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Nuova giornata di lotta alla tnt di piacenza

(16 Luglio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.sicobas.org

Dopo l'interruzione di lunedì della trattativa con il consorzio Gesco Nord cui è appaltata la gestione della logistica TNT nel sito di Piacenza (e non solo) gli operai protagonisti del picchetto dell'8 luglio rilanciano con forza la lotta e danno vita ad una nuova nottata di sciopero con blocco totale dei cancelli, inziato alle 20,30 del 14 luglio 2011 durante il turno di lavoro:
ad un segnale preciso dei delegati, tutti gli operai sindacalizzati (circa 130) bloccano improvvisamente l'attività, escono dallo stabilimento gridando slogan e vanno immediatamente a bloccare ingressi ed uscite del magazzino, sostenuti da un centinaio fra militanti e operai di altre cooperative.

Evidente l'imbarazzo dell'azienda e delle forze dell'ordine colte nuovamente di sorpresa dopo che, inutilmente, nei giorni scorsi, avevano cercato di prevenire un nuovo blocco attraverso una loro presenza ai cancelli negli orari di inizio attività.
Se la modalità di lotta individuata rappresenta una prima importante novità rispetto al picchetto precedente, ad essa ne segue una seconda che riguarda la scelta dell'estabilishement di mettere in campo la forza del ministero dei trasporti, nella figura del sottosegretario Giachino, che tramite la questura piacentina, alle 22,30, fa sapere di essere disposto ad incontrare il SI.Cobas e i delegati dei lavoratori in un tavolo congiunto (lunedì alle ore 15) insieme a Provincia, Prefettura, vertici del Consorzio delle Cooperative Gesco Nord, per risolvere la questione .
Senza dubbio l'interesse di Giachino è in una qualche maniera dovuto al presente e al futuro del Consorzio, che evidentemente gli sta particolarmente a cuore, così come la TNT ha tutto l'interesse a mantenere il rapporto con un sottosegretario al Ministero del Lavoro e a cercare di prendere tempo per trovare le giuste contromisure di cui è ancora alla ricerca; ciò non toglie che la lotta tende di fatto ad entrare nelle sfere delle relazioni nazionali per quanto riguarda il controllo e contrattazione della forza lavoro della logistica nazionale e che, grazie ad essa, i lavoratori ora possono contare e giocarsi i propri destini immediati (e non solo).
In ogni caso, dopo numerosi capannelli e "assemblee generali" nella continuazione dello sciopero si decide di accettare di partecipare all'incontro previsto per lunedì pomeriggio, ma, non per questo (come chiedeva invece la Questura piacentina) di smobilitare il picchetto .
Si prosegue così fino all'una di notte, mentre la fila di camion è ormai talmente lunga da aver definitivamente compromesso lo svolgimento delle operazioni di scarico e carico su cui si articola un normale turno di lavoro (per rendere l'idea: i camion che avrebbero dovuto uscire per mezzanotte, dopo essere stati scaricati e ricaricati, alle due erano ancora in coda per entrare nel magazzino e con una forza-lavoro interna più che dimezzata consistente cioè in circa 120 operai sui 260 previsti, di cui 80 riservisti, cioè senza contratto, con un premesso di soggiorno traballante, e che rispondono ogni sera ad una possibile chiamata specifica.
Giunge così il tempo di tornarsene a casa, consapevoli che presto arriverà un nuovo momento di scontro; la festa improvvisata nel parcheggio antistante, gli scambi di abbracci oltre ogni barriera di colore e nazionalità ormai saltate, sono la sintesi soggettiva di ciò che sta accadendo da quelle parti perchè davvero i venti di rivolta del nord-africa sono giunti fino a qui e con essi il senso di liberazione di cui sono portatori, vissuto e trasmesso a tutti i presenti accorsi da varie città e situazioni a dar manforte a coloro che stanno cominciando a far saltare la catena del comando e stanno trasferendo la paura nel campo avverso.
Detto in altri termini: abbiamo messo i piedi nel piatto di alcuni tra i reali mandanti della legislazione razzista Prodi-Turco-Napolitano-Bossi-Fini.
Ed è proprio da tale consapevolezza che nascono le proposte per utleriori mobilitazioni ( perché l’incontro di lunedì pensiamo serva alla nostra controparte e alle varie rappresentazioni istituzionali a fiaccare e stroncare la lotta e a colpire questi proletari immigrati ) che, oltre allo sciopero, secondo modalità che verranno definite dagli operai stessi e comunicate tempestivamente a tutti i sotenitori), sfocerà con tutta probabilità in una manifestazione cittadina prevista per giovedì 21 luglio a partire dal tardo pomeriggio e su cui lunedì sapremo essere più precisi.

Finito di scrivere alle ore 16.00 di venerdì 15 luglio.

Ore 18,30 venerdì 15 luglio, apprendiamo dai lavoratori che si sono recati al magazzino che il caporalato delle cooperative del Consorzio Gesco Nord bloccano davanti ai tornelli d’entrata tutti i lavoratori che hanno scioperato la sera del 14 luglio. Questo atto illegale di ulteriore repressione nei confronti dei lavoratori che hanno scioperato avviene sotto gli occhi di alcuni poliziotti li presenti. Sappiamo che sul posto si sono recati alcune componenti di Rifondazione Comunista mentre stanno per arrivare da Milano dei rappresentanti esterni al magazzino del S.I.Cobas.

Ore 18,40 ci viene comunicato, da un assessore provinciale di Piacenza, che il sottosegretario ha posticipato la riunione di lunedì a venerdì 22.

Ipotizziamo che la riunione possa solo servire a legittimare l’accordo con CGILCISL e UIL, cioè con coloro che hanno una minima o nulla rappresentanza reale nel magazzino e che hanno permesso fino ad oggi questa infame porcheria a danno dei lavoratori, cercando di escludere S.I.Cobas e RSA da loro nominate e che hanno diretto la lotta. Non è escluso che i soggetti coinvolti vogliano anche concordare un piano di “ordine” aziendale che colpisca una parte dei lavoratori mancanti di documentazione, che fino ad oggi venivano super sfruttati e trattati a livello schiavistico (ricordiamo che la maggioranza dei lavoratori a tempo indeterminato si presentano davanti ai tornelli alle 18,30 e vengono chiamati, una parte di essi, fino alle ore 22, fanno 4 ore di lavoro, poi in orario estivo stanno fermi anche tre ore e poi riprendono a lavorare e possono finire anche alle ore 12 o 13 del giorno dopo, con una busta paga di 57 euro mensili e bonifico in banca di 1100 euro. Tutto ciò avviene in barba all’Ispettorato del Lavoro, alla Finanza ecc).

NON PASSERANNO: i lavoratori e i militanti solidali alla lotta non permetteranno che si perpetui tali barbarie! In questa lotta, come in altre , si è realizzata un’unità di vari soggetti: lavoratori extracomunitari, lavoratori italiani, forze di movimento, sintonizzati sulla stessa frequenza, quella della lotta di classe.

Filmati sul canale SI Cobas: www.youtube.com/SIcobas

S.I. Cobas - Sindacato Intercategoriale Lavoratori Autorganizzati

Fonte

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