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Sciopero generale: significativa adesione in tutta italia

Un milione i lavoratori che hanno scioperato, 200 mila quelli che sono scesi in piazza

(13 Marzo 2004)

"Siamo scesi in piazza per rivendicare il diritto a una vita dignitosa – ha affermato Pier Giorgio Tiboni, coordinatore nazionale CUB– e i lavoratori ci hanno capito".

Infatti oggi lo sciopero ha visto l’adesione di circa un milione di lavoratori che hanno incrociato le braccia e molti di loro hanno anche manifestato.

"Almeno 200.000 i lavoratori che hanno partecipato alle ventiquattro manifestazioni tenutesi in tutta Italia – ha proseguito Tiboni -. a Milano, Roma, Napoli le manifestazioni più numerose.

La CUB ha proclamato lo sciopero generale per battere governo e Confindustria ma anche il liberismo alla base delle scelte di Cgil, Cisl e Uil. Per rivendicare forti aumenti salariali e pensioni dignitose. Per chiedere una profonda svolta economica e politica e un radicale miglioramento delle condizioni salariali e di vita di lavoratori e pensionati e per ribadire il no ad ogni guerra e l’immediato ritiro delle truppe Italiane dall’Iraq.

All’indomani della strage in Madrid è ancora più evidente come l’utilizzo della guerra per affrontare i problemi tra i popoli sia uno strumento inaccettabile.

La guerra all’Iraq ha aggiunto ai morti delle torri gemelle altri morti di civili e militari e come previsto da molti ha aperto un vaso di Pandora, dando fiato ed esaltando le pulsioni stragiste del terrorismo, ma anche per lo spreco di risorse che avrebbero potuto essere utilizzate per dare acqua, medicine, cibo alle popolazioni che muoiono e vivono in condizioni miserabili.
Sciopero generale: significativa adesione in tutta italia

I nostri salari sono nettamente inferiori alla media europea. In pratica tra lavoratori tedeschi e lavoratori italiani, la differenza da colmare è di mille euro al mese. Abbandonando la politica salariale basata sull'inflazione programmata e ripristinando un meccanismo analogo alla scala mobile che dovrà adeguare automaticamente salari e pensioni alle dinamiche dei prezzi, si potrà uscire da questa situazione ingiusta.

REDDITO GARANTITO - La CUB si impegna fortemente anche sul fronte del precariato: lotta per abolirlo e propone che venga istituito un reddito garantito che dovrà essere riconosciuto ai precari tra un lavoro e l'altro e ai disoccupati.

PENSIONI - Un'altra battaglia importantissima è quella per le pensioni dignitose: mentre i sindacati confederali faranno uno sciopericchio di poche ore il prossimo 26 marzo la CUB lottiamo duramente perché aumentino le risorse a disposizione del sistema pensionistico pubblico, garantendo ai giovani il calcolo della pensione con il sistema retributivo, per evitare che dopo quarant'anni di lavoro si vada in pensione con il 40% dell'ultima busta paga.

Per decenni si è operato un vero e proprio saccheggio dei contributi previdenziali versati dai lavoratori dipendenti: se così non fosse stato oggi i conti dell’INPS sarebbero diversi, il patrimonio attivo sarebbe pari ad alcune centinaia di miliardi di vecchie lire pari ad alcune migliaia di miliardi di euro. Inoltre governo e Confindustria mentono sullo stato delle pensioni pubbliche: la spesa pensionistica rappresenta il 12,6% del Pil, due punti percentuali non vengono però neanche visti dai pensionati perché diventano entrate dello Stato per effetto del prelievo fiscale. In questi decenni si sono affermate idee e proposte assurde sul sistema pensionistico pubblico e il risultato che è in 10 anni si è decurtato il potere d’acquisto di 20 punti, due all’anno.

Lo sciopero di oggi dunque ha un significato forte: è per respingere l’ulteriore attacco alla previdenza pubblica già devastata dalla legge 335/95, per chiedere l’introduzione di un meccanismo automatico di indicizzazione dei salari e delle pensioni, il blocco dei prezzi e delle tariffe, per il diritto dei lavoratori a decidere sui contratti, per rilanciare il welfare e per la piena disponibilità dei lavoratori sul TFR, contro lo scippo che permarrebbe dunque anche con la clausola del silenzio assenso.

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