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Un'altra nave per Gaza

Un'altra nave per Gaza

(10 Giugno 2010) Enzo Apicella
Gli ebrei tedeschi spediranno a metà di luglio una nave carica di aiuti per Gaza, nel tentativo di rompere l'assedio israeliano

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Israele, non avrai mai la Dignité

(20 Luglio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Israele, non avrai mai la Dignité

foto: www.caunapoli.org

Ancora una volta Israele si dimostra per quello che è: uno stato liberticida che affama e distrugge con ogni mezzo il popolo palestinese.
Oggi è arrivata l'ennesima dimostrazione: la nave Dignité, imbarcazione francese della Freedom Flotilla II in rotta da ieri verso Gaza, dopo aver aggirato il blocco navale imposto dal governo greco, è stata abbordata dalla marina dell'esercito israeliano in acque internazionali. Dalle informazioni di cui siamo finora in possesso, sappiamo che i passeggeri sono stati trasferiti su navi della marina israeliana e al momento non si hanno ulteriori notizie.

Quest'ennesimo atto di forza non fa altro che dimostrare, ancora una volta, da un lato la determinazione di Israele che, dopo essersi impegnato con sabotaggi e arresti a boicottare la partenza delle navi della Freedom Flotillia II, ha bloccato questa unica, piccola, ma fondamentale imbarcazione partita alla volta di Gaza, sequestrandone i passeggeri. Da un altro lato quest’azione ha dimostrato quanta paura possa fare ad Israele anche solo questa nave, piccola ma eccessivamente pesante politicamente: non smetteremo mai, infatti, di sottolineare assieme a tutti i sostenitori e organizzatori della FF2 che la forza e l’importanza di questa campagna, più che nel carattere umanitario, di cui le imbarcazioni pure si sono

fatte carico, intendendo consegnare cemento e medicinali ai gazawi (rifornimenti fondamentali per un popolo assediato) è nel significato politico dell’azione. Arrivare a Gaza via mare significa sfidare l'embargo arbitrario di Israele che si arroga il diritto di intervenire addirittura in acque internazionali; significa sfidare l'isolamento a cui Israele ha condannato il popolo palestinese; significa battersi affinché i palestinesi abbiano la possibilità di spostarsi e comunicare con il resto del mondo; significa porre attenzione sulla questione e sostenere concretamente l’avanzamento della lotta per l’autodeterminazione del popolo palestinese.

“Rompere il silenzio” non è un invito retorico, dal momento in cui le uniche voci che, prepotenti, prendono spazio sulla questione sono quelle sioniste di destra come di sinistra. Sta a noi tutti far sì che la lotta palestinese sia anche la nostra lotta dando risonanza alla resistenza del popolo e contribuendo così a rompere il muro di silenzio che, forse al pari del muro dell’apartheid nei territori occupati, opprime e mortifica quotidianamente la loro e la nostra libertà.

per altre info www.freedomflotilla.it

Di seguito riportiamo il comunicato dell'ufficio stampa Freedom Flotilla Italia

Sequestrati e forzati ad entrare in Israele

COMUNICATO STAMPA, 19 Luglio 2011
Sequestrati in acque extraterritoriali 16 cittadini di diversa nazionalità. L’azione non è stata commessa da pirati somali ma dalla marina israeliana.
Tra i sequestrati ci sono deputati, medici, professori , giornalisti, attivisti per la pace (vedi lista passeggeri, foto e brevi biografie).
Che fine ha fatto Jérôme Gleizes, professore di Economia, direttore della rivista Ecorev, Capo della TCE in Europe? E con lui la dottoressa Jacqueine Le Corre, partita per portare aiuto sanitario alla popolazione di Gaza? Il deputato onorario del Parlamento francese Jean Claude Lefort , il capo dell’associazione ecologica Keep it Blue Jo Le Guen, l’editore Yamin Makri, la vice presidente dell’ AFPS Claude Léostic, già sgradita a Israele per aver sostenuto le ragioni di Arafat, Oummeya Naoufel Seddik,il tunisino oppositore di Ben Ali,? e Thomas Sommer-Houdeville, e Yannick Voisin e Hilaire Folacci e Stéphan Corriveau? E il musicista ebreo di fama internazionale Dror Feiler, anche lui imbarcatosi per rompere l’assedio, dove sarà in questo momento? Insieme al professore ateniese Vangelis Pissias, o ai giornalisti Ayyache Derradji, Amira Hass, Stéphane Guida? Quale trattamento riserverà loro Israele?
Il silenzio complice di governi importanti e di governi deboli, e la benevolenza di mass media che utilizzano aggettivazioni improprie per ridurre la portata delittuosa dei suoi reati, purtroppo consente a Israele di fare ogni cosa.
Alcune agenzie pro-assedio hanno addirittura diramato la notizia che la nave Dignite’ è stata “pacificamente fermata” . Pacificamente? non più di quanto possa essere pacifico sfilare un portafoglio con destrezza o “persuadere “ qualcuno con l’ostentazione di sovrabbondanti equipaggiamenti militari a seguire una diversa rotta.
Ci vergogniamo di assistere al signorsì dei nostri governanti e al silenzio-assenso dei nostri mass media, per questo abbiamo chiesto a tutta la società civile e sinceramente democratica di ritrovarsi in ogni città davanti ai consolati e alle ambasciate israeliane per esigere il rilascio della nave e dei suoi passeggeri e per ribadire che l’assedio di Gaza deve finire.
Chiediamo che i mass media non si lascino imbavagliare, ma che svolgano il compito di informazione corretta e di denuncia democratica che in tante occasioni, dignitosamente, rivendicano.

A Roma manifestiamo domani, 20 luglio, alle ore 18 davanti all’ambasciata israeliana in via Michele Mercati per il rilascio dei 16 attivisti sequestrati. Con noi sarà presente anche Vauro, testimone diretto imbarcatosi sulla Stefano Chiarini e costretto a tornare in Italia.

Ufficio stampa Freedom Flotilla Italia
333.5601759 – 338.1521278

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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