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L'Inghilterra domina l'economia

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(1 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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(7 Marzo 2004)

SALARIO

La lotta degli autoferrotramvieri ha rimesso al centro il problema del salario e del reddito.
Ma il problema del salario investe tutte le categorie. Tutti sono concordi nell’affermare che i famosi Accordi di Luglio del 92’ e del 93’ siglati da Cgil-Cisl-Uil hanno fallito, come abbiamo sempre ribadito, ed è necessario un forte recupero salariale per riportare i nostri stipendi ai livelli attuali di costo della vita.
Tutti i rinnovi delle categorie che vedono scaduti i Contratti Nazionali hanno la necessità di ribadire unitariamente: Il totale recupero degli arretrati
Adeguamenti salariali in linea con l’aumento del costo della vita (almeno 260 euro mensili)

LEGGE BIAGI

La CGIL, dopo aver strumentalizzato la protesta e il malcontento dei lavoratori contro il “libro bianco” di Maroni e l'attacco all'art 18, pur sbandierando lotte radicali contro la Legge 30 (legge Biagi), nella realtà continua a trattare l’applicazione delle norme che precarizzano ulteriormente il lavoro, non solo quello dei "giovani".
La CGIL continua a sostenere che si batterà per non far inserire nei rinnovi contrattuali le norme, che rendono ancor più precario il nostro lavoro, previste dalla legge Biagi, quello che hanno firmato smaschera l'ennesima frottola: con questo accordo i nuovi contratti di inserimento sono applicabili con queste regole fino alla contrattazione nazionale, questo significa che, anche se non lo inseriscono direttamente nei contratti nazionali, i contratti di inserimento sono già in vigore.
Con questo accordo, già da subito, tantissimi lavoratori e soprattutto lavoratrici potranno essere inquadrati due livelli sotto quelli previsti da contratto nazionale
L’unica soluzione è inserire espressamente all’interno dei testi di rinnovo Contrattuale che non si applicano le norme contenute nella legge Biagi e quanto previsto dagli Accordi Interconfederali relativi al suo decreto attuativo (276/2003).

PENSIONI

CGIL, CISL e UIL hanno chiaramente dimostrato un attendismo preoccupante, confermando la necessità di sviluppare una alternativa politica sindacale, di organizzazione, di mobilitazione che la nostra Organizzazione si è assunta sia con lo Sciopero del 7 Novembre e con le successive mobilitazioni del settore autoferro.
In nome della riunificazione Cisl e Uil la Cgil, al di là delle aspettative di qualcuno, ha tirato come si suol dire “I REMI IN BARCA”.
La attuale Riforma delle Pensioni del Governo Berlusconi peggiora ulteriormente la Riforma Dini innalzando l’eta’ pensionabile, eliminando di fatto le pensioni di anzianità.
Ma nello stesso tempo conferma la linea del calcolo della pensione che spetta al lavoratore sulla base dei Contributi versati (CALCOLO CONTRIBUTIVO). La stessa SPI CGIL parla di una pensione corrispondente al 40% dell’ultimo stipendio.
Per tutti quei lavoratori che non avevano raggiunto i 18 anni di contributi nel 1995, quando è entrata in vigore la legge Dini, HANNO GIA’ IL CALCOLO CONTRIBUTIVO.
La Riforma Dini è quello che CGIL, CISL e UIL hanno chiamato a difendere nella piattaforma di sciopero del 24 ottobre 2003, ed è significativo che questi stessi sindacati hanno approvato e favorito la svendita del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali (Inps – Inail – Inpdap) Le pensioni devono garantire il mantenimento dei livelli di vita raggiunti dopo anni di lavoro, è solo una pensione basata sulla Retribuzione può in parte tutelarci.

TFR (liquidazione) e Fondi Pensioni

Senza l’eliminazione del calcolo contributivo diventa difficile che il lavoratore non cada nelle maglie delle pensioni integrative e visto i salari estremamente bassi da cui difficilmente può essere tolta una parte, utilizzare il proprio Tfr per integrare attraverso i Fondi Pensione la futura misera pensione.
Il Tfr sono soldi dei lavoratori, parte del salario accantonato temporaneamente. I Fondi Pensione, peraltro gestiti a livello di categorie dagli stessi sindacati Confederali organizzati oramai come grandi finanziarie che raccolgono capitali (parte del nostro salario), per garantire la Rendita dovranno investire all’interno del circuito finanziario, nelle Borse. Già negli Usa, modello al quale spesso viene fatto riferimento, sono già molti i dipendenti pubblici e privati che hanno visto sparire i loro Fondi Pensione nelle crisi borsistiche e finanziarie. Che ne direste dei vostri soldi, del vostro Tfr destinato alla vostra pensione futura, investiti in Bond Parmalat, o in Bond Argentini, o nella Cirio? Il Tfr è nostro salario e saremo noi ad utilizzarlo come meglio crediamo, senza nessun ricatto di una pensione che non assicurerà livelli di vita adeguati.

REDDITO

La precarietà, la mancanza di salario, le privatizzazioni hanno reso irraggiungibile quello che fino a poco tempo fa veniva considerato un diritto di ogni lavoratore. Sanità, scuola, servizi, trasporti, casa rappresentano necessità che oramai richiedono quote sempre maggiori del nostro salario, o come nel caso dei precari, dei cosiddetti “lavoratori atipici”, sogni da raggiungere. Questa condizione diventa sempre di più elemento di ricattabilità nei confronti dei lavoratori: “ se sei disponibile avrai modo di rispondere ai tuoi bisogni, altrimenti ne verrai escluso perché sarai licenziato, non confermato, non richiamato al lavoro.
Il raggiungimento di UN REDDITO MINIMO per tutti, in maniera diretta, ovvero salario adeguato al costo della vita e servizi gratuiti per i lavoratori “stabili”, reddito per i disoccupati, integrazione e servizi gratuiti per i precari sono necessità di cui non possiamo fare a meno.

GUERRA

Davanti alle ambiguità che le stesse forze del centrosinistra esprimono all’interno del Parlamento in merito al balletto Ritiro Si/Ritiro No, Onu o non Onu, la voce dei lavoratori deve alzarsi più forte.
L’immediato ritiro delle truppe italiane e degli altri paesi dall’Irak e dall’Afghanistan, oltre che a garantire l’autodeterminazione dei Popoli e la fine dell’occupazione militare, si lega direttamente alle risorse disponibili per i Contratti Nazionali. Infatti le risorse destinate attualmente alle “missioni di guerra” (chiamatele di “pace, stabilizzazione, ecc..) sono risorse che vengono a mancare ai lavoratori, nei servizi, alla scuola, ecc..
I costi per la sicurezza interna toglieranno ulteriori risorse. La guerra, lo stato perenne di emergenza “terrorismo” porta a militarizzare, eliminare la funzione sociale di settori come quello dei Vigili del Fuoco, che invece ricevere risorse per le emergenze antincendio viene adibito a compiti di polizia. Stessa cosa succede per i lavoratori della sanità.
Per il ritiro delle truppe di occupazione dall’Iraq, e l’utilizzo dei fondi destinati alle spese militari per i rinnovi contrattuali, reddito e servizi Per il mantenimento dell’identità di servizio sociale collettivo dei Vigili del Fuoco.

Rappresentanze Sindacali di Base RdB-CUB

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