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(25 Luglio 2011) Enzo Apicella
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26 marzo: segnali di dissenso. Ma il conflitto è morto?

volantino distribuito alla manifestazione provinciale di Manfredonia (Foggia)

(27 Marzo 2004)

I sindacati sono in piazza. Nuovamente. Avete notato il ritmo frenetico di iniziative, manifestazioni, convegni organizzati dalle sigle sindacali in quest’ultimo periodo? Solo sabato scorso erano a Roma, intenti ad infiltrarsi nella grande manifestazione nazionale contro l’aggressione Nato all’Iraq. Oggi ripropongono i temi della contestazione alla politica economica del governo. Noi, da inguaribili scettici, non possiamo fare a meno di guardare con sospetto ad un simile iper-attivismo. Specie se questo avviene in piena campagna elettorale.

Ci chiedono di unirci, di dare tutti assieme la spallata al governo Berlusconi. Al governo della guerra all’Iraq, dell’attacco alle pensioni e delle riforme peggiorative al mercato del lavoro, del razzismo di Stato e della riabilitazione del fascismo.

Noi rispondiamo che “va bene”, si può fare. Ma per fare il favore a chi? Per accompagnare la risalita al potere del governo della guerra alla Jugoslavia, per sostituire Treu a Biagi, la Turco-Napolitano alla Bossi-Fini, Violante a Scajola, Prodi a Berlusconi?

No signori, noi non vi appoggiamo in questo piano scellerato. Non contate su di noi.

Noi, parte integrante delle cosiddette “fasce deboli”, non abbiamo voglia di rimanere “deboli” a vita. Vogliamo contare, incidere, far valere la nostra forza. Rigettiamo la flessibilità nelle sue varianti di “destra” e di “sinistra”; la svendita della nostra forza lavoro; la nuova servitù delle agenzie interinali; l’emigrazione forzata o il ricatto di un lavoro nocivo, magari mortale, la realtà delle gabbie salariali; le leggi razziste contro l’immigrazione e le avventure coloniali dei “nostri” militari. Chiediamo alla politica ufficiale: qualcuno può venire incontro a queste nostre richieste? Ci rispondiamo da soli: no. Nessuno.

Gli anni ingloriosi del governo di centro-sinistra sono ancora impressi nella nostra mente. Anni in cui la natura del capitalismo si è mostrata a tutti i politicanti, agli illusi e agli utili idioti: un sistema dove non c’è pietà per le classi subalterne, dove nessun padrone ne avrà mai, neppure se mostra all’occhiello lo stemma della Cgil o dei Democratici di Sinistra. Allora la nostra soluzione la troviamo da soli: rispolveriamo le vecchie parole d’ordine per una nuova lotta di classe. Senza guardare in faccia a nessuno. Come studenti, disoccupati, precari, lavoratori a nero, senza partito né sindacato, rilanciamo le nostre posizioni: autorganizzazione e contropotere.

Autorganizzazione, come quella degli autoferrotranviari milanesi e della loro lotta ad oltranza. Contropotere, per una politica che parta dal basso e miri ad un cambio radicale del sistema in cui viviamo, senza deleganti e delegati. Difesa dei diritti acquisiti e lotta senza compromessi: dobbiamo riconquistare tutto, a partire dalla dignità.

SIAMO IN PIAZZA PER IMPALLINARE BERLUSCONI E TUTTI I SUOI SIMILI, DI DESTRA E DI FINTA “SINISTRA”. SIAMO IN PIAZZA PER RIVENDICARE IL NOSTRO RUOLO DI GIOVANI MERIDIONALI E LA NOSTRA ESISTENZA PROLETARIA. LONTANI DA OGNI BACINO ELETTORALE, PER LA LOTTA DI CLASSE, CON IL PENSIERO E LA SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE AL FIANCO DEI PARTIGIANI IRACHENI E PALESTINESI!

Collettivo Comunista AgitProp - Laboratorio Politico Jacob - via M.Pagano, 38 - Foggia

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