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Anders Breivik, un fascista biondo.

(27 Luglio 2011)

….Anzi: il tipo di fascista che tutti i camerati non possono non prediligere. Egli é il più puro, il rappresentante più autentico e conseguente di quella “razza nordica” così cara e mitizzata. Un modello di comportamento, insomma. E, cosa non secondaria, un borghese benestante. Basta con i teppistelli di periferia! In effetti, egli é il modello perfetto di che cosa é un fascista: un criminale. Uno che intervalla, non nonchalance, adesione alla Massoneria, adorazione per la morte, passione per le armi, body-building e razzismo. Uno in grado di passare dal sacro al profano con una leggerezza sconcertante; uno che, mediamente, etichettereste come un irresponsabile vigliacco smidollato. E, appunto, il segno dell’azione é quello della vigliaccheria, come il filo nero che lega ogni loro azione di tortura, stupro, strage, violenza indiscriminata durante e dopo il Ventennio. Vigliaccheria che si accompagna al fanatismo in un cocktail esplosivo che necessita di un detonatore chiamato sadismo per “fare il proprio dovere”.

Di questo substrato si nutrono forze politiche organizzate di estrema destra, massoniche, clerico-fasciste, che vantano continui, reiterati ed intimi rapporti col mondo politico, economico, sociale dominanti. Esse sono delle agenzie del crimine, interinali ed in outsourcing, che fungono da copertura a quei settori della classe dominante che, di volta in volta, intendono perseguire i propri fini quando attraverso la legalità non é più possibile farlo. Siamo in presenza della solita manovalanza fascista; nello specifico, il livello di questa manovalanza non é così basso come nel caso di certa teppaglia fascista che va di notte ad incendiare le sedi dei compagni ma si tratta di un “ariano” con qualche buon contatto, politico e sociale. Peraltro benestante.

Infatti, lo schema si conferma, come al solito: si tratta dell’azione “atroce ma necessaria”, dell’atto estremo ed oltre ogni umana ragione che purifica il campo, che blocca la degenerazione punendo i “traditori” – come al solito i “rossi” – e che segnala l’adepto emergente. E che adepto! Uno che pretende di entrare nel “club” del Potere e dei suoi giochi perversi dalla porta principale. Un omicidio/strage rituale iniziatico. Vedremo cosa uscirà dagli interrogatori (intanto il massimo previsto sarà di 30 anni!) ma possiamo già tracciare un possibile percorso : scopriremo dei collegamenti interessanti; il soggetto fonderà un partito dal carcere e poi, col tempo, riuscirà ad avere un lavoro coperto dal programma di riabilitazione dei detenuti.

Con questa azione, infatti, il “nostro” ha innescato un processo di involuzione politica chiamando il suo paese a dividersi e a schierarsi. Prevediamo un futuro non proprio “liberale” per la Norvegia come per tutta la Scandinavia, dove non é certo ci siano anticorpi sufficienti a contrastare questi fenomeni.

Dovremmo aggiungere, tra le motivazioni di questo atto, il fatto che la Norvegia laburista abbia espresso la volontà di uscire dall’Iraq, come il fatto che abbia ritirato un pò di aerei dal teatro libico, in “combutta” col fratello scandinavo svedese.

Del resto, le organizzazioni occidentali a difesa dell’ordine (infame) costituito, non hanno mai finito di operare dopo la caduta del “Muro”, sono rimaste lì a gestire l’evoluzione in corso con i nuovi assestamenti di potere, pronte a spedire eloquenti messaggi a quei settori di classe dominante che si tolgono il lusso di fare come cazzo gli pare e poco conta se poi uno zelante fascista biondo fa il passo più lungo della gamba e si mette al centro dell’attenzione. Ora sanno di poter contare su di lui, quando servirà.

alter

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