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Fincantieri. 2551 esuberi, proteste a Roma e sciopero spontaneo a Sestri Ponente

(23 Maggio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Sei autobus pieni di operai a Roma, sciopero spontaneo dei lavoratori a Sestri Ponente, queste le prime reazioni dei lavoratori della Fincantieri all’annuncio dei 2.551 esuberi con chiusura dei cantieri di Castellammare di Stabia, Sestri Ponente e il ridimensionamento di Riva Trigoso. Queste sarebbero le linee portanti del piano industriale che l'amministratore delegato Giuseppe Bono sta mostrando ai sindacati.

A Roma gli operai Fincantieri si sono dati appuntamento per un presidio sotto la sede di Confindustria, in viale dell'Astronomia, in occasione dell'incontro dell'osservatorio strategico di Fincantieri con le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm. «Il nostro cantiere non si tocca», è lo slogan dei lavoratori dello stabilimento campano, arrivati questa mattina, che accusano Bono di essere «venduto alla politica del Nord». Gli operai «vogliono far sentire la voce dello storico cantiere dopo indiscrezioni che prevedono un forte ridimensionamento del gruppo e la messa in discussione dello stabilimento stabiese», ha spiegato Giovanni Sgambati, segretario generale della Uilm Campania. Slogan di protesta anche contro il governo, che avrebbe lasciato soli i lavoratori.

A Sestri Ponente, appena rimbalzate le notizie dalla capitale i lavoratori dello storico stabilimento genovese hanno lasciato il posto di lavoro e si sono riversati in strada, dando vita a una manifestazione spontanea davanti ai cancelli del cantiere.

Gli esuberi annunciati dall’azienda riguardano quasi un terzo della forza lavoro dell’intero gruppo, che conta in totale 8.500 lavoratori. Oltre ala chiusura degli stabilimenti di Castellammare di Stabia e Sestri Ponente, per lo stabilimento di Riva Trigoso (GE), si parlerebbe ridimensionamento con un mantenimento dell'attività delle costruzioni meccaniche e del trasferimento al Muggiano (SP) per una parte dei dipendenti.

Per Fincantieri «non è un piano prendere o lasciare. È la fotografia realistica di una situazione drammatica attuale e in prospettiva». «Da oggi si apre una trattativa - aggiunge l'azienda - che ci auguriamo possa aggregare il maggior consenso possibile». Ma dai sindacati le stime sono preoccupanti con una previsione, in caso di chiusura, di oltre 1000 lavoratori a casa. Una preoccupazione condivisa anche dalle istituzioni locali con il Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, che ha convocato un vertice per mercoledì per valutare le iniziative da intraprendere alla luce del piano industriale di Fincantieri. Al vertice, insieme ai rappresentanti sindacali, sono stati invitati i presidenti delle Province di Genova e La Spezia e i sindaci delle città interessate dal piano.

23-5-11

Alessandra Valentini DirittiDistorti

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