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Moody's vivendi

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(18 Maggio 2010) Enzo Apicella
Dopo la guerra finanziaria guidata dall'agenzia di rating Moody's, in Grecia ha inizio il massacro di salari e pensioni

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Grecia - Per la difesa delle condizioni vita e di lavoro del proletariato dall’attacco del Capitale internazionale

Il proletariato resti fuori dai giochi parlamentari e lavori per la ricostituzione dei suoi organismi indipendenti di classe !

(27 Giugno 2011)

Il 15 giugno i lavoratori greci sono scesi in piazza per il terzo sciopero generale dall’inizio di quest’anno per opporsi ai nuovi provvedimenti che il governo del Pasok si appresta a prendere stretto per il collo dalla Banca Centrale Europea. L’ennesimo piano di austerità prevede tagli ulteriori a salari e pensioni e massicci licenziamenti nel pubblico impiego.

I lavoratori greci saranno costretti ad ulteriori, drammatici sacrifici, per assicurare ai “tagliatori di cedole” e alle banche di continuare ad accumulare profitti e allo Stato borghese di continuare a funzionare e a tenere in efficienza il suo apparato di repressione e di controllo della classe lavoratrice, compreso sindacati e partiti cosiddetti di sinistra, tutti nella lista dei fornitori di servizi per il Capitale.

Durante la manifestazione ad Atene l'ira contro i partiti di governo e di opposizione, contro i politici privilegiati e corrotti, si è manifestata nell’attacco al Parlamento provocando la dura reazione della polizia che non ha lesinato manganellate e arresti.

Come soluzione alla crisi del governo, costretto ad accettazione le imposizioni delle banche europee, i partiti della sinistra parlamentare, dal KKE a Syriza e Synaspismos, chiedono elezioni anticipate: questo solo per distogliere il proletariato dalla lotta ed imprigionarlo nel cul di sacco dei giochi parlamentari e nell’inganno delle elezioni borghesi.

I lavoratori greci non possono aspettarsi nulla da nuove elezioni né da questo teatrino parlamentare, ma solo dalla loro indipendente organizzazione di lotta di classe.

Nessun governo borghese difenderà i loro interessi, neppure se ne faranno parte il KKE o gli altri partiti della cosiddetta “sinistra” parlamentare. Anzi, nei momenti di crisi politica grave sono proprio questi partiti a diventare i primi difensori del regime borghese, come ha storicamente dimostrato, una volta per tutte, il ruolo svolto dalla Socialdemocrazia in Germania nei primi venti anni del Novecento, quando furono proprio i socialdemocratici a portare il proletariato alla guerra mondiale e a spezzare poi il movimento comunista rivoluzionario.

Quello di ieri è stato l’undicesimo sciopero generale dall’inizio del 2010. Ma il regime borghese è ormai attrezzato a resistere a questo tipo limitato di mobilitazioni, da una parte con il contenimento poliziesco della piazza, dall'altro “dialogando” con sindacati e partiti d’opposizione per arrivare a nuovi accordi, salvo poi rimetterli regolarmente in discussione e peggiorarli nelle settimane successive.

I sindacati greci, sia l’Adedy sia lo Gsee sia il Pame, non sono sindacati di classe decisi a difendere fino in fondo gli interessi generali del proletariato ma sono legati a doppio filo ai partiti borghesi e opportunisti, e svolgono più un’azione di freno e contenimento che di stimolo alla lotta per la difesa delle condizioni di vita e di lavoro del proletariato, in primo luogo di quello più debole e sfruttato.

È necessario che l’organizzazione sindacale lavori senza riserve per assicurare l’unità della classe lavoratrice per superare le contrapposizioni tra lavoratori privati e lavoratori pubblici, tra quelli garantiti e quelli precari, tra anziani e giovani, tra lavoratori attivi e disoccupati, tra manodopera autoctona e immigrata. Se la classe lavoratrice ricostituirà la sua unità sul piano della sua difesa economica potrà vincere la sua battaglia, altrimenti dovrà soccombere!

Per l’organizzazione indipendente del proletariato

La generosa lotta del proletariato greco contro i provvedimenti antiproletari varati dal governo e dal padronato porterà i proletari più combattivi a comprendere che non si tratta di lottare contro un partito o contro un governo ma che il nemico è il regime del Capitale nel suo complesso; per questo essi dovranno mettere al primo posto il lavoro per formare delle organizzazioni di classe in grado di assicurare la difesa quotidiana degli interessi dei lavoratori, ma dovranno anche ricollegarsi al programma storico per l’emancipazione del proletariato dal lavoro salariato, al programma del comunismo rivoluzionario e internazionalista.

Le misure che il governo greco sta imponendo ai suoi proletari con una cura da cavallo sono infatti le stesse che stanno prendendo tutti gli Stati a capitalismo avanzato; la borghesia oggi impone al proletariato di versare lacrime e sangue per cercare di reagire al male che, come un cancro, rode il suo organismo dall’interno: la crisi mondiale di sovrapproduzione indotta dalla caduta del saggio di profitto; domani essa imporrà ai proletari di andare a scannarsi sui fronti di guerra per dare una nuova, orribile giovinezza a questo sistema economico decrepito e ingiusto, come è già avvenuto nel 1914 e poi nel 1939.

Non ci sono alternative all’interno di questo sistema produttivo; non può esistere un capitalismo più giusto, meno corrotto, più rispettoso degli uomini e dell’ambiente naturale: la ricerca di sempre maggiori profitti non sopporta regole e può arrivare, in una corsa cieca, a distruggere l’umanità stessa.

Il rifiuto del regime del Capitale non può che essere totale e rivoluzionario.

Proletari! Ricollegatevi al programma genuino del comunismo rivoluzionario di sinistra, aderite al Partito Comunista Internazionale!

http://www.international-communist-party.org/ItalianPublications.htm

Partito Comunista Internazionale

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