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(5 Settembre 2011) Enzo Apicella
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Ci impoveriscono e ci demoralizzano per derubarci meglio

(11 Agosto 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comidad.org

Il Berlusconi depresso ed abulico visto alla Camera la settimana scorsa, in meno di ventiquattro ore si è trasformato nel Berlusconi euforico e pimpante della conferenza stampa di sabato sera sulle modifiche alla manovra finanziaria. Cos'era successo nel frattempo per determinare questa resurrezione, ed anche questo rovesciamento di punto di vista rispetto alla crisi finanziaria?

Ce lo ha spiegato l'ex commissario europeo Mario Monti in un editoriale del "Corriere della Sera" di domenica. Il governo italiano è stato commissariato da una elite "mercatista" internazionale, un "governo tecnico sovranazionale", composto dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale.(1)

Monti ha anche dimostrato di aver seguito in modo approssimativo gli studi liceali, poiché si è avventurato in un paragone storico con i podestà forestieri dei Comuni italiani. In realtà i podestà forestieri erano reclutati per fare da arbitri, in quanto estranei alle faide delle famiglie dominanti nei Comuni, e non venivano certo a commissariare per conto di poteri stranieri. Ma a Monti premeva farci credere che il commissariamento del governo costituirebbe il revival di una nobile tradizione rinascimentale italiana; ciò in nome del precetto che non si può rivelare una mezza verità senza condirla con una panzana intera.

L'altra metà della verità è che in effetti Berlusconi era commissariato da tempo, anzi, è sempre stato un fantoccio coloniale a tutti gli effetti; e quindi si è trattato dell'ufficializzazione di un dato di fatto acquisito. Sarebbe interessante a riguardo un'analisi su quante delle leggi "ad personam" di Berlusconi comportino ricadute positive anche per le multinazionali, come ad esempio la Thyssenkrupp o la Philip Morris.

La formalizzazione del commissariamento del governo va a rafforzare però l'attuale posizione di Berlusconi nei confronti delle opposizioni, garantendo sine die l'inamovibilità del Sardanapalo di Arcore. Ad esplicitare la nuova posizione di forza del governo, è stato Bossi, anche lui finalmente giulivo, il quale si è rivolto sarcastico alle opposizioni, come a dire: e adesso prendetevela con la BCE, se ne avete il fegato.

Perché poi Monti si è deciso a rivelare una parte della verità? Il motivo è che Monti sta facendo guerra psicologica, non semplice propaganda. Nelle tecniche di guerra psicologica è previsto di usare pezzi di verità per smontare bruscamente gli edifici "valoriali" su cui l'opinione pubblica era stata costretta ad immedesimarsi. La guerra psicologica mira a demoralizzare i popoli, a gettarli in una confusione mentale irrimediabile, perciò li si spinge ad appassionarsi a determinati valori, salvo poi rivelargli spietatamente che erano tutte cazzate.

Per anni ci si è detto che le opposizioni non erano ancora in grado di esprimere un'alternativa di governo a Berlusconi, come se avesse senso pretendere un'alternativa ad uno come Berlusconi. Oggi questo slogan si arricchisce di nuovi risvolti, dato che l'inettitudine di Berlusconi diventa la garanzia assoluta che ad occuparsi delle vicende italiane sarà un illuminato potere esterno.

Dal punto di vista ideologico e propagandistico, questa fiaba del "podestà forestiero" rappresenta a tutti gli effetti un'appendice del berlusconismo. Anche Berlusconi era stato legittimato in quanto "papa straniero", presunto corpo estraneo ai giochi della politica, e venne salutato dalla propaganda come l'imprenditore che, dopo aver arricchito se stesso, avrebbe arricchito anche gli Italiani. La fiaba ufficiale oggi vuole invece che i "benefattori" vengano dall'estero per liberarci dalla nostra indipendenza nazionale, e ciò proprio nel momento in cui si celebra il centocinquantenario dell'Unità d'Italia. Il Presidente Napolitano, che non manca ad una celebrazione del centocinquantenario, però non ha trovato nulla da obiettare per il fatto che il presidente francese Sarkozy ed il cancelliere tedesco Merkel abbiano scavalcato ogni procedura nei rapporti internazionali, rivolgendosi direttamente al parlamento italiano per imporgli una rapida approvazione della manovra finanziaria.

