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Banda della Magliana, una holding criminale ancora in attività?

(10 Luglio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Banda della Magliana, una holding criminale ancora in attività?

foto: www.radiocittaperta.it

Davide Papallardo, Liberazione 9 - 7 - 2011

Uno spettro si aggira per Roma. E non è quello di Beatrice Cenci che passeggia per Ponte Sant’Angelo, ma quello di un gruppo criminale la cui fama ha prodotto libri e fiction: la Banda della Magliana. Ad evocarlo fatti di sangue e arresti. Episodi che se presi singolarmente possono sembrare slegati tra loro, ma che se visti insieme sono i tasselli di un mosaico che non si è mai scomposto.
29 febbraio 2008, a Centocelle viene ucciso Umberto Morzilli, detto “Il Meccanico”. Morzilli nel 2007 era stato coinvolto nel crak del palazzinaro Danilo Coppola, e già aveva sul groppone una condanna per tentata estorsione nell’ambito di un’inchiesta che coinvolgeva anche Tony e Massimo Nicoletti, i figli di Enrico Nicoletti, considerato il cassiere della Banda.
4 giugno 2009. Poco prima delle 20 in via Maccari ad Acilia, all’uscita di una sala giochi, viene freddato Emidio Salomone. L’uomo era considerato esponente di spicco della Banda nella zona del litorale di Ostia. Per anni era stato in stretti rapporti con Vittorio Carnovale, ”Il Coniglio”, tra i capi del gruppo di Acilia.
Il pasoliniano Antonio Mancini, “L’Accattone”, uno che nel gruppo contava tanto, ha ricordato di mettere in fila queste due morti per dimostrare che la Banda della Magliana esiste ancora. Mancini in un’intervista del 2010 a "la Repubblica" ha affermato che c’è chi ha usato e continua ad usare i soldi di chi è morto e di chi è finito in galera. Per spiegare cosa sia successo – ha spiegato Mancini – «bisogna chiedersi come mai i miei soldi di bandito, un miliardo e trecento milioni di lire, sono finiti, come ho saputo, nelle tasche di Danilo Coppola. Il furbetto del quartierino, quello delle scalate alle banche. Prima di andare dentro, avevo affidato quei soldi a Enrico Nicoletti, il cassiere della Banda. E non li ho mai rivisti. Che ci ha fatto Nicoletti con la montagna di miliardi della Banda?».
E proprio Nicoletti il 6 luglio 2011 è stato arrestato con l’accusa di associazione a delinquere, millantato credito, truffa, usura, falso, riciclaggio e ricettazione.
Tornando indietro di qualche mese, al 6 ottobre 2010, c’è l’arresto di Manlio Vitale, “Er Gnappa”. Era a Caserta con altri 6 - “i sette uomini d’oro” - per assaltare il caveau di una banca. Vitale, pluripregiudicato di Tor Marancia, già nell’80 era un esponente di primo piano della mala romana. Il 21 luglio di quell’anno fu infatti trovato a partecipare ad un vertice al bar “Fermi” in compagnia di gente del calibro di Danilo Abbrucciati, Franco Giuseppucci ed Enrico De Pedis, tre pezzi da novanta della Banda, a colloquio col terrorista nero Alessandro Alibrandi.
Er Gnappa è inoltre recentemente salito agli onori delle cronache per il caso di Emanuela Orlandi, la ragazzina cittadina vaticana rapita nel 1983. Secondo l’estremista di destra Maurizio Giorgetti, la Orlandi sarebbe stata rapita proprio per recuperare un’ingente quantità di denaro di Vitale. Dopo le dichiarazioni rilasciate a Chi l’ha visto? e Il Messaggero, Giorgetti ha subito un pestaggio.
Ma eccoci agli ultimi mesi che registrano a Roma un’improvvisa escalation di violenza.
Aprile 2011. Nel quartiere Prati viene ucciso un imprenditore finanziario, Roberto Ceccarelli, che avrebbe avuto in passato rapporti con esponenti della Banda.
Il 5 luglio sempre in zona Prati, è la volta del trentatreenne Flavio Simmi, 33 anni. L’uomo era stato gambizzato lo scorso 7 febbraio in piazza del Monte di Pietà nei pressi della gioielleria di famiglia. Flavio Simmi è figlio di Roberto arrestato nel 1993 perché ritenuto legato al nucleo storico della Banda della Magliana e poi assolto e nipote di Tiberio Simmi, coinvolto nelle vicende della Banda, e considerato insieme ad Alessio Monselles stretto collaboratore di Giuseppe De Tomasi, detto “Sergio il ciccione”, prestasoldi e prestanome della Banda.
De Tomasi è sospettato dagli inquirenti di essere l’uomo che contattò telefonicamente la famiglia Orlandi il 28 giugno 1983 dopo il rapimento. Alessio Monselles è stato invece nuovamente arrestato il 6 luglio 2011 insieme ad Enrico Nicoletti.
Sempre nell’opulento ed elegante quartiere romano, in precedenza, il 30 settembre 2010, era stato gambizzato l’avvocato Piergiorgio Manca. Il legale era già stato colpito da un colpo di pistola a un braccio nell’aprile dello stesso anno. Manca è stato un difensore storico della Banda della Magliana.
Fatti e arresti questi che confermano come esponenti di punta del sodalizio criminale non sono né andati in “pensione” né “in sonno”, bensì sono in piena attività.
Ma la Banda della Magliana non è stata (o non è) solo scommesse alle corse dei cavalli, videopoker mangiasoldi, bische clandestine, prestasoldi trasformati in magnati della finanza, ricettatori, falsari, rapine, sequestri, boss in Ferrari e tonnellate di droga immesse nella capitale. La Banda della Magliana era un coacervo di intrecci e interessi con le altre organizzazioni criminali, con settori della finanza, dei servizi segreti, dell’eversione nera e con la P2.
La Banda non è stata (o non è) “solo” una holding criminale, è qualcosa di più, coinvolta nel caso Moro, nel rapimento Orlandi, nella gestione dei soldi del Vaticano, nei depistaggi sulla strage alla Stazione di Bologna, in omicidi eccellenti, in rapporti con la politica.
Ecco cosa ha dichiarato Nicoletti in un’intervista a "l’Espresso" di un anno fa: «Andreotti? Sa che io sono stato la sua salvezza. Hanno fatto di tutto per convincermi ad accusarlo, a dire cose false contro di lui. E so che mi vuole bene. Lui era amico già di mio padre e quando stava a Palazzo Chigi mi aveva dato libero accesso: entravo da dietro e l’aspettavo in ufficio. Quando nel 1991 diventò senatore a vita però scelsi di schierarmi con Vittorio Sbardella, un vero amico, e lui non me lo perdonò».
Ora è arrivato il momento di capire chi ha protetto questo gruppo sanguinario facilitando clamorose evasioni, facendo sì che ci fossero sconti di pena, agevolazioni in carcere, impunità e soprattutto per sapere perché. Chi ha beneficiato di tanti anni di operatività della Banda della Magliana tra il personale politico, finanziario e imprenditoriale italiano?

Radio Città Aperta - Roma

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