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(29 Ottobre 2011) Enzo Apicella
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Da Strauss-Kahn a Lagarde, lo stupro dei popoli

dalla Francia

(6 Luglio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

L’ago della bilancia della telenovela di Strauss-Kahn si è dunque, per ora, spostato dall’altro lato. Se Nafissatou Diallo manca di credibilità, sicuramente Strauss-Kahn non manca di credito per la sua difesa. Tra il suo ryad a Marrakech, il suo appartamento gigante dei Vosgi e la sua residenza obbligata a 50.000 € al mese, ogni giorno si apprendevano stupefacenti nuovi particolari sul tenore di vita del presunto ex campione della sinistra.

E in questo campo, come sul piano politico, non sarà certo la sua sostituta al FMI, Christine Lagarde, a sparigliare: ex ministro di Sarkozy, fu prima presidente di un assai prospero studio di avvocati americani.

Ci sia Lagarde o Strauss-Kahn alla testa di questo Fondo monetario internazionale, questa banda di giannizzeri degli speculatori internazionali, è sempre lo stesso racket, la stessa ferocia contro i popoli. Christine Lagarde, del resto, ha appreso della sua elezione al FMI (salutata altrettanto bene da Nicolas Sarkozy e da Martine Aubry), nel momento in cui i lavoratori greci cominciavano uno sciopero generale di due giorni contro gli attacchi escogitati dalle istituzioni finanziarie.

Un piano di salvataggio dei banchieri, un piano di assassinio della popolazione

Il piano d’austerità dettato dal FMI alla Grecia é stato votato venerdì e con un simile « salvataggio » i lavoratori greci rischiano di rimanere con la testa sottacqua: soppressione massiccia di posti nella funzione pubblica, congelamento o riduzione (fino al 20%) dei salari, età del pensionamento spostata dai 60 ai 67 anni da qui al 2014, diminuzione delle pensioni e degli aiuti ai più poveri e agli handicappati, innalzamento dell’IVA di 10 punti, prosecuzione della privatizzazione di tutti i servizi pubblici.

Tutto questo in nome della « crisi », ci dicono. Ma come dicono gli « indignati » spagnoli, « non è una crisi, è una truffa ! ». Perché, ecco cosa succede: dopo aver troppo generosamente soccorso le banche, gli stati implorano un prestito per arrivare alla fine del mese. Allora, quella che è chiamata la « troika », cioè la Commissione europea, la Banca centrale europea e il FMI utilizzano il ricatto e la costrizione. Alla cassa! Strangolate il vostro popolo! Fatelo pagare per proteggere la finanza!

Sarkozy, Merkel e consorti, fiancheggiati dagli ufficiali giudiziari del FMI, faranno in modo che lo stato greco rimborsi il debito, anche a tassi usurari. A questo proposito, tra il maggio 2010 e l’inizio della crisi greca, la Francia (o piuttosto la banche francesi!) hanno ricuperato 200 milioni di euro soltanto di interessi del debito greco.

E’ uno degli aspetti più cinici del circolo vizioso. Più i tassi d’interesse sono elevati, più gli stati hanno difficoltà a rimborsare i debiti, più sono costretti a prendere in prestito per pagare alle scadenze e più le banche (e dietro di loro le grandi fortune) aumentano nuovamente i tassi d’interesse, invocando il timore di non essere rimborsate.

Questo nodo scorsoio che sta strangolando la Grecia è più o meno all’opera in molti altri paesi europei. L’Inghilterra ha conosciuto giovedì scorso uno sciopero inedito di lavoratori delle funzione pubblica, che subiscono il congelamento dei salari per due anni e la soppressione di 300.000 posti di lavoro. In Italia, il ministro dell’economia ha presentato lo stesso giorno un piano d’austerità di 43 miliardi di euro sotto forma di tagli di bilancio, congelamento dei salari e delle assunzioni. E quello che succede in Spagna, in Portogallo, in Grecia e in Inghilterra, non mancherà di accadere in Francia come altrove.

Alla scala europea, le reazioni dei lavoratori sono ancora lungi dall’essere all’altezza degli attacchi che giungono da tutti i governi, di destra come di sinistra. Ma il vigore e la persistenza della lotta della popolazione greca sono un esempio delle lotte che potrebbero presto riguardare una larga parte della popolazione europea. A quel punto, l’indignazione potrebbe trasformarsi in rivolta generale!

Editoriale del bollettino di fabbrica "l’Etincelle" pubblicato dalla frazione di minoranza di Lutte Ouvrière - 4 luglio 2011

http://www.convergencesrevolutionnaires.org

traduzione di Michele Basso

Convergences Révolutionnaires

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