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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Alcune riflessioni post referendarie.

(17 Giugno 2011)

Nei commenti post referendum  molti si sono domandati cosa significa il  numero dei votanti raggiunto pari 57% degli aventi diritto (in realtà un po’ meno visto   i votanti residenti all’estero).
Più di un commentatore  ha sottolineato che questa percentuale è stata possibile grazie anche all’elettorato  che vota  Lega e Pdl.
Che questo  sia vero  lo posso pure testimoniare  perché  mentre stavo votando  nel mio seggio ho visto  presenti  alcune personalità cittadine appartenenti a quell’area politica.
Ma  pochi nella valutazione hanno sottolineato che questi referendum hanno visto il recupero di una parte dell’astensionismo   di sinistra  o del centro sinistra.
Posso altrettanto testimoniare che  tra i  miei conoscenti   che in questi anni hanno disertato  le urne, pure io qualche volta l’ho fatto,  in questo caso  sono andati massicciamente a votare.
Restando nel centro sinistra  va fatto presente  un piccolissimo  astensionismo di aree legate ad alcuni interessi economici del nucleare e dell’acqua ( i vari Chicco Testa per intenderci).
Come spesso si è detto  l’astensionismo è il primo partito; nel 2008 alle politiche ha votato  l’80%, nel 2009 alle amministrative il 70% nel 2010 alle regionali il 64%.
Se prendiamo  il dato ultimo  la differenza tra  le regionali e  i referendum come si vede è di soli 7 punti.
Credo allora che la partecipazione al voto referendario   di votanti Lega Pdl ,  che alcuni fissano  attorno al 40%, e anche  del cosiddetto  terzo polo siano da ridimensionare altrimenti sommando il ritorno alle urne  degli astensionisti di sinistra la percentuale  sarebbe dovuta essere più alta.
Ovviamente la statistica non è una scienza esatta. Ma  è opportuno dare elementi di interpretazione.
Quanto alla sostanza dei  referendum  vorrei soffermarmi sul quesito n.1.  impropriamente definito referendum sull’acqua.
In realtà questo referendum coinvolge tutti i Servizi pubblici locali di rilevanza economica del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 ; trasporti, rifiuti, energia ecc che vengono gestiti dai Comuni a dalle Autorità  preposte.
Questo referendum stabilisce,     ora che è passato,    che questi servizi non possono  essere affidati a privati  e nemmeno  che i privati possono far parte delle società pubbliche.
Bella partita questa  perché ora COMUNI,  ATO, AIM, AVA, ETRA, FTV, AIM trasporti, per citarne alcune ,dovranno fare i conti con questa nuova situazione.
I servizi continueranno ad essere gestiti direttamente  in “house” o  saranno ancora possibili  gare  a cui possono partecipare i privati?
Se stiamo alla lettera e allo spirito del Referendum  la risposta è chiara: non potranno più essere possibili le gare per l’affidamento dei servizi ai privati e nemmeno coinvolgere privati nella partecipazione societaria (come avviene per esempio in ACEA e HERA).
Ecco penso che su questo tutti  i cittadini che hanno votato ai referendum, che in questi anni si sono mobilitati perchè questi servizi non venissero massacrati e privatizzati,  dovranno vigilare e non farsi scippare il risultato con nuove leggi che tentino  di aggirare, sospendere il risultato del voto, voto  che dimostra una chiara e determinata volontà  dei lavoratori e cittadini del nostro paese.   

Raniero Germano USB Vicenza

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