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Fincantieri. Lavoratori Ancona scrivono ad amministratore delegato

(26 Luglio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Nuova manifestazione questa mattina ad Ancona dei cassintegrati della Fincantieri, che in 250 si sono radunati davanti allo stabilimento per consegnare ai vertici locali dell'azienda una lettera diretta all'a.d. del gruppo Giuseppe Bono per chiedergli un incontro in occasione della visita del Papa. Bono, infatti, dovrebbe intervenire alla messa che sarà celebrata proprio nell'area del cantiere l'11 settembre prossimo, a conclusione del XXV Congresso eucaristico nazionale. Nella lettera si chiede espressamente all'a.d. di programmare per quell'occasione un incontro con i sindacati e gli operai per discutere della situazione. «Abbiamo ricevuto la solidarietà del vescovo di Ancona e di tutte le istituzioni - ha dichiarato il segretario regionale della Fiom Giuseppe Ciarrocchi - ma nonostante la visibilità ottenuta non abbiamo risolto i nostri problemi. Perciò puntiamo diritti all'ad per chiedergli dopo gli impegni assunti il 20 gennaio scorso ad Ancona di dividere tra i diversi stabilimenti eventuali commesse, perchè qui non è arrivato ancora niente. Ci siamo anche attivati per trovare fondi presso le banche, ma non è compito nostro. Se Bono pensa di venire ad Ancona vestito a festa solo per partecipare alla messa con il Papa, si sbaglia di grosso».
«Da oltre un anno - si legge nella lettera, firmata dalle Rsu dello stabilimento e dalle segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm - ci mobilitiamo per ottenere lavoro e commesse. Abbiamo con noi la solidarietà della città, delle istituzioni e della Chiesa, che ci hanno sempre sostenuto, e da ultimo la disponibilità del sistema creditizio locale a farsi carico dei nostri e dei suoi problemi. Le chiediamo formalmente e cortesemente la disponibilità a prevedere nei giorni di settembre, prima dell'arrivo del Papa, la sua presenza per discutere degli impegni presi». I manifestanti sono stati poi ricevuti dal direttore dello stabilimento Giovanni Stecconi e dal capo del personale, Andrea Brasini. Con Stecconi c'è stato un botta e risposta sulla questione delle banche: «Vi consiglio maggior riservatezza su quest'argomento - ha ammonito il dirigente - perché gli armatori non amano divulgare i loro investimenti». «Le banche sono state trasparenti - hanno ribattuto i manifestanti - siete voi che volete la riservatezza». Secondo Stecconi, inoltre, sarebbe inutile chiamare in causa solo Bono, dal momento che la crisi Fincantieri (580 i cassintegrati ad Ancona) dipende dalla contingenza internazionale. «Credo nell'efficienza e nella grande professionalità del nostro stabilimento - ha poi concluso Stecconi - mi sono sempre impegnato a difenderlo e presentarlo nel modo migliore, e continuerò a farlo». Al termine dell'incontro, cui hanno partecipato anche rappresentanti della Bunge, per dimostrare - ha detto Ciarrocchi- che Fincantieri non intende rubare la scena ad altri stabilimenti in crisi, la manifestazione si è sciolta fissando il prossimo incontro al 1 settembre per fare il punto sulla situazione e decidere altre forme di lotta.

26-7-11

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