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Napoli dice no alla guerra e al nucleare

(12 Giugno 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Napoli dice no alla guerra e al nucleare

foto: www.caunapoli.org

Da ieri mattina, ancorata nel porto di Napoli, incombe la portaerei nucleare George H.W. Bush che, affiancata da un gruppo di battaglia formato dai cacciatorpediniere lanciamissili Truxtun e Mitscher, dagli incrociatori lanciamissili Gettysburg e Anzio e da otto squadriglie aeree, va a rafforzare la Sesta flotta statunitense e la missione Unified Protector della NATO contro la Libia, il cui comando è a Napoli, affiancandosi ad altre unità, tra cui i sottomarini nucleari Providence, Florida e Scranton.

Come attivisti dell'assemblea napoletana contro la guerra, abbiamo segnalato questa presenza, nel silenzio assoluto sulla vicenda sia della stampa che delle amministrazioni locali ed in particolare del neo-sindaco De Magistris, che pure in campagna elettorale e nei giorni successivi alla sua elezione ha utilizzato a più riprese gli argomenti referendari.

Una presenza che sembra quasi una provocazione dal momento che proprio oggi e domani siamo chiamati alle urne per decidere se avere o meno il nucleare sul nostro territorio (assieme ai quesiti sull'acqua pubblica e il legittimo impedimento) e pochi metri a largo dalle nostre coste c'è una vera e propria centrale nucleare galleggiante con a bordo reattori più pericolosi di quelli di Fukushima! Se il silenzio elettorale deve servire a giustificare chi non vuole che simili notizie vengano fuori…!

Un silenzio che accomuna la vicenda referendaria e la guerra contro la Libia, oscurata fino a scomparire dai maggiori organi di informazione del paese: anche per questo stamattina ci siamo schieriati, ancora una volta, come in tante occasioni dall'inizio delle operazioni militari, contro questa guerra e contro tutte quelle perpetrate dietro "balle umanitarie" e che rivelano fin troppo presto il proprio volto lugubre e predatore.

La presenza della portaerei H.W. Bush lascia presagire una seconda fase della guerra contro la Libia: un intervento di terra, sempre negato dai vertici NATO e dai governi che stanno prendendo parte alle operazioni belliche, ma, in realtà, sempre dietro l’angolo e oggi quanto mai possibile.

Collettivo Fanon

alcune foto dell'iniziativa

- un approfondimento di di Michel Chossudovsky, da Global Research

comunicato stampa dell'assemblea napoletana contro la guerra

Stamattina uno striscione con su scritto “Fuori la guerra e la porterei nucleare dal porto di Napoli, giù le mani dalla Libia” è stato esposto dal movimento Stop the War sulle mura del Castel dell’Ovo a ridosso del lungomare cittadino.

Sullo sfondo, a poche centinaia di metri di distanza, l’inquietante sagoma della USS George HW Bush, la più grande base militare mobile del mondo che, affiancata da un gruppo di battaglia formato da cacciatorpediniere lanciamissili, incrociatori lanciamissili e da otto squadriglie aeree, va a rafforzare la

Sesta flotta della Marina militare americana, il cui comando è a Napoli. Un vero e proprio arsenale che prefigura l'azione di terra in suolo libico. Ma anche una centrale nucleare che, proprio nel giorno del referendum contro il nucleare, resterà per ben tre giorni nella baia di Napoli pur avendo a bordo reattori più pericolosi di quelli di Fukushima.

Il tutto nell’assoluto silenzio delle amministrazioni locali ed in particolare del neo-sindaco De Magistris che pure in campagna elettorale e nei giorni successivi alla sua elezione ha utilizzato a più riprese gli argomenti referendari.

NO WAR, NO NUKE!

Assemblea contro la guerra- stopwar.altervista.org

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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