">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Ustica. Monumento all'assassino ignoto

Ustica. Monumento all'assassino ignoto

(28 Giugno 2011) Enzo Apicella
Trentunesimo anniversario della Strage di Ustica

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Omicidi di stato)

Luigi Fallico. Condanna a morte per un prigioniero politico

Condannato a morte in attesa di giudizio

(25 Maggio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Luigi Fallico. Condanna a morte per un prigioniero politico

foto: www.radiocittaperta.it

L’altro ieri è morto per una crisi cardiaca (sic), nel carcere Mammagialla di Viterbo dove era recluso, Luigi Fallico. Nonostante lamentasse da giorni dei dolori al petto e la pressione altissima l’infermeria del carcere aveva pensato bene di dargli una tachipirina e rispedirlo in cella.
Era stato arrestato due anni fa per uno dei numerosi teoremi sulle fantomatiche “nuove brigate rosse” che in questi anni hanno fatto sbizzarrire la fantasia degli inquisitori.
Aeroplanini telecomandati da far schiantare sul G8, presentazioni di libri utilizzate come centro di reclutamento, cellule dormienti con militanti ultra settantenni …
Una caccia alle streghe per cui anche un bisbiglio, una battuta a voce alta o un libro proibito conservato a casa sono stati ritenuti elementi più che sufficienti per sbattere in carcere qualche compagno e costruirsi carriere grazie ai riflettori dei media. Figurarsi poi se si sono intrattenuti rapporti, anche solo d’amicizia o sentimentali, con qualcuno che con la lotta armata c’ha avuto veramente a che fare. E guarda caso su Fallico pendeva anche “l’accusa” di aver avuto una storia con la Lioce, come a dire che non poteva non essere un brigatista. Allora dagli all’untore, al mostro, al terrorista.
Come è stato, senza andare troppo in la col tempo, anche per Massimo Papini. Che ha dovuto aspettare due anni (in carcere) prima di essere assolto lo scorso marzo con formula piena. Fallico, sempre che la presunzione d’innocenza valga ancora e valga pure per i comunisti, è morto in carcere da innocente. Condannato a morte in attesa di giudizio.

A Luigi Fallico «è scoppiato il cuore»
Paolo Persichetti - Liberazione

Aveva il cuore spaccato. Circostanza compatibile con un infarto e una emorragia in corso da alcuni giorni, secondo quanto affermato all’avvocato, Caterina Calia, dal consulente nominato dalla famiglia. E’ morto così Luigi Fallico, “Gigi il corniciaio”, personaggio conosciuto nel popolare quartiere romano di Casal Bruciato, dove aveva la sua bottega che secondo la digos sarebbe stata la base operativa di un progetto di rilancio della sigla Brigate rosse. Una proiezione investigativa che l’aveva portato in carcere nel giugno di due anni fa, insieme ad altre quattro persone. Sono stati proprio loro, vicini di cella, ad accorgersi lunedì mattina che qualcosa non andava ed a prestare i primi soccorsi nel repartino As 2, ricavato al quarto piano del reparto D2 del carcere Mammagialla di Viterbo. Il medico è arrivato solo dopo un quarto d’ora per constatare la morte avvenuta da almeno 3-4 ore. Prima di coricarsi aveva detto ai suoi compagni di non sentirsi bene, «mi sembra di avere la febbre». Per questo aveva anche chiamato l’infermiere. Il 19 maggio scorso, durante l’udienza del processo nell’aula bunker di Rebibbia, aveva raccontato al suo legale del grave malore subito il giorno precedente. Un «dolore fortissimo» che gli aveva lacerato il petto. In infermeria gli avevano riscontrato un picco di pressione arteriosa a 190, ma invece di portarlo in ospedale per accertamenti urgenti (all’ospedale Belcolle esiste un reparto per detenuti) l’hanno rimandato in cella con un diuretico e una tachipirina. Accertamenti più approfonditi erano stati fissati per oggi. Indifferente, disattenta fino allo spregio della vita di chi è detenuto: questa è la burocrazia carceraria, con in più il contesto pesante che da sempre segna la vita carceraria in una struttura come quella del Mammagialla e le restrizioni aggiuntive che gravano sui regimi di detenzione differenziata speciale As 2 (ex Eiv), come quello previsto per i detenuti politici. La salute di Fallico era precaria, negli ultimi tempi aveva subito un intervento alle corde vocali e soffriva dei postumi di una violenta otite, oltre all’ipertensione. La procura ha avviato un procedimento per omicidio colposo contro ignoti. Entro 60 giorni il perito dovrà depositare i risultati dell’esame autoptico. Accertamenti specifici sono stati disposti sul cuore. L’inchiesta che l’aveva portato agli arresti sembrava una farsa, il carcere l’ha trasformata in tragedia.

La morte in carcere di Luigi Fallico conferma la tenebra del carcere di Mammagialla
di Redazione Contropiano

Il carcere di Viterbo dove è morto Gigi ha un triste record di morti e suicidi. Se sei a rischio infarto ti rifilano la tachipirina. E' bene che questa triste storia non finisca qui!
"Tre decessi in un mese nel carcere di Viterbo sono una media altissima che ci preoccupa molto” ha commentato il garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, intervenuto a seguito della morte all'interno del carcere viterbese di Mammagialla di Luigi Fallico, prigioniero politico accusato di essere un militante delle BR.
Il 18 aprile scorso nello stesso carcere era morto un senegalese di 30 anni, Dioune Sergigme Shoiibou che poco prima di essere arrestato era stato operato alla testa per asportare un ematoma dal cervello e, per questo, era in cella pur essendo privo di parte della calotta cranica. Dieci giorni fa un agente di polizia penitenziaria si era tolto la vita sparandosi nello spogliatoio del carcere poco prima di prendere servizio.
Nel carcere di Viterbo, l'anno scorso morì per “cause naturali” Agostino G., detenuto di 35 anni. L’ultimo suicidio era avvenuto il 20 aprile 2009, con la morte per impiccagione del 57enne Antonino Saladino. Il 2008 fu l’anno più “nero” del carcere di “Mammagialla”, con 3 suicidi ed 1 morte per cause “da accertare”.
Giovedì scorso 19 maggio Gigi Fallico, che fino a qualche settimana fa godeva di ottima salute, aveva accusato problemi cardiaci ed ipertensione, soprattutto aveva denunciato un forte dolore al petto ed era stato visitato in infermeria, dove gli erano state somministrate però solo una tachipirina ed un semplice diuretico e rimandato in cella.
Luigi Fallico era in attesa di giudizio, accusato di banda armata finalizzata all’associazione sovversiva nell’ambito dell’inchiesta sulle Nuove Brigate Rosse. Arrestato l’11 giugno 2009 era stato trasferito al carcere di Catanzaro, e il 14 settembre 2010 era stato invece trasferito a Viterbo perché il processo a suo carico si stava celebrando presso la Corte d’Assise di Roma rivelando una inchiesta caratterizzata da un forte spirito punitivo e piena di contraddizioni.

Militant

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Notizie sullo stesso argomento

Ultime notizie del dossier «Omicidi di stato»

11501