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la relazione del Governatore

(1 Giugno 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in medioevosociale-pietro.blogspot.com

Il discorso tanto atteso del governatore della Banca d'Italia è stato "giudizioso" secondo il costume dell'establiscement mondiale, "politicamente corretto", adatto a persona che si accinge a ricoprire la responsabilità di Governatore della Banca Europea e che quindi diventerà uno degli esecutori più importanti, forse il più importante, della filosofia di Maastricht e di Lisbona. Naturalmente non deve pestare i calli a quelli di WallStreet nè esprimere alcuna critica per il modo come diverse nazioni europee vengono messe alla gogna dai sicari delle agenzie di rating e poi ghigliottinate con prestiti usurai a condizione di ridurre le loro classi lavoratrici a pane ed acqua.

L'Italia ha (aveva) un interscambio commerciale di oltre venti miliardi di euro con la Libia alla quale era unita da un metanodotto ed una quantità enorme di affari riguardanti migliaia di operatori economici grandi, piccoli, piccolissimi. Stupisce l'assenza di riferimento alla guerra di Libia dalla relazione come se si trattasse di un evento che non avrà alcuna ripercussione sui dati macroeconomici analizzati.

La Fiat ha deciso di investire i suoi capitali negli USA e praticamente di americanizzarsi. Si può dire che si potrebbe chiamare benissimo Chrisler e non più Fiat. L'investimento è di 10 miliardi di euro che saranno sottratte alle aziende italiane che vengono ridimensionate o chiuse (termini imerese). C'è un fenomeno esteso di deindustrializzazione dei distretti economici più importanti. La cantieristica decide di chiudere.Sembra che l'Italia debba cessare di essere un paese industrializzato che partecipa con settori fondamentali alla divisione internazionale del lavoro. Ebbene tutto questo viene ignorato o soltanto accennato senza però alcuna enfasi e senza la giusta drammatizzazione che alcuni fenomeni richiedono.

Si accenna alla questione della concorrenza senza dire che le liberalizzazioni seppur timidissime fatte dal Ministro Bersani sono state presto trascurate e che non esiste alcuna concorrenza in settori essenziali come l'energia, i medicinali, le assicurazioni, le spese di notariato. Tutto avviene in regime di monopolio e le privatizzazioni si limitano a privatizzare servizi che agiranno in regime di monopolio con semplice passaggio di gestione dal pubblico alla speculazione privata.

In un discorso tenuto qualche tempo fa in una Università delle Marche il Governatore aveva detto cose gravissime sul precariato e sulle sue conseguenze nefaste sul futuro della Italia. Questo tema ritorna nella relazione con timidezza sub specie flessibilità che non viene contestata e che quindi riscuote l'apprezzamento positivo della Confindustria.

Si dice che il declino per l'Italia non è inevitabile. Ma il declino c'è già per venti milioni di lavoratori le cui condizioni sono diventate premoderne e pesantissime e che guadagnano meno di quanto hanno bisogno per vivere. Soltanto sommando più salari in una famiglia è possibile vivere come un metalmeccanico tedesco con il suo solo salario.

Non aggiungo altro su questa relazione fatta per i notabili della Penisola con l'occhio al possibile commento del Financial Times. Una delle relazioni più omissive che si siano lette in questi ultimi anni. Non dubito che il Governo ne sarà contento.

Pietro Ancona

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