Per anni ci è stato raccontato che Berlusconi stava al governo perché investito dal consenso entusiastico ed incrollabile delle masse italiche, che si identificavano in lui. Era diventato un luogo comune liquidare ogni polemica sul berlusconismo, con un lapidario: "Siete voi che lo votate!"

Oggi risulta chiaro che Berlusconi i voti non li ha, ed ecco che la sacre elezioni improvvisamente non contano più nulla. Anzi, i commentatori ufficiali ci insegnano che un governo serio non insegue i consensi popolari, ma fa quel che deve fare e basta. Tutti i commentatori ufficiali ci spiegano che l'Italia è incapace di autogovernarsi e di esprimere una classe politica, di destra o di sinistra, che sia onesta; perciò tanto vale accettare la tutela della BCE, la cui onestà e competenza viene data per scontata, manco si trattasse dello Spirito Santo.

Uno dei maggiori risultati della guerra psicologica sta infatti nell'aver abolito la normale diffidenza, cioè nell'avere azzerato quel buonsenso che ti rende sospettoso e prudente in proporzione al potenziale d'inganno che hai di fronte. Non si tratterebbe di trasformarsi tutti in investigatori, ma semplicemente di controllare se ci sia qualcuno che sta recitando tutte le parti in commedia.

Appena una decina di giorni fa proprio il "Corriere della Sera" ci aveva detto che era stata la Deutsche Bank ad avviare il massacro dei BTP vendendo quelli che aveva in suo possesso; adesso lo stesso "Corriere" annuncia che la Banca Centrale Europea sarebbe corsa a salvarci. Ma se nella BCE c'è qualcuno che conta qualcosa, quel qualcuno è proprio la finanza tedesca, che perciò fa da denominatore comune sia nell'affossamento dei titoli del debito italiano che nel loro salvataggio. Insomma, tutti i bidoni subiti diventano il motivo per una maggiore credulità, e la dimostrata inaffidabilità dei tutori si risolve in un riaffermare la dipendenza nei loro confronti; magari camuffando la dipendenza da autocritica e da esame di coscienza ("è colpa nostra!","ce lo meritiamo!", ecc.).

Ci sarebbe anche da riflettere una buona volta sulla fiaba ufficiale che ci presenta i sedicenti "Mercati" come interessati alla crescita economica dell'Italia per consentirle di pagare il debito pubblico. In realtà più un Paese viene impoverito e più risulta facile derubarlo delle sue risorse, ed in Italia c'è ancora parecchio da privatizzare in campo immobiliare.

Anche nella manovra annunciata sabato dal governo, non poteva mancare un po' di guerra psicologica, qualcosa che servisse ad avvilire gli animi, per meglio svuotare le tasche. Si tratta di due proposte di modifica costituzionale, del tutto inutili rispetto allo scopo dichiarato, ma che assumono il senso di aggiungere al danno la beffa.

Nei mesi scorsi Walter Veltroni si è esibito in pubblico per presentare la sua ultima fatica letteraria, piangendo come un vitello sulla tragica sorte di Alfredino Rampi e Roberto Peci. Adesso lo stesso Veltroni risulta il primo esponente dell'opposizione ad accogliere entusiasticamente la proposta governativa di inserire il pareggio di bilancio nella Costituzione. Quindi per Veltroni la dignità umana ed il pareggio di bilancio sono concetti sullo stesso piano, e magari, se il bilancio dovesse risultare ancora in deficit, ci farà pure un bel pianto su.

Sul suo blog Beppe Grillo si è chiesto quale sia il morbo che ha distrutto il popolo italiano. In realtà questo morbo è un'arma, la tecnica della guerra psicologica coloniale: la socialità viene indotta ad aggregarsi attorno a dei valori condivisi, ma solo per potere poi ridicolizzare questi valori, seminando sconcerto e confusione mentale. Nella confusione il nemico viene percepito come un salvatore, ed il rinunciare alle proprie difese nei confronti dell'aggressore, assume le sembianze di un sacrificio necessario al bene comune. I sacerdoti (le autorità monetarie) ci avvertono infatti che gli dei (i "Mercati") sono adirati, e perciò bisogna compiere tanti bei sacrifici umani per placare la divinità. Alla faccia della modernità!

