, che dopo poco hanno aperto il fuoco sulla Rachel Corrie, scortandola fino a raggiungere le acque territoriali egiziane.

Per la fine immediata dell'occupazione!

Per il diritto dei profughi palestinesi a ritornare nelle proprie terre!

Contro le politiche genocide di Israele!
Con la Palestina e Vittorio nel cuore!

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

4662