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    Comunisti, insieme per l’opposizione di classe e l’alternativa di sistema

    Ricostruire e rifondare il partito comunista – Rilanciare la sinistra anticapitalista – Costruire un vasto fronte di resistenza alla crisi – Basta politiche governiste

    (20 Luglio 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

    Comunisti, insieme per l’opposizione di classe e l’alternativa di sistema

    foto: www.comunistiuniti.it




    Sabato 2 luglio si sono riuniti a Roma, provenienti da diverse regioni del paese, compagni e compagne dei circoli critici e autoconvocati del PRC, di alcune sezioni del PdCI, dei Comunisti Uniti e di alcune associazioni della diaspora comunista. L’incontro aveva lo scopo di riprendere e dare seguito al confronto unitario iniziato con l’assemblea di Livorno dello scorso gennaio.

    Preso atto che i comunisti oggi sono sparsi in molte organizzazioni differenti, e che tantissimi sono ormai quelli “senza tessera” disillusi dai percorsi politici che abbiamo attraversato, pensiamo sia sempre più urgente un dialogo e un’iniziativa dal basso che dia un segnale di “unità utile” alla prospettiva di ricostruzione di un Partito Comunista degno di questo nome e all’altezza dello scontro di classe oggi.

    Questa per noi è l’unità nella lotta, nella costruzione di un’opposizione di classe contro le politiche antipopolari dei governi siano essi di centrodestra che di centrosinistra, contro il fascismo, contro le politiche liberiste della UE e contro le guerre imperialiste.

    Per fare questo dobbiamo recuperare la nostra autonomia e non ripercorrere gli stessi errori (governismo e subalternità alle compatibilità capitalistiche) che ci hanno condotto alla attuale frammentazione e crisi di radicamento tra i lavoratori dipendenti, i precari, i pensionati, le donne, gli immigrati e tutte le fasce più fortemente colpite da questa crisi strutturale del sistema dominante: il nostro blocco sociale di riferimento.

    D’altronde la crisi che abbiamo di fronte non è una semplice crisi finanziaria o congiunturale. Siamo di fronte a una crisi “di sistema”; probabilmente la crisi più grave di valorizzazione del capitale da molti decenni a questa parte. Una crisi di sovrapproduzione su scala mondiale di questo livello vuol dire che i paesi capitalisti non possono uscirne con semplici mezzi di sostegno al consumo o palliativi riformisti utilizzati nel passato. Per riprendere un ciclo di accumulazione di profitti per i capitalisti è necessaria una vera e propria aggressione al lavoro salariato in tutto il pianeta che produca cancellazione di forze produttive, azzeramento di diritti, distruzione dell’ambiente, competizione internazionale e guerre. Non sono un caso le forti riprese delle lotte sociali e sindacali nei paesi imperialisti, e in vasti strati del mondo capitalista, in cui i governi attuano feroci politiche di austerity di concerto con istituzioni internazionali come FMI e BCE.

    Anche in Italia, i segnali di ripresa del conflitto sociale di questi ultimi mesi sono molteplici. La reazione operaia contro il Piano Marchionne; gli scioperi che hanno caratterizzato la risposta del lavoro salariato all’attacco di Governo, Confindustria e BCE; il moltiplicarsi delle lotte dei precari contro la crisi e l’austerity; l’esito delle ultime amministrative che ha visto non solo la sconfitta pesante delle giunte di destra ma anche il successo di liste e candidati identificati come elementi di discontinuità con gli apparati del PD; l’enorme successo della mobilitazione popolare referendaria che marca una forte inversione di tendenza all’egemonia ultradecennale dell’ideologia del libero mercato e del “privato è bello” che continua a caratterizzare molte politiche locali sia del centro-destra che del centro-sinistra; le mobilitazioni dei movimenti NO TAV e contro le devastazioni ambientali.

    Quello che manca a questi segnali di resistenza al capitalismo, è un’anima ricompositiva di classe e una prospettiva di alternativa all’intero sistema dominante che prefiguri l’uscita dal capitalismo come la vera via d’uscita di sinistra alla crisi. E invece sono evidenti i tentativi di tornare alla subalternità della sinistra di classe e sindacale alle compatibilità capitalistiche. Il nuovo patto sociale siglato dalla Cgil con Confindustria, ed i sindacati collaborazionisti Cisl e Uil, fa il paio con la riproposizione di alleanze governiste a sinistra che ci riporteranno sulla stessa strada delle fallimentari esperienze vissute negli ultimi 15 anni. D’altro canto, non sono sufficienti nemmeno le risposte minoritarie finora messe in campo, con micro-partitini o col rifugiarsi in un movimentismo antipolitico inconcludente. Questa strada rischia solo di alimentare la diaspora silenziosa e la frammentazione delle forze comuniste e anticapitaliste.

    Il percorso di collegamento e di ricomposizione dei comunisti ovunque collocati che ci proponiamo è quello di un laboratorio politico nazionale dei “Comunisti Insieme” che sia aperto e animato ugualmente dai compagni critici del PRC, del PdCI, del movimento dei Comunisti Uniti e altri della diaspora diffusa disponibile.

