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(20 Aprile 2012) Enzo Apicella

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(Verità e giustizia per Genova)

Genova: Dieci anni dopo

(21 Luglio 2011)

Concentramento alle ore 16,00 in piazza Settembrini. Partenza del corteo per Caricamento alle ore 17,00 da piazza Montano, a Sampierdarena, Genova.

Sono passati 10 anni. Già all'indomani di quei tragici giorni di luglio del 2001, insieme ai genitori di Carlo avevamo chiesto verità e giustizia per quel corpo disteso sull'asfalto di piazza Alimonda, per quella giovane vita spezzata da due colpi di pistola sparati da quelli che dovrebbero essere i tutori dell'"ordine". Verità e giustizia avevamo anche chiesto per le centinaia di donne e di uomini che in quei giorni furono malmenati, massacrati, umiliati da quelli che dovrebbero essere i tutori dell'ordine.

Sono passati 10 anni ma di verità ne sappiamo poca e quasi esclusivamente per merito della controinformazione, mentre di giustizia non ne abbiamo avuta neanche un po'.

Amareggia ma non stupisce che, nel Paese noto in tutto il mondo per le sue stragi impunite, funzionari di Stato riconosciuti colpevoli di azioni aberranti nei confronti di cittadini inermi non ne rispondano ma continuino a vestire una divisa ed anzi, in molti casi, abbiano ottenuto promozioni; suscita indignazione ma non stupisce, in questo sfortunato Paese, che un omicidio consumato su una pubblica piazza da appartenenti alle forze dell'ordine possa essere archiviato senza processo. E sorprende forse qualcuno il fatto che chi in quei giorni assunse nell'ombra una sorta di direzione politica delle forze dell'ordine, sieda ancora in parlamento? Che ricopra una delle più alte cariche dello Stato? che possa addirittura essere considerato un interlocutore credibile anche da una certa "sinistra"?

D'altra parte questo è il Paese in cui, di finanziaria in finanziaria, si ruba ai poveri per dare ai ricchi, il Paese in cui morire sul lavoro non fa più notizia, in cui si può essere precari a vita e pubblicamente sbeffeggiati da un ministro della Repubblica, in cui cercare una vita migliore da straniero significa commettere un reato ed essere espulso (quando non cannoneggiato in mare), in cui i beni comuni (cioè appartenenti a tutti i cittadini) vengono svenduti o regalati al Capitale. Un Paese che, nella sua classe politica, ha fatto propria l'ideologia liberista innervandola di pulsioni razziste e xenofobe.

L'Italia che ospitò il G8 a Genova, 10 anni fa, non era tanto diversa da quella odierna né da quella del passato. Di fronte a decine di migliaia di persone provenienti da tutta la terra per dimostrare che un altro mondo era possibile, per discutere sulle piazze tematiche, per urlare il proprio dissenso verso le politiche economiche liberiste, lo Stato seppe solo e come sempre mettere blindati, provocazioni, repressione. Con l'aggiunta, per l'occasione, di reticolati e zona rossa. Per ridurre le rivendicazioni di quel movimento esteso e composito, intelligente e determinato, ad una questione di ordine pubblico.

Eppure quel movimento mondiale e visionario che a Genova, nel 2001, morì con Carlo, lasciò un testamento sociale e politico. Che nel tempo è stato ripreso da chi si batte contro lo scempio del territorio, contro le privatizzazioni dei beni comuni, per il diritto delle persone di circolare liberamente, contro le guerre e le spese militari, contro razzismo e xenofobia, per la dignità e la sicurezza sul lavoro, per il lavoro e contro la precarietà, per il riscatto dei tanti sud del mondo.

Noi comunisti anarchici, noi libertari, eravamo presenti a Genova nel 2001 come siamo stati sempre presenti ovunque si sia trattato di difendere e far progredire l'umanità contro la barbarie. Siamo presenti oggi e lo saremo domani nelle lotte sociali, politiche e sindacali con i nostri ideali, i nostri contenuti e le nostre proposte.

"Portiamo un mondo nuovo nei nostri cuori"

Federazione dei Comunisti Anarchici

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