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Lamezia Terme: Nota stampa del Comitato Acqua Pubblica su risultato referendum

(16 Giugno 2011)

Lo straordinario risultato di questa tornata referendaria pone al centro della scena non più gli apparati burocratizzati della politica ma l’immenso popolo dei comitati che, comune per comune, quartiere per quartiere, hanno fatto valere le ragioni del SI. Un SI contro vent’anni di politiche neoliberiste che hanno portato immensi profitti ai privati ed alle grosse multinazionali speculando sulle nostre acque; un SI contro la scellerata idea che il nucleare con le sue scorie e le sue inefficienze potesse essere il futuro energetico della nazione; un SI contro una idea perniciosa di giustizia che, contro il dettato costituzionale, sovvertiva il principio di eguaglianza dinanzi alla legge.
Contro ogni deriva politicista, il segnale è stato chiaro: le cittadine ed i cittadini italiani vogliono che l’acqua resti un bene pubblico ed un diritto umano universale ed inalienabile; nessun profitto sul bene comune acqua!
Ce l’abbiamo fatta! Nonostante la solititudine che ha accompagnato le centinaia di migliaia di militanti dei comitati locali. Da soli contro la lobby trasversale centrodestra-centrosinistra abbiamo raccolto oltre 1400000 firme e da soli abbiamo condotto una campagna che, in un anno, ha portato al voto 27 milioni di cittadini italiani.
Ce l’abbiamo fatto nonostante l’oscuramento mediatico nazionale e locale, nonostante una destra che invitava ad andare a mare ed una certa sinistra che ha ostacolato il percorso referendario fin dai suoi primi passi, salvo poi tentare di porre le consuete bandierine quando - oramai troppo tardi – intuiva che la probabile vittoria referendaria potesse servire politicamente per una ulteriore spallata al governo Berlusconi.
Ora assistiamo a conferenze stampa e tribune politiche dove, da Bersani a Fini, tutti si affannano a salire sul carro dei vincitori dichiarando il loro quasi esclusivo merito alla riuscita di questa fantastica avventura.
Ha vinto invece il popolo dell’acqua, del no al nucleare e della giustizia giusta.
Hanno vinto le cittadine ed i cittadini italiani; hanno vinto i comitati popolari autogestiti dal basso che dal 2007 - anno della presentazione della legge di iniziativa popolare sull’acqua - hanno percorso in lungo ed in largo lo Stivale per ribellarsi allo strapotere delle multinazionali dell’acqua e dell’energia, all’arroganza dei poteri pubblici locali (Comuni e Regioni) che, fiancheggiando la finanza ed il capitale, hanno fatto gravare sulle spalle dei propri cittadini e dei lavoratori tutti gli ingenti profitti delle multinazionali.

Ora basta. Bisogna cambiare rotta! Vigileremo affinché venga rispettato il volere del popolo italiano che, con uno scatto d’orgoglio, ha ridato dignità al più importante strumento di democrazia popolare: il referendum. Ci preoccupano le affermazioni trasversali che in questi giorni circolano nelle tv e sui giornali, sulla proposta di legge del PD e sull’asse trasversale destra-sinistra (vedi proposta Bassanini) per aggirare il volere popolare.

Noi diciamo: in parlamento esiste già una proposta di legge sull’acqua consegnata all’allora governo Prodi assieme a 400 mila firme: quella è l’unica proposta valida e coerente rispetto al recente mandato popolare.
Anche il popolo Calabrese e Lametino, se pur in basso nella classifica di partecipazione al referendum, ha dato un chiaro segnale ai nostri governanti: l’acqua è un bene comune, nessun profitto su di essa! Pertanto chiediamo il blocco di tutti i processi di privatizzazione dei servizi pubblici locali, acqua in primis. L’acqua calabrese deve ritornare in mano pubblica; è giunto il momento di cacciare dalla nostra terrà la multinazionale francese Veolia che lucra sulla nostra acqua e specula sui rifiuti. Dobbiamo farlo perché abbiamo il volere popolare dalla nostra parte. Facciamo come a Parigi: la Veolia è stata messa alla porta ed un nuovo processo di ripubblicizzazione è in atto con un forte abbattimento delle bollette idriche e un miglioramento del servizio offerto ai cittadini.

Un passaggio è dovuto anche su Lamezia Terme.
Abbiamo condotto una campagna referendaria (raccolta firme e referendum) in totale solitudine. Abbiamo visto muovere il centrosinistra soltanto negli ultimi giorni con qualche sporadica iniziativa in città e con il tentativo maldestro di alcuni personaggi politici di rifarsi una verginità oramai persa da decenni.
In tutto quest’anno di lavoro capillare e certosino anche le televisioni locali hanno ben pensato di starsene alla larga per non pestare i piedi a qualche politico di turno.
Abbiamo assistito a vecchi trucchi per offuscare la visibilità del popolo dell’acqua, come ad esempio la mancanza di sufficienti pannelli per l’affissione dei manifesti referendari in interi quartieri della città o l’incresciosa vicenda di vederci portar via le pedane adibite al palco il giorno della nostra festa cittadina dell’acqua per poi spostarli alla “festa del sindaco”, nonostante avessimo una regolare autorizzazione.
Ci saremmo aspettati, come avvenuto in moltissime città italiane, che il Vescovo si pronunciasse pubblicamente a favore dell’acqua bene comune: il silenzio è la peggior forma di disprezzo!
Nonostante tutto ce l’abbiamo fatta, pertanto, non potendosi più nascondere dietro il falso obbligo legislativo imposta dalla legge, chiediamo nell’immediato al Sindaco Speranza ed a tutto il Consiglio comunale:

L’approvazione della delibera di iniziativa popolare per la modifica dello statuto comunale così come proposta dai cittadini lametini. Su questo punto non vogliamo tentennamenti da parte del Consiglio Comunale. E’ impensabile che a distanza di oltre un anno i cittadini lametini ed il comitato non abbiano ricevuto nessuna risposta.

L’annullamento della delibera che un anno fa, di fatto, avviava la privatizzazione della Lamezia Multiservizi.

Avviare la procedura legale di recupero crediti contro la Sorical SpA per versamenti di quote non dovute (sono oltre un milione di euro prelevate dalle tasche dei cittadini).

Un tavolo tecnico tra le parti per ripensare insieme ai cittadini ed al Comitato Lametino un nuovo percorso che porti la Lamezia Multiservizi ed il Comune di Lamezia Terme ed essere un laboratorio reale di democrazia e partecipazione.

Chiediamo, inoltre, a tutti i parlamentari lametini di impegnarsi affinché venga discussa in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare sull’acqua per la quale nel 2007 abbiamo raccolto oltre 400.000 mila firme.

Vigileremo, infine, contro ogni tentativo, che già viene da più parti, di vanificare il voto popolare con una legge che tenta di introdurre i privati nella gestione dell’acqua.

Comitato Acqua Pubblica Lamezia Terme

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