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Attacco al referendum

Attacco al referendum

(25 Maggio 2011) Enzo Apicella

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    Lezioni dal referendum

    Cancellati il piano nucleare, la privatizzazione dell’acqua e l’impunità dei governanti. La schiacciante vittoria nei referendum infligge un duro colpo alla politica neoliberista e delegittima il governo berlusconi. Intensifichiamo la lotta di massa per cacciarlo!

    (18 Giugno 2011)

    Con il quadruplo referendum del 12 e 13 giugno, il popolo italiano ha fermato il piano di costruzione di centrali nucleari voluto dal governo Berlusconi, ha impedito la privatizzazione dell’acqua e la garanzia di profitto sulle tariffe del servizio idrico; ha inoltre cancellato la legge sul “legittimo impedimento” che salvava il presidente del Consiglio dei ministri e i ministri dai processi penali.

    Nonostante il boicottaggio del governo – Berlusconi e Bossi hanno fatto appello all’astensione - e la disinformazione orchestrata dai pricipali mass-media, il “quorum” è stato ampiamente raggiunto. Circa il 57% degli elettori è andato a votare. Un risultato straordinario, considerando gli ostacoli frapposti fin dalla raccolta delle firme.

    Fondamentale per il successo l’alta partecipazione delle città industriali del centro-nord, a conferma del ruolo decisivo della classe operaia. Ad ogni modo il quorum è stato raggiunto in tutte le regioni, segno che la protesta sociale è in crescita dappertutto.

    I quattro SI sono passati a valanga, con percentuali intorno al 95%.

    E’ una vittoria dall’evidente significato politico: un rifiuto di massa dei diktat dei monopoli e dei loro rappresentanti politici, della politica neoliberista e reazionaria che domina da decenni, dei privilegi e delle impunità della banda di malfattori ai vertici della società.

    La diffidenza e l’avversione verso il mercato capitalistico, verso la logica del profitto, sono emerse dal voto popolare.

    Il risultato apre la strada ad altre battaglie per la difesa e lo sviluppo dei servizi sociali, contro il nucleare militare, contro i privilegi dell’oligarchia, etc. Ed aiuterà la lotta di altri popoli d’Europa e del mondo.

    Il voto massivo dimostra che il periodo di riflusso e di apatia è alle nostre spalle, che l’onda lunga delle lotte a livello italiano ed internazionale produce i suoi benefici effetti. La classe dirigente del paese si rivela sempre più staccata, distante e nemica delle necessità e delle aspettative più genuine e sentite del popolo.

    L’eccellente risultato del referendum suona per Berlusconi come la campana a morto. L’aria è cambiata, la maggioranza degli italiani non lo vuole più, ma il governo sopravvive grazie a leggi elettorali antidemocratiche e al trasformismo parlamentare di una ventina di transfughi.

    Il referendum ha aggravato la debolezza del governo, che esce completamente delegittimato dal voto. Si esacerbano le contraddizioni nella sua maggioranza e dentro l’intero fronte borghese. Dunque non solo nel rapporto privilegiato Berlusconi-Bossi, ma anche fra i partiti della sinistra borghese che dopo aver fatto i pesci in barile per mesi, ora danno vita a passerelle inaccettabili. Non dimentichiamo che questi signori sono stati fra i paladini delle privatizzazioni quando sono andati al governo centrale o locale.

    La vittoria referendaria premia il lavoro di fronte ampio portato avanti da migliaia di associazioni, comitati, delegati sindacali, organismi politici e sociali. E’ stata una campagna elettorale che ha visto un attivismo dal basso, capillare, dei lavoratori, dei giovani, delle donne del popolo, con l’uso di molteplici strumenti di comuncazione, con l’attivismo nei posti di lavoro, nei quartieri, nei caseggiati. In questo modo si è riusciti ad abbattere il muro di silenzio e di disinformazione. Si è vinto perché ci si è coagulati e si è lavorato intensamente su alcuni obiettivi. E quando c’è l’unità e la lotta, non c’è forza che possa impedire il trionfo della volontà popolare.

    La vittoria nei referendum può essere difesa e valorizzata unendo tutte le forze disponibili in un ampio fronte popolare contro l’offensiva padronale, la reazione politica, la negazione dei diritti, le minacce di guerra, la devastazione dell’ambiente. Un fronte di lotta che si basi sull’unità d’azione di tutte le organizzazioni operaie, popolari, giovanili, su un programma politico anticapitalista, per rompere definitivamente con le politiche neoliberiste e social-liberiste, per cacciare con la lotta il governo reazionario di Berlusconi, per trasformare radicalmente la società.

    Per voltare pagina è fondamentale che l’esecutivo Berlusconi, che non ha più legittimità a governare, cada nelle piazze e nelle fabbriche. Dobbiamo intensificare la lotta, senza farci illusioni sulle sue dimissioni, ma costruendo un potente movimento di massa che lo spazzi via.

    Durante la battaglia referendaria i comunisti hanno saldato la lotta per una nuova società agli obiettivi immediati. L’azione volta a sottrarre strati sempre più numerosi di proletari all'influenza ideologica e politica della borghesia e della piccola borghesia e condurli su un terreno di rottura con un sistema in crisi profonda, si è fatta sentire.

    Nella situazione che stiamo vivendo, le masse in risveglio cominciano a percepire gli effetti, le conseguenze del capitalismo su una serie di problemi vitali per l'esistenza umana (ciò è di enorme importanza), ma non comprendono ancora la necessità di colpire la causa profonda di quegli effetti, il modo di produzione capitalistico.

    Tocca ai comunisti elevare la coscienza di queste masse, soprattutto giovanili, per aiutarle a percorrere la strada che condurrà alla «situazione rivoluzionaria» ed alla conquista di una nuova società fondata sulla proprietà comune di acqua, terra, mezzi di produzione e di scambio. Una società volta alla soddisfazione dei bisogni materiali e culturali delle masse lavoratrici e non al massimo profitto, una società pianificata ed in armonia con le leggi della natura, in cui non vi siano più privilegi e immunità per nessuno. Perciò dobbiamo organizzarci, perciò dobbiamo ricostruitre un autentico partito comunista, basato sul marxismo-leninismo, che diriga la lotta delle masse sfruttate ed oppresse.

    15 giugno 2011

    Piattaforma Comunista

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