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Brindisi: Unità e cambiamento ancora possibili nel centrosinistra?

(26 Marzo 2004)

Si è mortificato lo spirito delle Assemblee popolari dell’Universal che, all’insegna del motto “cambiare rotta”, avevano indicato al centrosinistra la via da seguire per uscire dalla grave situazione determinatasi dopo la caduta della Giunta Antonino a seguito delle inchieste giudiziarie tuttora in corso che avevano aperto sulla politica locale un inquietante scenario. Si era detto e si era convenuto che quei dirigenti i quali avevano commesso gravi errori politici (le eventuali responsabilità penali sono altra cosa e vanno valutate in sede propria) avrebbero dovuto fare un “passo indietro” dal ruolo dominante avuto di fatto nella politica di centrosinistra (e non solo nei termini riduttivi di rinunzie a candidature personali) per favorire l’unità di tutte le forze progressiste ed una radicale innovazione nei metodi e negli obiettivi programmatici. Ed in questa ottica l’Assemblea dell’Universal del 23 gennaio scorso aveva espresso, sia pure con dei limiti, una Commissione unitaria (partiti e società civile) col compito di formulare le direttrici programmatiche e di individuare i candidati a Sindaco di Brindisi e a Presidente dell’Amministrazione provinciale per poi sottoporre queste scelte all’approvazione di una successiva assemblea popolare col rilancio della partecipazione come metodo caratterizzante la nuova fase politica. Un lavoro che avrebbe potuto allargare l’unità fino ad allora registrata.

Quanti si erano spesi per scongiurare qualunquistici terzi poli comunque denominati e per far compiere all’intero schieramento progressista un auspicato salto di qualità devono oggi esprimere la loro delusione e la loro amarezza. E ciò perché proprio quei dirigenti del centrosinistra politicamente responsabili di una dannosa e fallimentare esperienza amministrativa che aveva aggravato la situazione ambientale ed occupazionale dimostrandosi incapace di progettare un nuovo modello di città e di sviluppo, ebbene proprio quei dirigenti che avrebbero dovuto dar prova di un “ravvedimento operoso” hanno invece, chi in primo piano e chi in posti di regia, preconfezionato (forse da tempo) e sostanzialmente imposto una candidatura a Sindaco di Brindisi che, pur nel sentito apprezzamento delle qualità personali dell’interessato, è apparsa alla maggioranza dei componenti della Commissione, e non solo ad essi, inaccettabile per il metodo che l’aveva generata e per un oggettivo difetto di novità. Ne è seguita la fine traumatica di detta Commissione che avrebbe dovuto anche dare un pregnante contributo alla conduzione della campagna elettorale.

Risulta allora chiaro che il problema centrale non è quello (pur rilevante) delle qualità personali di questo o di quel candidato ma è un altro e cioè quello se il centrosinistra sia oggi in grado o meno di dare a Brindisi, città dove per ovvi motivi è più pressante l’esigenza di cambiamento, un segnale forte ed inequivocabile di discontinuità rispetto al recente ed anche meno recente passato. Un tale segnale non si è voluto dare e perciò, dopo qualche tattica apertura verso candidature notoriamente inesistenti, si sono pregiudizialmente respinte tutte le proposte che potevano dare corpo e forza alla necessaria svolta, a partire da quella tendente a portare “una donna alla guida della città”, formulata in modo aperto e con la indicazione di alcune persone di elevate qualità morali e professionali impegnate da anni sul versante sociale. Si è anche a cuor leggero recato pregiudizio alla prestigiosa candidatura a Presidente della Provincia del senatore Gaglione. E siffatte scelte, condite dal malinconico ricorso a vecchie pratiche del gioco politico, hanno mandato in frantumi l’unità e accantonato l’atteso rinnovamento.

E’ ancora possibile ritrovare unità e innovazione? Temiamo che il tempo sia oramai scaduto salvo il caso di un vero e proprio recupero in “zona-Cesarini”. Un recupero che sarebbe forse possibile se l’avv. Vincenzo Guadalupi con generosità e lungimiranza rinunciasse alla sua candidatura e se i due maggiori partiti locali di centrosinistra traducessero subito in fatti politici concreti alcune sagge dichiarazioni come quelle più volte rese dal senatore Gaglione e quella recentissima del segretario pugliese dei DS Michele Bordo il quale il 23 marzo – e quindi dopo le ultime scelte in questione - ha detto testualmente: “A Brindisi si è chiusa definitivamente una fase politica cominciata nel momento in cui il centrosinistra ha deciso di condividere l’esperienza di governo di Giovanni Antonino … Chiedo a tutto il centrosinistra di Brindisi di ritornare a dialogare per superare le divisioni delle ultime settimane e giungere così all’individuazione di candidature, sia alla carica di Sindaco che a quella di Presidente della Provincia, unitarie e condivise”. Una ricetta questa da prendere sul serio se si vuole davvero contrastare con efficacia lo schieramento di destra.

Brindisi, 25 marzo 2004

Michele DI SCHIENA

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