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Fame a New York. Homeless mangiano le piante nei parchi

(7 Agosto 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

Prima era solo qualche hippy vegetariano, un po' stagionato, a nutrirsi del verde di Central Park. Oggi, però, con la crisi galoppante, sono in tanti a cercare sostentamento nelle piante che crescono al centro di New York. Un fenomeno in triste crescita, a cui le autorità cittadine hanno dichiarato guerra, e che conquista la prima pagina del New YorkTimes, con un pezzo dal titolo agro-dolce: «La città dice: 'goditi il verde del parco, ma non l'insalata'».

Con le difficoltà a trovare lavoro, e i prezzi sempre più cari, sono in tanti, tra nuovi poveri e giovani immigranti, a sbarcare il lunario nutrendosi anche di quello che il Parco può offrire gratis, dalle verdure selvatiche alle bacche tra gli arbusti. E mentre gli Usa tornano sull'orlo di una nuova recessione, questa notizia rievoca lo spettro di 'Hoover Park', com'era chiamata la zona del parco newyorchese, dove durante la Grande Depressione del '29, si accamparono a migliaia, dopo aver perso tutto, lavoro e casa.

In altri posti d'America, queste baracche presero il nome di Hooverville, un termine coniato da un democratico, Charles Michelson, per attaccare il presidente repubblicano, Herbert Hoover e le sue politiche anti-sociali. Ora la battaglia per difendere il verde pubblico assume a tratti risvolti a metà tra il comico e il drammatico: «Se la gente continua a farsi l'insalata con le nostre piante - racconta Maria Hernandez, direttrice della Central Park Conservancy - finiremo per non avere più scoiattoli». Ma le piante non sono gli unici obbiettivi di chi cerca di sopravvivere con quello che offre gratis la città: a Brooklyn, a Prospect Park, la settimana scorsa alcuni ranger hanno multato due persone che 'pescavano illegalmente' nel laghetto. Da tempo avevano ricevuto in quella zona molte segnalazioni di cattura di pesci e perfino di tartarughe. Ma a parte casi isolati, le autorità per ora sono più concentrati nella prevenzione, piuttosto che nella repressione. «Siamo impegnati a difendere un corretto utilizzo del parco - spiega Sarah Aucoin, direttrice dei ranger di New York - per la semplice ragione che se tutti cominciamo a mangiare bacche o tagliare e raccogliere le piante, finisce che il parco verrà distrutto».

30 luglio 2011

Redazione Contropiano

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