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Presentazione del progetto "Bisogna Sognare!"

(6 Luglio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Presentazione del progetto "Bisogna Sognare!"

foto: www.caunapoli.org

bisognasognare.org

Giovedì 7 Luglio, a Palazzo Giusso alle 18, ci sarà la presentazione “ufficiale” del progetto politico-culturale “Bisogna sognare!”
Un progetto che avete forse avuto modo di conoscere in questi mesi, un ciclo di seminari e di discussioni – su crisi, rivolte, internazionalismo, sistema dell’istruzione, media e potere – che ha visto partecipare scrittori, ricercatori, compagni come Emilio Quadrelli, Giulio Palermo, Aldo Romaro e Vladimiro Giacchè… Un progetto che vuole provare a risolvere un po’ di problemi che ci troviamo davanti ogni giorno come militanti: quello di avere una visione completa ed approfondita delle cose, quella di essere uniti, quella di essere preparati ed organizzati perché solo in questo modo si possono vincere le lotte in cui ci impegniamo…

Giovedì vorremo tentare di tracciare un bilancio complessivo di “Bisogna sognare!”, e vorremmo che ci fossero tanti compagni a portare idee, suggerimenti, entusiasmo, per andare avanti l’anno prossimo con maggiore convinzione. Qui di seguito abbiamo messo giù qualche prima considerazione per avviare il dibattito e per provare a farvi capire cosa abbiamo in testa… Vi confermiamo comunque che siamo sognatori, o pazzi, o solo molto realisti, perché vogliamo l’impossibile!

***

Per cominciare, l'esigenza di costruire questi appuntamenti seminariali è nata, come saprete, da un gruppo di compagne e compagni che, al di là delle strutture in cui militano, hanno sentito l'esigenza di porsi su un livello più generale di studio, analisi e dibattito, per provare a ricostruire la nostra famosa “cassetta degli attrezzi” – un sistema di riferimenti che ci possa orientare nell'attività politica quotidiana.

Un’esigenza che evidentemente era diffusa, visto che la partecipazione agli incontri pubblici è stata medio-alta, sempre fra le 50 e le 80 persone (ma per ogni “tappa” c’erano anche gli incontri di discussione preparatoria e quelli serali con il relatore – ogni volta una trentina di persone che si confrontavano orizzontalmente)… Certo, potevamo essere di più, ma riteniamo che questa partecipazione sia un dato positivo, una buona base da cui ripartire l'anno prossimo. Comunque, al di là dei numeri, e al di là del maggiore o minore interesse e "successo" che i seminari hanno raccolto, ci è sembrato di poter trarre, da questa breve esperienza, degli insegnamenti, dei punti fermi che possono essere un riferimento per il futuro.

Ci sembra infatti che il principale valore dei seminari sia stato quello della trasversalità: le compagne e i compagni che hanno partecipato (singoli o appartenenti a collettivi territoriali, studenteschi, politici), nel corso dei mesi si incontrano, solitamente, in poche occasioni “tecniche” - prima di un corteo o di un'iniziativa - e difficilmente, quindi, si riesce ad andare al di là degli elementi immediati di discussione ed affrontare questioni più generali che, spesso, non trovano spazio neanche nei momenti assembleari delle singole strutture.

Il problema non è solo tecnico: nel corso degli anni forse l'area della sinistra di classe è quella che ha perso di più in termini di momenti - locali o nazionali - di confronto politico tra strutture, con l'ovvia e triste conseguenza di uno sfilacciamento dei rapporti e un indebolimento del dibattito politico; in questo senso, il percorso che stiamo provando a mettere in piedi può essere l'occasione per ricostruire quei canali di comunicazione che anni fa i compagni avevano, e che per stanchezza e ottusità, hanno/abbiamo perso.
L'occasione per documentarsi e discutere su temi fondamentali come internazionalismo e antimperialismo, controriforme universitarie, composizione di classe e lotte in Italia, crisi di sistema e prospettive, al di là degli esiti specifici che possono essere stati parziali e perfettibili, ci sembra quindi preziosa, e come tale da riprendere e coltivare.

A corollario di questa prima osservazione, altrettanto importante ci è sembrato il fatto di poter ritagliare uno spazio nelle nostre fitte agende per affrontare temi che non possiamo permetterci di evitare. In questo modo, ponendo cioè il momento seminariale-formativo in un contesto "altro" rispetto all’impegno quotidiano delle lotte, ci sembra che si possa evitare il doppio rischio di procedere senza discutere da un lato, di discutere senza procedere dall'altro. Non sarà la forma migliore, ma è abbastanza vicina a quello che crediamo debba essere il giusto rapporto dialettico tra prassi e teoria, perché in questa fase ci permette di non mettere in secondo piano nessuno dei due necessari piani dell'azione politica.
Un ulteriore elemento che ci sembra possa essere valorizzato è la possibilità di dare continuità al momento formativo al di là delle contingenze: questo risultato può derivare, però, se concepiamo questo percorso come spazio di confronto tra compagne e compagni, e non come luogo di incontro tra "delegati" delle varie strutture. L'impegno personale di un numero - speriamo sempre maggiore - di persone può garantire crescita e continuità al progetto che, invece, se diventa un “intercollettivi”, rischia di sparire, soffocato dalle doverosissime esigenze quotidiane.

Ora, le nostre riflessioni si sono limitate a mettere in evidenza pochi punti, che ci sembrano elementi da valorizzare. Certamente non sono gli unici: del resto, ci siamo volutamente astenuti dall'entrare nel merito dei contenuti dei singoli seminari, così come abbiamo preferito non discutere delle forme che il progetto può assumere l'anno prossimo, delle scadenze, dell'impegno, dei temi dei quali potremo parlare…
Crediamo, infatti, che questa parte del bilancio - la più importante, quella dove dovrebbe prendere forma la proposta - debba essere condivisa con tutte le compagne e i compagni che, a qualsiasi titolo, in forma saltuaria o costante, hanno partecipato agli incontri, sia a quelli "grandi" in Matteo Ripa, sia a quelli più ridotti... E' convinzione di tutti noi che abbiamo promosso il percorso, infatti, che questo può vivere ed essere fecondo solo se realmente aperto, nella formulazione delle proposte e nella condivisione del progetto. Dall'assemblea di giovedì ricaveremo insieme un bilancio vero e proprio e potremo iniziare a stendere le linee del percorso dell'anno prossimo: speriamo di vedervi numerosi!

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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