    Tale laboratorio politico dovrà trovare forme di collegamento e di iniziativa comune in ogni territorio possibile che valorizzi le differenti esperienze e che si dovranno coordinare a livello nazionale in campagne politiche comuni. Questo laboratorio politico rimarrà trasversale, per cui ogni singolo comitato locale o compagno non deve rinunciare oggi alla propria collocazione organizzativa: dentro o fuori della FDS, in comitati o associazioni di comunisti che organizzano la diaspora, nei partiti o nelle organizzazioni comuniste esistenti.

    Tutti però lavoreremo per dotarci di un documento politico e di una strategia comune a livello nazionale che tenteremo di riportare nella vita politica di ciascun pezzo possibile dell’attuale arcipelago comunista. L’approccio che tenteremo di utilizzare con tutti i progetti di unità e ricomposizione dei comunisti esistenti è quello della “sfida unitaria”. Ossia, un atteggiamento critico sulle discriminanti che abbiamo posto ma aperto alla massima collaborazione su ogni singolo punto possibile. Questo per far emergere le contraddizioni politiche reali e mettere da parte quelle determinate dalle piccole beghe tra gruppi che non sono utili a creare le condizioni per un percorso necessario realmente aperto e costituente che coinvolga larghe forze.

    Gli obiettivi politici principali di questo laboratorio sono quindi riassumibili nella necessità di:

    porre le basi per la ricostruzione di un soggetto politico che persegua coerentemente una linea di classe in questa direzione: il Partito Comunista;
    contribuire ad un vasto fronte di resistenza sociale alla crisi;
    favorire le condizioni per una prospettiva di uscita dal capitalismo; Per favorire questi obiettivi dobbiamo:

    - agire per unire, collegare e salvaguardare le energie conflittuali, le militanze dei compagni/e collocati sia dentro che fuori i partiti comunisti della FdS; difendere le comunità resistenti e le esperienze politiche, in particolare quelle di base; mettere in contatto le diverse realtà critiche presenti nel paese, ancora scollegate e frammentate, al di là dei riferimenti a differenti aree e organizzazioni, per impedire che il dissenso diventi sfiducia e disimpegno;

    - sviluppare tavoli di confronto permanenti tra tutte le esperienze comuniste ed anticapitaliste, sociali e politiche, disponibili ad una ricerca e ad un lavoro comune, e questo rigorosamente sul terreno dei contenuti, delle analisi e delle concrete esperienze nelle lotte sociali, proponendo la convergenza su battaglie comuni per costruire un processo di riaggregazione su contenuti di classe;

    - rafforzare, monitorare e collegare la presenza dei/lle compagni/e, dei circoli e sezioni di PRC e PdCI, delle varie forze e realtà comuniste, nelle lotte sociali, agendo in maniera dialettica (impegno diretto, proposta, sintesi e orientamento politico nei/dei movimenti) e facendo anche la necessaria chiarezza sulla contraddizione sempre possibile tra impegno sociale e rappresentanza politico-istituzionale, che spesso rischia di distruggere la credibilità della nostra iniziativa politica;

    - riaffermare la necessità di un partito comunista di quadri ma con un radicamento di massa, riempiendo questa enunciazione, che in sé rischia di essere formalistica e persino feticistica, di contenuti concreti. C’è bisogno di una riflessione di fondo su questioni centrali come la linea politica, la democrazia interna, la forma partito, il contrasto alla formazione e alla separatezza dei ceti politici, la critica alla “doppiezza”, all’istituzionalismo, al governismo così come al settarismo dogmatico. Occorre una adeguata formazione teorica e pratica, una rinnovata rielaborazione sulla questione giovanile e su quella meridionale, la differenza di genere, sul rapporto tra ambiente e contraddizione di classe, sul senso della militanza e la funzione indispensabile dell’opposizione, sulla gestione delle risorse.

    - riaggregare su programmi e obiettivi concreti una sinistra anticapitalista, un ampio fronte di realtà sociali e politiche presente nei luoghi del conflitto, con l’obiettivo di ricostruire una rappresentanza autonoma e indipendente della classe e favorire la costituzione di un Blocco Sociale antagonista agli interessi del capitalismo.

    I tre obiettivi di cui sopra si possono tradurre in tre campi d’intervento strutturali del laboratorio:

    1) la questione politica: percorsi per la ricostruzione del Partito Comunista; alleanze, sinistra anticapitalista ed elezioni; congressi PRC e PdCI e relazioni tra le aree comuniste;

    2) la questione sindacale e la relazione coi movimenti: sindacato di classe e linea dei comunisti nei sindacati; fronte di resistenza alla crisi e blocco sociale; movimento referendario e lotte sociali; antifascismo e movimento contro le basi e la guerra;

    3) la questione teorica e culturale: coordinamento degli strumenti di comunicazione; formazione quadri e pubblicazioni; iniziative editoriali e divulgative.

    Su ciascuno di questi punti sono state individuate delle proposte di iniziativa comune.

    Se siete interessati scriveteci qui o a: comunistinsieme@inventati.org

    Comunisti Uniti

    Fonte

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