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Migranti. Sesto giorno di sciopero contro lo sfruttamento dei caporali e per una paga equa

(5 Agosto 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Non solo la tragedia immane dei migranti che sbarcano vivi o morti sulle coste delle spiagge di Lampedusa, ma anche l’ingiustizia continua e quotidiana di quei migranti sfruttati e sottopagati nei nostri campi, sono le foto che ci regala la cronaca. Da qualche giorno, però, la voce dei lavoratori stranieri ed i loro diritti negati si fanno sentire, partendo da Nardò, con uno sciopero iniziato cinque giorni fa e che, annunciano, sarà sciopero ad oltranza fino a che non ci saranno salari più alti, in linea con il contratto di lavoro, e senza lo sfruttamento dei caporali. Questa la posizione dei migranti della masseria Boncuri di Nardò, vicino a Lecce, che da ormai sei giorni, per protesta contro il caporalato e le paghe basse, non scendono nei campi a raccogliere pomodori e questa mattina, insieme alla Cgil, hanno anche realizzato un sit-in davanti alla Prefettura di Lecce. Mobilitazione che ha portato a un primo risultato: la Provincia di Lecce ha convocato un tavolo con sindacato e parti datoriali per affrontare il problema e le richieste dei migranti. «Il sit-in -racconta a LABITALIA Antonella Cazzato, segretario provinciale della Cgil di Lecce, che fin dall'inizio sta seguendo la protesta dei migranti- è andato benissimo, c'erano oltre 100 migranti. Una nostra delegazione è stata quindi ricevuta dal viceprefetto vicario e dall'assessore provinciale alle Attività produttive, che ci ha comunicato che convocherà un tavolo per lunedì prossimo con le parti datoriali».

Un primo passo, secondo il sindacato, ma altri ne serviranno a breve per evitare che i pomodori restino sulla pianta. «Adesso -spiega Cazzato- bisogna ragionare sul merito. Gli immigrati per tornare nei campi chiedono un regolare contratto d'ingaggio, con salari in linea con quelli previsti dal contratto di lavoro provinciale, e non i 3,50 euro a cassone corrisposti oggi. E poi -sottolinea- ci deve essere il superamento del dell'intermediazione dei caporali, anche attraverso liste di lavoratori da cui le imprese possono attingere». I caporali, infatti, 'estorcono’, dal già magro salario di ogni immigrato, in media 8 euro al giorno, tra 'costi’ di trasporto e altro, lasciando nelle tasche dei braccianti circa 20 euro dopo 10-12 ore di duro lavoro. E, proprio per questo, la Cgil chiede «da subito», spiega Cazzato, «uno sportello di collocamento all'interno della masseria Boncuri, che potrebbe essere gestito dalla Provincia, che ha le deleghe sul collocamento».

4/08/2011

Alessandra Valentini
DirittiDistorti

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