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(19 Febbraio 2004)
La questione delle foibe riguarda un momento determinante della storia del nostro paese, quello della Resistenza. Si sta giocando una partita che questa Italia vuole vincere a tutti i costi per poter voltare completamente pagina.. ma per voltare pagina occorre demolire un mito: il mito della Resistenza.
Occorre svuotare la resistenza del suo grande significato, negarne i valori, infrangerne la memoria, cancellarne ogni traccia con l'omologazione.
A questa mira anche la polemica delle foibe, ad intaccare ogni aspetto della Lotta partigiana, ad attaccare la dove è più possibile confondere le acque e scaricare le responsabilità dei massacri sui comunisti sloveni, serbi, croati, là, a Trieste, zona di confine dove è bene mantenere alta la tensione.
Del contenuto delle foibe nulla si sa con sicurezza, non sono mai state esplorate, una è stata anche usata come discarica dal governo italiano subentrato agli alleati.
Come si conciliano gli infoibati e la discarica? Ciò dimostra l'incosistenza di quanto si è sempre affermato nei suoi riguardi, dimostra nessuna voglia di fare chiarezza, ma tanta di fare demagogia e strumentalizzazione. È notorio che le foibe, il cui utilizzo viene attribuito solo ai partigiani di Tito furono utilizzate da tutti coloro che si scontrarono in quei luoghi prima, durante e dopo la guerra. La campagna denigratoria in atto è contro la componente comunista del movimento partigiano, con particolare riferimento a chi operò nelle zone di confine ad est. Una campagna scatenata proprio dalla "sinistra" e cavalcata a dovere dalla destra, che ha superato perfino il più ottuso revisionismo.
10 febbraio 2004
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