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Vittorio vive

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    (Imperialismo e guerra)

    Emergenza Kosovo a 5 anni dalla “guerra umanitaria” della NATO

    Conferenza-dibattito a Bari

    (27 Marzo 2004)

    Dopo essere stato - tra il 1998 e i primi mesi del '99 - al centro di un'intensa campagna mediatica volta a giustificare sotto il pretesto di "fermare un genocidio" l'aggressione della NATO contro la Jugoslavia, il Kosovo è uscito di scena.
    Una volta entrate le truppe della NATO, il Kosovo è diventato "il paese di cui non si parla più": i mass media hanno spento i loro riflettori e ignorato una vera e propria pulizia etnica permanente che ha ucciso 2.500 abitanti, rapito 1.200 scomparsi e cacciato 230.000 non–Albanesi: Serbi, Rom, Ebrei, Turchi, Mussulmani, Gorani, e distrutto 115 chiese nella provincia che è anche la culla della religione ortodossa serba.
    Parlare di questo avrebbe significato smascherare apertamente i pretesti con cui l'allora governo D'Alema aveva giustificato - con un vulnus irrimediabile inferto alla costituzione della Repubblica - la guerra della primavera del '99 contro la Jugoslavia. Per ritrovare le prime pagine dei giornali - ma solo per lo spazio di un mattino - sono stati necessari i pogrom antiserbi del 17-20 marzo organizzati dall'UCK in tutto il Kosovo centrale:
    - 7 villaggi rasi al suolo
    - 30 persone uccise
    - 850 feriti più o meno gravemente (22 gravemente)
    - 4000 persone cacciate dalle loro case e rifugiatesi al nord)
    - 430 case incendiate
    - 30 chiese o monasteri distrutti.

    A Prizren, antica città medievale, è stato incendiata e distrutta, la chiesa medievale Bogorodica Ljeviska, la chiesa di San Salvatore, la chiesa di di San Giorgio, la chiesa dei Santi Arcangeli, la più antica scuola teologica ortodossa dei SS. Cirillo e Metodio, e la sede episcopale. Dall'ingresso della NATO in Kosovo, nel giugno 1999, sono stati cacciati da Prizren 20.000 serbi, ne erano rimasti fino a ieri soltanto 60, ora anche quelli sono scappati.

    Per conoscere e approfondire nei suoi diversi aspetti questa drammatica situazione "a un braccio di mare" dal nostro paese, l'associazione Most za Beograd organizza una conferenza-dibattito.

    Bari - Venerdì 2 aprile 2004 - Ore 17.00
    Aula Magna Liceo Scientifico “Scacchi”
    C.so Cavour 241 - Bari



    Emergenza Kosovo a 5 anni dalla “guerra umanitaria” della NATO
    Conferenza-dibattito


    - Andrea Catone, Associazione Most za Beograd, Bari
    Introduzione: Jugoslavia a cinque anni dalla “guerra umanitaria”: lo stato delle cose.

    - Ugo Villani, docente di Diritto dell’Unione europea, facoltà di Giurisprudenza, Università La Sapienza di Roma
    La guerra alla Jugoslavia e gli “interventi umanitari” alla luce del diritto internazionale

    - Nico Perrone, Docente di Storia degli Stati Uniti d’America, facoltà di Scienze Politiche, Università di Bari
    Dall’Iraq alla Jugoslavia, dalla Jugoslavia all’Iraq: alcune riflessioni sul nuovo disordine mondiale

    - Gianni Cellamare docente di Diritto Internazionale, facoltà di Scienze Politiche, Università di Bari
    L’amministrazione dell’ONU nel Kosovo

    - Nino Lavermicocca (vicepresidente ADIRT)
    I monasteri ortodossi del Kosovo: SOS per un patrimonio dell’umanità.

    Testimonianze dalla Serbia e dal Kosovo di Andrea Giudiceandrea, Giacomo Di Santarosa, Pasquale Giordano

    organizza:
    MOST ZA BEOGRAD – Un ponte per Belgrado in terra di Bari
    Associazione culturale di solidarietà con la popolazione jugoslava
    via Abbrescia 97 - 70121 - BARI – tel 0805562663
    most.za.beograd@libero.it

    MOST ZA BEOGRAD – Un ponte per Belgrado in terra di Bari

    Fonte

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