">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Vittorio Arrigoni

Vittorio Arrigoni

(15 Aprile 2013) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

APPUNTAMENTI
(Imperialismo e guerra)

SITI WEB
(Imperialismo e guerra)

Appello per una targa dedicata a Vittorio Arrigoni nell'aula Magna Matteo Ripa di palazzo Giusso

(21 Maggio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Appello per una targa dedicata a Vittorio Arrigoni nell'aula Magna Matteo Ripa di palazzo Giusso

foto: www.caunapoli.org

La richiesta sarà discussa al prossimo Senato Accademico; è necessario, perchè possa essere accolta, raccogliere adesioni della comunità accademica tutta. mandare le adesioni all'indirizzo mail ricordiamovittorio@gmail.com

per gli studenti: indicare nome, cognome e matricola.
per docenti, dottorandi e ricercatori: indicare nome, cognome, ruolo e facoltà

Al Magnifico Rettore dell'Orientale,
a tutta la comunità accademica,
al personale non docente e a tutta la componente studentesca

In seguito al tragico episodio avvenuto il 15 aprile che ha visto l'uccisione dell'attivista dell ISM (International Solidarity Movement) Vittorio Arrigoni, riteniamo necessario, dato il silenzio delle istituzioni, dedicare una targa alla sua memoria nell'aula Matteo Ripa di palazzo Giusso che ha spesso ascoltato la sua voce di denuncia nelle numerose iniziative di sensibilizzazione sulla questione palestinese.
Una targa che reciti: «Vittorio Arrigoni (1975 - 2011), internazionalista. "Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi. Restiamo Umani"»

Vittorio da quasi dieci anni era attivo nei territori occupati palestinesi denunciando quotidianamente i crimini commessi dallo Stato di Israele che con politiche colonialiste e di apartheid continua a violare le leggi internazionali (la quarta convenzione di Ginevra e ben 73 risoluzioni dell'ONU) senza per questo andare incontro a nessun tipo di sanzione.
L'attivismo di Vittorio ha cercato di riempire il vuoto della comunità internazionale nella difesa dei più basilari diritti umani, insegnandoci come l'indignazione e la denuncia debbano sempre prevalere sulla rassegnazione, senza mai perdere l'umanità.

Dopo anni di attivismo come "scudo umano" in Cisgiordania durante la seconda intifada, Vittorio raggiunse Gaza nel 2008 a bordo di una nave del Free Gaza Movement che riuscì a rompere per la prima volta l'assedio imposto sulla striscia dal 1967.
Dal 2008 i tentativi continuano: anche quest'anno un gran numero di navi provenienti da diverse parti del mondo - la Freedom Flotilla 2 - partirà alla volta di Gaza nel coraggioso tentativo di portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese della striscia e di rompere l'embargo che la soffoca dal 2007. E anche quest'anno la spedizione sfiderà l'arroganza della marina israeliana, dopo il sanguinoso e ingiustificato attacco in acque internazionali alla nave turca della Freedom Flotilla 1 - la Mavi Marmara - che costò la vita a nove attivisti.

Vittorio ci ha sempre testimoniato che a Gaza la popolazione civile è sottoposta a numerose restrizioni che coinvolgono ogni aspetto della quotidianeità: dall'impossibilità di pescare oltre le tre miglia dalla costa, alla difficoltà di coltivare le proprie terre, alla negazione del diritto alla mobilità e alle cure mediche. Soprattutto vogliamo sottolineare che, a cavallo tra il 2008 e il 2009, durante l'Operazione Piombo Fuso in cui furono violentemente uccise più di 1400 persone in gran parte civili e bambini, Vittorio era l'unico testimone italiano.
Gli attacchi israeliani non si sono mai realmente fermati, mentre silente continua ad essere il mondo occidentale.

La morte di Vittorio, al di là di quale sia la verità sui reali responsabili e mandanti, le indagini sono ancora in corso, non ci può impedire di ricordare la verità sulla sua vita e il suo impegno. Ci sembra importante però sottolineare che la natura politica della sua morte resta frutto del sionismo: 63 anni fa la Palestina era terra di pace e tolleranza dove convivevano e cooperavano musulmani, ebrei e cristiani senza alcuna forma di estremismo religioso.

Continuare ad ignorare l'oppressione significa diventare a nostra volta responsabili. E' per questo che chi trae profitto dalla sua morte è direttamente o indirettamente lo stato di Israele che aveva addirittura inserito un ambasciatore di pace come Vittorio nella lista nera, deportandolo e torturandolo nelle proprie carceri mentre cercava di tornare nei territori palestinesi.
La morte di Vittorio Arrigoni ci lascia un'eredità importante: “Restiamo Umani”. Restiamo umani significa prima di tutto mettersi in gioco. Non lasciar vincere l'indifferenza. Scegliere la vita anche oltre la propria.
E' per questo che un' università come l'Orientale che si fa portavoce del multiculturalismo, dell'importanza del dialogo tra i popoli, specialmente nel Mediterraneo, non può restare indifferente di fronte al vergognoso silenzio mediatico e istituzionale.
Chiediamo quindi di firmare quest'appello come piccolo segno di umanità.

Non mi spaventa la violenza dei potenti, ma il silenzio degli onesti
Martin Luther King

Studenti e studentesse de L'Orientale

Studenti e studentesse de L'Orientale

8342