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Per i tre operai della Fiat

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(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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Melfi. Il giudice dà ragione alla Fiat. Landini, la partita è ancora aperta

(15 Luglio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Melfi. Il giudice dà ragione alla Fiat. Landini, la partita è ancora aperta

foto: www.dirittidistorti.it

Il giudice del lavoro, Amerigo Palma, ha accolto il ricorso presentato dalla Fiat contro il reintegro di tre operai (due dei quali delegati Fiom) dello stabilimento di Melfi (Potenza). Nell'estate del 2010, Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli erano stati licenziati, con la contestazione da parte dell'azienda di aver sabotato la produzione durante uno sciopero interno, ed erano poi stati reintegrati dal giudice del lavoro. La decisione di Palma azzera di fatto la decisione dello scorso agosto, quando un altro giudice del Lavoro reintegrò i tre lavoratori al loro posto di lavoro, anche se poi la Fiat lil 21 agosto comunicò, attraverso un telegramma, «che non si sarebbe avvalsa delle loro prestazioni». Ora, con l'accogliemento del ricorso presentato dalla Fiat, i lavoratori sono di fatto licenziati.

Alla notizia, che anche noi avremmo preferito fosse diversa, alcuni lavoratori in presidio dalla mattina davanti al Tribunale di Melfi (Potenza) hanno visto i legali della Fiat e hanno gridato più volte «vergogna», altri lavoratori della Fiom non hanno trattenuto le lacrime.

Presente con loro il segretario generale della Fiom Maurizio Landini, che ha definito quella del Tribunale una sentenza che indigna: «la decisione di oggi del Tribunale di Melfi di accogliere il ricorso della Fiat Sata ci lascia profondamente indignati, anche perchè, inspiegabilmente, non sono state accolte alcune delle prove da noi presentate. Comunque il giudice, pur non riconoscendo da parte di Fiat il comportamento antisindacale, ha lasciato intendere che i tre lavoratori non hanno posto in essere comportamenti premeditati ed illegittimi che giustifichino i licenziamenti», spiega il leader delle tute blu della Cgil, Maurizio Landini. «Per la Fiom la partita è ancora aperta. Riteniamo grave, inoltre, il fatto che i lavoratori siano da oggi senza stipendio, dopo un anno passato chiusi nella saletta della Rsu per otto ore al giorno», dice ancora annunciando il ricorso in appello e la solidarietà ai tre operai Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli. E proprio Marco, anche a nome di Giovanni e Antonio, ha aggiunto che «noi accettiamo la decisione del giudice, perchè è lui a decidere, ma sicuramente non ci arrendiamo perchè riteniamo che il nostro è stato un licenziamento illegittimo».
A questo punto la Fiom è pronta a ricorrere in appello, oltre alle cause individuali di impugnazione dei licenziamenti già presentate. «Ricorreremo in appello per riaffermare il fatto che si tratta di licenziamenti mirati, contro lavoratori che, come unica colpa, hanno quella di essere iscritti e rappresentanti sindacali della Fiom-Cgil. Nel ricorso e nelle cause individuali ripresenteremo gli elementi emersi nel corso di questo anno di udienza, a partire dalle registrazioni e dagli sms, che in questo procedimento non sono stati accolti perchè giudicati tardivi», conclude Landini.

Ad esprimere solidarietà ai tre lavoratori è stato il Presidente della Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola, che ha inviato loro un toccante messaggio: «Cari Giovanni, Antonio e Marco, due cose voglio dirvi: innanzitutto che non sarete soli nel proseguire la vostra legittima lotta per riaffermare il diritto al lavoro. Con voi i vostri compagni di lavoro, la Fiom, e tanti e tante che in Italia continueranno ad esprimervi il proprio sostegno, a partire da me e da Sinistra Ecologia Libertà». Ed aggiunge, «è inoltre ammirevole il vostro senso dello Stato nel voler rispettare una sentenza così amara per voi. Date una lezione di dignità a quei tanti potenti che ogni giorno, fuori e dentro le aule di giustizia in modo sprezzante si rivolgono ai Poteri dello Stato».

15-7-11

Alessandra Valentini
DirittiDistorti

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