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    Persecuzione giudiziaria contro i No Tav: perquisiti e denunciati Perino e altri 4 attivisti

    (17 Giugno 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

    Persecuzione giudiziaria contro i No Tav: perquisiti e denunciati Perino e altri 4 attivisti

    foto: www.radiocittaperta.it

    17-06-2011/10:00 --- Ennesima e pesantissima provocazione contro il movimento che in Val di Susa si batte contro la linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione. Sarebbero addirittura 65 gli avvisi di garanzia emessi nelle ultime ore contro altrettanti esponenti dell'opposizione valsusina.

    E questa mattina all’alba numerosi agenti di Polizia hanno perquisito le abitazioni di Alberto Perino, uno dei più attivi e battaglieri leader dei No Tav, e di altri quattro militanti. Oltre ad alcune abitazioni private i poliziotti hanno perquisito anche il centro sociale Askatasuna di Torino sfondando con un ariete la porta d’ingresso del locale.

    A tutti e cinque le forze di sicurezza hanno consegnato un avviso di garanzia emesso dal procuratore Giancarlo Caselli: Perino e gli altri attivisti - due studenti universitari del Collettivo Universitario Autonomo, uno dei comitati no nuclere di Saluggia e uno del CSOA Askatasuna - sarebbero indagati per la sassaiola avvenuta durante la notte dello scorso 24 maggio, quando al tentativo da parte dei tecnici di allestire il cantiere della Tav in località Maddalena di Chiomonte, in Val Susa, i manifestanti risposero con una determinata manifestazione e con una sassaiola. Le accuse nei confronti degli attivisti perquisiti sono di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.

    A Perino viene contestato inoltre un reato d’opinione - istigazione a delinquere - relativo al suo comizio finale della manifestazione Rivalta-Rivoli del maggio scorso e un video su Youtube.

    Circa duecento persone, appena si è sparsa la notizia delle perquisizioni, si sono riuniti sotto la casa di Alberto Perino a Condove (To) per esprimergli solidarietà e respingere l’intimidazione. Alle 13 una conferena stampa è stata convocata alla Maddalena. "E' stato un altro autogol perchè hanno fatto arrabbiare la gente, che da oggi sarà ancora più determinata. Ci hanno fatto un favore" ha commentato Perino subito dopo la perquisizione. "Mi hanno portato via soltanto un' agenda su cui tenevo appuntati le spese del supermercato, gli appuntamenti dal medico e le volte che sono stato al presidio della Maddalena. Quando sono arrivati i poliziotti mi hanno detto che dovevano sequestrare tutto il materiale relativo ai No Tav e così ho mostrato loro un'intera stanza, visto che sono oltre 20 anni che mi occupo di questa battaglia. Ma alla fine si sono accontentati della sola agenda". Non ha perso il buon umore Perino: "Se mi mettono agli arresti domiciliari vorrà dire che ridarò il bianco in casa".

    Manifestazioni di solidarietà di tutto il movimento No Tav nei confronti del sessantacinquenne portavoce si erano tenute già qualche giorno fa, dopo che si era diffusa la notizia che Perino era indagato per un altro episodio. "Non capiamo perché i magistrati abbiano aspettato un anno a tirare fuori dal cappello la denuncia penale: probabilmente aspettavano il momento buono per fa succedere la bagarre". Così lo stesso Alberto Perino commentava l'avviso di garanzia che gli era stato recapitato a margine di una conferenza stampa convocata davanti alla sede Rai di Torino per presentare ai giornalisti l'appello del Movimento sulla democrazia e la legalità in Val di Susa. I fatti contestati dalla prima inchiesta riguardano l'occupazione dell'area dell'autoporto di Susa per impedire i sondaggi da parte dell’azienda Ltf addirittura il 12 gennaio 2010. Insieme a Perino sono stati denunciati per invasione di terreni ed edifici e deturpamento e danneggiamento di cose altrui, oltre all'aggravante di essere stati in più di dieci persone, anche il sindaco e il vice sindaco di San Didero, Loredana Bellone e Giorgio Vair. Denunciate anche altre sei persone, tre dei centri sociali e tre dell’area antagonista: "Così possono avvalorare la tesi di connivenze tra centri sociali e amministratori – aveva sentenziato Perino - si tratta di una giustizia a orologeria". L’escalation di intimidazioni contro Perino e altri attivisti più in vista del movimento No Tav è scattata dopo la decisione degli abitanti della valle di bloccare fisicamente i lavori nel cantiere della Maddalena di Chiomonte, dove è stato allestito anche un presidio permanente e in più punti sono attive delle ‘sentinelle’. Un salto di qualità nella lotta contro la dannosa e costosissima alta velocità che ha fatto infuriare le lobby trasversali che premono affinchè i lavori vadano avanti spediti, per non perdere i finanziamenti dell’Unione Europea.

    A neanche una settimana dalle amministrative di Torino, che avevano visto l’affermazione di Piero Fassino a sindaco del capoluogo piemontese, alcuni importanti esponenti del Partito Democratico si erano distinti per l’assurda e gravissima richiesta al governo di militarizzare i cantieri dell’alta velocità. Il partito di Bersani ha chiesto all’esecutivo nazionale che l'esercito inizi a presidiare la valle e in particolari i cantieri della Tav, da dichiarare ‘siti di interesse nazionale strategico’ interdetti a chiunque e da considerare zone militari. Dopo una risposta positiva da parte del sottosegretario Crosetto, il Ministro Maroni si è dichiarato invece contrario. Minacciando però: ‘non saranno tollerate violenze’.

    A rispondere alla verve repressiva del PD locale era stata una anziana abitante della valle: ''Caro Piero Fassino, sono una vedova ottantenne, militante No Tav e fino a poco tempo fa iscritta ai DS poi PD a Rivoli. Dopo la tua recente comparsa al Tg regionale, in cui ribadivi seccamente la volontà del PD e tua personale di avviare assolutamente i lavori per il Tav, sia con la forza pubblica sia con l'intervento del pur esecrato governo con l'esercito, ho sentito di doverti dire qualcosa''. Iniziava così la lettera che Matilde Bertone, residente a Villarbasse in Val Susa, ha indirizzato al nuovo sindaco di Torino. ''Da te non mi aspettavo la durezza che hai dimostrato. I tuoi genitori sono sepolti nello stesso cimitero dei miei e recentemente anche di mio marito''. Dopo aver evidenziato che proprio il padre di Fassino é stato un partigiano in quell'area del Piemonte e che ''forse sarebbe anche lui insieme agli oppositori'' l'anziana spiega le sue ragioni: ''io ho aderito e partecipo al movimento No Tav dopo una lunga riflessione e ricerca di informazioni ad ampio raggio e poiché si continua in mala fede a criminalizzarlo e a parlare di anarco insurrezionalisti, vorrei dirti che vi partecipano cittadini di tutti i ceti e di tutte le età''.

    Marco Santopadre, Radio Città Aperta

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