Un giornalino berlusconiano on-line, "L'Occidentale", si è sentito gonfio di orgoglio nel farci sapere che anche nelle forze armate italiane, in quel di Pesaro, vi sono apparati di guerra psicologica, che attualmente conducono in Afghanistan le famose PSYOPS (Psychological Operations) contro la popolazione civile. Si tratta di una notizia utile, che andrebbe però corredata anche con un'informazione sulle PSYOPS che stanno avvenendo oggi in Italia.(2)

Il nome del giornalino (l'Occidentale) infatti costituisce già di per sé un espediente di psicoguerra. A distruggere l'identità nazionale italiana, così faticosamente costruita, cominciò Mussolini nel 1938, con le Leggi Razziali ed il Manifesto della Razza. Mussolini annunciava così all'Italia che sino a quel momento si era scherzato, che non contava più essere italiani, ma l'importante consisteva invece nell'essere "ariani". Si creava così una nuova identità collettiva del tutto mitologica in funzione della subordinazione al cosiddetto "alleato" tedesco.

Dopo la sconfitta della Germania e lo stabilirsi del predominio statunitense, gli "Ariani" sono diventati gli "Occidentali". Non conta essere italiani, ma bisogna essere "occidentali", se no ti perdi il meglio. L'identità occidentale costituisce una riedizione più sfumata della razza ariana, ma il concetto è quello. Ed ancora una volta questa pseudo-identità collettiva va a contrassegnare la sottomissione nei confronti del nemico, il quale però si presenta immancabilmente come "alleato". Il nerbo del colonialismo consiste infatti nel fregare gli "alleati".

L'Etiopia è stata in passato una vittima del colonialismo italiano, ma oggi può onorarsi del rango di "alleato" degli Stati Uniti contro i ribelli della Somalia, occupata dalle truppe etiopiche sino al 2009 con l'appoggio dei soliti bombardamenti da parte dell'aviazione USA. Non è un caso quindi che l'Etiopia oggi venga spolpata dal colonialismo delle multinazionali statunitensi, che si appropriano di vaste aree del territorio etiopico, trascinandosi nella cordata affaristica anche compagnie asiatiche ed italiane, in una sorta di subappalto coloniale.(3)

In questi giorni è ritornato al centro della discussione mediatica il tema del "declino" statunitense; un declino USA che sarebbe certificato addirittura dalla perdita di una "A" nella classifica stilata da un'agenzia di rating, e persino dall'onta di aver ricevuto una ramanzina da parte dei Cinesi. Roba da non dormirci la notte.

In realtà, a parte il decennio dalla seconda metà degli anni '50 alla prima metà degli anni '60, l'economia e la finanza statunitensi hanno sempre arrancato; e, a proposito di potenza militare, l'unica guerra vinta dagli USA dopo il 1945 è stata quella contro Grenada. Il punto è che, a causa della loro posizione geografica, il fatto di perdere le guerre non comporta per gli USA subire le distruzioni e le devastazioni che invece essi riservano ai Paesi da loro aggrediti.

Quindi il "declino" è la condizione abituale degli Stati Uniti; ma sta di fatto che l'unica visione del mondo e l'unico quadro di interessi che abbiano dignità nelle relazioni internazionali e nel dibattito pubblico, rimangono quelli statunitensi. La "superpotenza" americana non è mai esistita, ed il motivo del successo del colonialismo statunitense è consistito nell'aver aggiunto alla posizione di vantaggio geografico anche la capacità di rappresentare un punto di riferimento ed un faro per i reazionari, gli affaristi, i criminali e gli opportunisti di tutto il mondo.

Persino sul caso-Somalia le sole "notizie" che circolano sono quelle confezionate dalle agenzie di psywar statunitense, tanto che un giornale di "opposizione" come "Il Fatto Quotidiano" si è sentito in dovere di "informarci" che i ribelli islamici impedirebbero ai Somali di sfamarsi con gli snack poiché ricorderebbero troppo l'odiato Occidente.(4) Se questa è la qualità dell'informazione di opposizione, si comprende che in Italia non si uscirà dall'attuale palude finché il problema della guerra psicologica in atto non sarà posto al centro del dibattito politico.

(1) http://www.corriere.it/editoriali/11_agosto_07/monti-podesta_1a5c6670-c0c4-11e0-a989-deff7adce857.shtml
(2) http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:Gz6c5xyh49gJ:www.loccidentale.it/
(3) http://translate.googleusercontent.com/ http://www.corriere.it/ambiente/11_agosto_05/testo-etiopia_94739dca-bdef-11e0-99fd-c37f66002d24.shtml
(4) http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/06/somalia-in-ginocchio-per-la-carestia-e-le-milizie-islamiche-proibiscono-lo-snack/150234/

Comidad

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