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Pro mutuo mori

Pro mutuo mori

(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
In un attentato a Kabul, sono colpiti due blindati italiani, uccidendo 6 parà della Folgore

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La pace degli oppressi è la rivoluzione

volantino per il 20 marzo

(19 Marzo 2004)

e truppe italiane in Irak, per conto degli interessi dell’ENI e partecipi di un’occupazione coloniale vanno immediatamente ed incondizionatamente ritirate.
Più in generale se ne devono andare dall’Irak tutte le truppe imperialiste di occupazione, con o senza la benedizione dell’ONU.

L’ONU MASCHERA DELL’IMPERIALISMO
L’invocazione dell’ONU come guida e garanzia della “transizione” in Irak dopo il 30 giugno è solo un’ipocrita mistificazione.
La verità è che l’ONU, tanto più oggi, è la maschera dell’imperialismo.
L’ONU ha già perpetrato un embargo genocida contro il popolo irakeno e oggi sta coprendo, con la sua risoluzione 1511, l’occupazione coloniale dell’Irak. La “transizione” annunciata per fine giugno è solo l’attuazione del piano coloniale già predisposto dalla potenze occupanti e già avallato dall’ONU. Se i governi tedesco, francese ed oggi spagnolo chiedono un ruolo più visibile dell’ONU nella gestione di quel piano è solo perché vogliono un quadro più collegiale della spartizione del bottino in Irak e in Medioriente, a tutela dei propri interessi. Questo gioco va smascherato e denunciato, non coperto.

ONE SOLUTION, REVOLUTION
Non il terrorismo ma l’imperialismo di ogni colore è alla base della politica di guerra e di rapina in Irak, come già in Afghanistan, come già nei Balcani. Solo una rivoluzione socialista internazionale che rovesci l’imperialismo – che dia il potere ai lavoratori e alle masse oppresse del mondo – può troncare le radici del colonialismo e delle guerre. Ogni altra “soluzione” è propaganda e utopia. Per questo è decisivo collegare la mobilitazione per il ritiro delle truppe alla centralità della lotta di classe internazionale e alla lotta dei popoli oppressi contro l’imperialismo.

PER IL DIRITTO DI SOLLEVAZIONE DEL POPOLO IRAKENO
Il popolo irakeno ha il pieno diritto alla sollevazione di massa contro le forze occupanti – italiane incluse – con tutti i metodi di lotta conformi alla propria liberazione: scioperi, manifestazioni, autodifesa armata, insurrezione. Noi stiamo dalla parte di quel popolo e di quel diritto, senza riserve. Proprio a partire da questa inequivoca scelta di campo rivendichiamo la necessaria autonomia di giudizio sulle attuali direzioni egemoni della resistenza irakena, sul loro profilo reazionario (baathista o fondamentalista), sull’esigenza di un’altra direzione politica della lotta anticoloniale. Perché la soluzione progressiva della crisi irakena non è certo una soluzione “khomeinista” : è un governo operaio e contadino.

CONTRO IL TERRORISMO, NEL NOME DELLA RIVOLUZIONE, NON DELLA “PACE”
Il terrorismo fondamentalista va contrastato ovunque nel modo più intransigente. Ma va contrastato dal versante e nell’interesse della rivoluzione, non dal versante della “pace” tra oppressi ed oppressori.
Ed anzi oggi solo lo sviluppo di una prospettiva rivoluzionaria di massa che unisca e sollevi il popolo arabo contro l’imperialismo, contro la macchina statale del sionismo, contro le stesse borghesie nazionali arabe può tagliare l’erba sotto i piedi del terrorismo fondamentalista e reazionario.
Al contrario ogni diplomazia di “pace”, a difesa dell’ordine esistente, gli fornirà un nuovo terreno di reclutamento, nuove mitologie, nuove bandiere mistificanti presso le masse diseredate. A tutto vantaggio dell’imperialismo.

VIA BERLUSCONI-AZNAR MA NON PER PRODI-ZAPATERO
L’importante caduta di Aznar in Spagna misura l’impopolarità delle politiche coloniali e di guerra in Occidente. Ed è un buon augurio per la cacciata di Berlusconi in Italia.
Ma l’alternativa vera ad Aznar non è certo il governo borghese di Zapatero: che, contro ogni effimera illusione, già annuncia la continuità delle politiche sociali di Aznar, sostiene il progetto reazionario di Costituzione europea, rifiuta il ritiro immediato delle truppe dall’Irak.
Allo stesso modo, l’alternativa a Berlusconi in Italia, per i protagonisti di tre anni di lotte, non sarà certo un governo Prodi-D’Alema: ieri sostenitori delle guerre umanitarie, oggi sostenitori delle occupazioni coloniali e persino delle manifestazioni di “unità nazionale” con Berlusconi.
Solo un governo dei lavoratori, basato sulla loro forza e su un programma anticapitalista, può rompere col passato e aprire davvero una pagina nuova: in Italia, in Europa, nel mondo.

- RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE ITALIANE DALL’IRAK!
- NESSUNA FIDUCIA NELL’ONU, COPERTURA LEGALE DELL’IMPERIALISMO!
- PER IL DIRITTO DI SOLLEVAZIONE DEL POPOLO IRAKENO CONTRO LE TRUPPE D’OCCUPAZIONE! PER UN GOVERNO OPERAIO E CONTADINO IN IRAK!
- PER LA RIVOLUZIONE SOCIALISTA INTERNAZIONALE, UNICA ALTERNATIVA REALE ALLA BARBARIE DEL CAPITALISMO, UNICA RISPOSTA REALE AL TERRORISMO FONDAMENTALISTA E REAZIONARIO!
- CACCIAMO IL GOVERNO BERLUSCONI, SULLA SCIA DELLA CADUTA DI AZNAR. NON PER PRODI-ZAPATERO, MA PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI!
- NESSUNA “PACE” TRA OPPRESSI E OPPRESSORI!

Associazione Marxista Rivoluzionaria
PROGETTO COMUNISTA
sinistra del PRC

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