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La seconda volta di leyla

Alle elezioni in Turchia della scorsa domenica, risultato storico del Blocco per il lavoro, la democrazia e libertà, sostenuto dal principale partito kurdo, il BDP, che ottiene 36 seggi. Eletta anche Leyla Zana, che torna così nel Parlamento turco, per la seconda volta dal 1991, che gli costò 10 anni di prigione.

(16 Giugno 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

La seconda volta di leyla

foto: www.nena-news.com

Roma, 15 Giugno 2011- Nena News - Torna a sedere nel Parlamento, Leyla Zana, prima donna kurda ad entrare nel Parlamento turco nel 1991, poi condannata a 15 anni di prigione per “terrorismo e separatismo”, di cui 10 trascorsi in carcere. Da allora Leyla è divenuta la paladina della causa kurda, due volte candidata al Premio Nobel e vincitrice del premio Sakharov per i diritti umani. Conquistano alle elezioni che si sono tenute in Turchia lo scorso fine settimana, e che hanno visto una terza vittoria del partito di giustizia e sviluppo (AKP) del primo ministro Erdogan, altri 35 deputati kurdi (in tutto quindi 36 contro i 22 del 2007), tra cui Hatip Dicle, attualmente in prigione e anche lui già deputato del DEP negli anni Novanta, ma anche Ertugrul Kurkcu, leader del movimento studentesco del 1968. Un traguardo di storica importanza , lo definiscono le associazioni e le agenzie di stampa kurde, per il Blocco “lavoro, democrazia e libertà”, coalizione creata e sostenuta dal principale partito kurdo BDP (Partito Pace e Democrazia), che ha dovuto presentare dei candidati indipendenti per raggiungere la soglia elettorale del 10% sul piano nazionale, al fine di ottenere una rappresentanza parlamentare.

Come per elezioni precedenti, il BDP si è detto deciso a formare un gruppo unico al Parlamento, diventando una forza decisiva per la questione kurda. Molte delegazioni europee hanno seguito lo svolgimento dello scrutinio, e la presenza di forze dell'ordine turche nei seggi elettorali è stata denunciata sia dalle delegazioni curde che da quelle europee. Gli elettori sono stati obbligati a votare apertamente in presenza dei soldati in molti villaggi di Diyarbakir, Bitlis, Konya, Ardahan, Van, Urfa, Bingol e Dersim, si legge su un comunicato dell’UIKI (Ufficio Informazione sul Kurdistan in Italia). In queste elezioni, rispetto alle precedenti, l’AKP ha riportato una calo nei voti in molte città curde, soprattutto a Diyarbakir dove il BDP ha ottenuto il 62% dei voti; nonostante nei territori kurdi, la polizia abbia seminato il terrore cercando di compromettere comizi e lo svolgimento della campagna elettorale dei candidati indipendenti sostenuti dal BDP, mettendo sotto fermo oltre 3.500 persone, di cui 1.000 arrestate.

Inoltre il BDP è stato l’unico partito che non ha beneficiato di fondi pubblici per la sua campagna elettorale nonostante formasse un gruppo in seno al parlamento turco. Prima che i candidati kurdi entrassero in Parlamento era possibile ottenere i rimborsi anche con soli tre deputati eletti; oggi è possibile solo superando il 7% dei consensi a livello nazionale. Quindi i kurdi essendo stati eletti come indipendenti non costituivano percentuale per il partito. Inoltre, va ricordato che l’alto consiglio elettorale (YSK) aveva annullato il 18 aprile la candidatura di 7 candidati indipendenti presentati dal BDP, tra cui Leyla Zana, ma questa decisione aveva provocato numerose reazioni di protesta kurda, ed era stata poi annullata per sei di loro.

Per quanto riguarda il partito del Primo Ministro Erdogan, al potere dal 2002, l’AKP ha riportato il 49,93% dei voti contro il 46% del 2007, assicurandosi una terza legislatura consecutiva, ma ha perso dei seggi, 326 contro i 341 del 2007. Soprattutto non ce l’ha fatta ad ottenere i due terzi dei voti, come voleva Erdogan, per avviare la modifica della Costituzione, senza necessariamente indire un referendum nazionale. Per questo i risultati delle elezioni sono stati definiti da più parti una vittoria a metà, per Erdogan.

Il partito Repubblicano del popolo (CHP), il maggior partito d’opposizione, è arrivato secondo con il 25,93 dei voti (135 seggi): il nuovo leader Kemal Kilicdaroglu, ha avviato uno sforzo enorme per trasformare il suo partito, tradizionalmente statalista e secolare, in un partito più pragmatico e socialdemocratico, seguendo la tradizione dell’Occidente. Nena News

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