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(14 Novembre 2010) Enzo Apicella

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NASCONO I GIOVANI DEL PDAC

Intervista ad Adriano Lotito, responsabile nazionale

(24 Giugno 2011)

Abbiamo incontrato Adriano Lotito, classe 1992, di Andria, responsabile nazionale dei Giovani di Alternativa Comunista, una struttura nata da poche settimane.

Adriano, partiamo da una domanda personale (l'unica, promesso). Come ti sei avvicinato al Pdac? Sei uno dei dirigenti più giovani di Alternativa Comunista? infatti sei anche membro del Comitato Centrale del partito, vero?
Mi sono avvicinato ad Alternativa Comunista partecipando alle lotte studentesche nella mia scuola. Negli ultimi anni ci sono state anche in Italia (come nel resto d'Europa) lotte importanti degli studenti: tuttavia, nonostante la radicalità, l'assenza di un forte coordinamento nazionale e di una piattaforma generale ha favorito un momentaneo riflusso. E' lo stesso problema che incontriamo nelle lotte operaie: frammentate per l'intervento cosciente di burocrazie sindacali e sinistra governista ma anche, appunto, per l'assenza ancora di una forte direzione alternativa. E' il problema dei problemi, come diciamo nel Pdac: quello della costruzione di un partito comunista rivoluzionario.

D'accordo, ma tornando alla tua giovane età...
Mah... in realtà il Pdac è un partito con una forte composizione giovanile, io non sono certo un'eccezione! Per questo sono numerosi anche i compagni e le compagne ventenni negli organismi dirigenti. Più in generale, in Alternativa Comunista i giovani sono a casa loro. E' un partito in cui non c'è nessun paternalismo: tutti i militanti, a prescindere dall'età, partecipano all'elaborazione della linea del partito, alla discussione, all'attività.

O, come è il tuo caso, ancora al di sotto dei 20 anni... Ma passiamo ai Giovani del Pdac. Adriano, ci puoi parlare del perché è nata questa nuova tessera dei Giovani di Alternativa Comunista e qual è lo scopo che vi ponete?
I Giovani di Alternativa Comunista si propongono di costruire intorno a sé un nutrito gruppo di giovani rivoluzionari, che si sentono in dovere di lottare ogni giorno per cambiare il mondo e per rovesciare l’attuale sistema capitalista che negli ultimi anni ha dimostrato in modo sempre più evidente il suo fallimento e la sua incapacità nel realizzare gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione. Le masse popolari, ed in particolare i giovani insieme alle altre categorie sociali più deboli, non tollerano più un sistema che genera solamente guerra, miseria e sfruttamento e che sta portando tutta l’umanità ad un punto di non ritorno (i casi di Fukushima e dell’incidente nel golfo del Messico, per citare solo gli esempi ancora vivi nella memoria di tutti, dicono tutto). Noi Giovani di Alternativa Comunista vogliamo provare ad offrire perciò un ambito per una militanza reale a tanti giovani che non si riconoscono negli attuali schieramenti riformisti della sinistra italiana (Fed e Sel) che impiegano tutto il loro patrimonio politico nel riprodurre stantie alleanze subalterne al Pd e quindi ai grandi gruppi capitalisti...

Ma questa rivoluzione di cui parlate è davvero possibile? Oppure si tratta di un sogno, di un’utopia come molti la definiscono?
Le rivolte in Maghreb e in Medio Oriente così come il movimento spagnolo degli Indignados e le recenti sommosse in Grecia (dov’è ci sono scontri quotidiani tra lavoratori e forze dell’ordine borghese) dimostra come le massi popolari si siano ormai stancate di dover subire una crisi economica pesante e da loro non causata mentre i grandi gruppi capitalistici continuano ad arricchirsi sfruttando la manodopera a basso costo e tagliando i fondi a scuola e sanità. In Egitto, Tunisia e Libia si sono avute vere e proprie rivoluzioni, i rapporti di forza sono stati intaccati radicalmente sebbene non ancora rovesciati, e le masse lavoratrici hanno dimostrato di non temere la reazione di esercito e corpi repressivi, accettando lo scontro diretto e riuscendo molte volte ad avere la meglio. Questi movimenti popolari sono composti e guidati in gran parte da giovani, operai e laureati, per natura più motivati allo scontro per costruirsi un futuro, una famiglia ed un lavoro sicuro. I Giovani di Alternativa Comunista dovranno dunque andare incontro a questa esigenza di cambiamento rivoluzionario che anche in Italia sta emergendo poco a poco, seppure molte volte a livello inconsapevole, come dimostrano le lotte alla Fincantieri e la serie di occupazioni e manifestazioni studentesche che hanno sconvolto gli ultimi mesi dello scorso anno (fino all’incursione degli studenti nel Senato e allo scontro frontale con gli apparati repressivi della polizia per le strade di Roma lo scorso 14 dicembre).

Quali rapporti intesseranno i Giovani del PdAC con le altre organizzazioni giovanili e studentesche che si stanno diffondendo sul territorio nazionale?
Come organizzazione di partito, trotskista, cioè rivoluzionaria, coopereremo con tutte le forze di giovani studenti e giovani lavoratori che vogliano sinceramente costruire una prospettiva di superamento dell’attuale sistema e ci impegniamo nella costituzione di un fronte realmente di classe che veda la collaborazione e la solidarietà di studenti, operai, precari e immigrati, tutte classi sfruttate e oppresse nell’attuale contesto di rapporti di forza. Nei territori dove siamo già sufficientemente radicati abbiamo già iniziato una fruttuosa collaborazione con comitati locali (a difesa dell’ambiente e dell’acqua pubblica, ad esempio) e con organizzazioni studentesche impegnate nel Movimento contro la Gelmini e a difesa di scuola e università pubbliche.

Quali saranno i prossimi impegni sul fronte delle lotte nei territori dove siete presenti?
Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto in questi anni con il Partito di Alternativa Comunista: assicureremo una presenza assidua nelle lotte, iniziative pubbliche partecipate, banchetti e comizi, con lo scopo di arrivare preparati all’autunno, che sarà sicuramente denso di conflitti a tutti i livelli come fa supporre l’attuale andamento dell’economia in Italia e fuori. Lavoratori e studenti vogliono lottare, vogliono riscattarsi, vogliono riconquistare una dignità calpestata dai continui soprusi del sistema in cui viviamo, e noi offriamo loro l’opportunità di fare tutto questo, in un’organizzazione coerentemente rivoluzionaria che gode anche di un esteso mosaico di relazioni internazionali con i giovani rivoluzionari di altri Paesi, a partire dall'Europa (il PdAC è infatti sezione italiana della Lega Internazionale dei Lavoratori – Quarta Internazionale, che conta decine di partiti in tutto il mondo).
Il prossimo nostro appuntamento importante è al seminario nazionale che il PdAC organizza a Rimini nel secondo fine settimana di settembre. Non a caso quest'anno ha per titolo: La rivoluzione è possibile, allora serve Marx.


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La Quarta Internazionale presta particolare attenzione alla giovane generazione del proletariato. Tutta la sua politica si sforza di infondere nella gioventù la fiducia nelle proprie forze e nel futuro. Solo il fresco entusiasmo e lo spirito bellicoso della gioventù possono garantire i primi successi nella lotta; solo questi successi possono riportare sulla strada della rivoluzione i migliori elementi della vecchia generazione. Così è stato e così sarà.
(Lev Trotsky, Programma di transizione)


a cura della redazione web - Partito di Alternativa Comunista

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