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(28 Giugno 2011)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net
foto: www.nuovacolombia.net
Proseguono le proteste dei prigionieri del carcere della Tramacúa, a Valledupar, il cui nome è diventato sinonimo di tortura, maltrattamenti e condizioni infernali.
Secondo quanto denunciato da diverse ong colombiane ed internazionali, la temperatura nel carcere varia dai 35° ai 40°, senza alcun meccanismo di ventilazione; la prigione è priva delle condizioni igienico-sanitarie minime, la quantità d'acqua presente è irrisoria rispetto alle necessità, e di conseguenza non esiste la possibilità di evacuare i servizi igienici.
L'acqua destinata al carcere viene intercettata per l'irrigazione dei campi della zona, sotto controllo paramilitare; il funzionario che ha cercato d’interrompere questo furto è stato destituito.
Per i prigionieri politici e di guerra i problemi si moltiplicano; costante è il pericolo della violenza da parte dei detenuti paramilitari, che vivono una situazione privilegiata e possiedono notoriamente armi all'interno della struttura penitenziaria; percosse, torture, attentati e castighi collettivi sono all'ordine del giorno.
Si stima che i prigionieri politici in Colombia siano oltre 7.500; si tratta di oppositori politici al regime fascista colombiano, vittime di montature e persecuzioni giudiziarie, e guerriglieri dell'insorgenza rivoluzionaria.
Poiché le istituzioni e le autorità penitenziarie sono responsabili, per azione o omissione, dei crimini quotidiani commessi nella “Abu Grhaib colombiana”, si moltiplicano le forme di protesta fuori e dentro le mura del carcere: 54 detenuti sono entrati in sciopero della fame, e 8 si sono cuciti la bocca con del filo di ferro per richiamare l'attenzione della comunità nazionale ed internazionale sull'incredibile situazione in cui si trovano.
Anche alla luce di quanto detto, è indispensabile denunciare le drammatiche condizioni in cui vivono gli oltre 7500 prigionieri politici colombiani, imprigionati illegittimamente da un regime narco-mafioso e terrorista. Ed estendere la campagna per la loro liberazione.
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