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Attacco alla USS Liberty

Attacco alla USS Liberty

(8 Giugno 2012) Enzo Apicella
Il 9 giugno 1967, durante la guerra dei sei giorni, i caccia israeliani colpiscono una nave spia della marina Usa: 37 morti e 170 feriti.

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(Imperialismo e guerra)

Belgrado 24 marzo '99

il governo italiano di centro"sinistra" bombarda la Jugoslavia

(25 Marzo 2004)

Il 24 marzo 1999 partono i bombardamenti NATO sulla Jugoslavia; il governo italiano di centro"sinistra" rende il nostro Paese promotore e protagonista dell'aggressione.

La popolazione jugoslava presidia i ponti minacciati dai bombardamenti: il "target" disegnato sui cartelli è un segno di sfida e di resistenza agli aggressori. La guerra "umanitaria" all'uranio ha prodotto migliaia di morti, mutilati e profughi, avvelenamento del territorio, miseria e devastazione sociale, ha assicurato mano libera agli "autodeterminati" miliziani grandalbanesi del Kosovo per la persecuzione di quelle minoranze (serbi e rom in particolare, ma anche albanesi) che si riconoscono nella sconfitta Jugoslavia socialista e multietnica. La guerra "umanitaria" ha però aperto la via delle riserve petrolifere del Caspio per gli oleodotti americani e facilitato la penetrazione coloniale del capitalismo occidentale, delle imprese italiane, della finanza "internazionale" nella regione balcanica.

Scriveva Alberto Negri su Il Sole 24 Ore del 30 luglio '99: "Qual'è la reale posta in gioco nella ricostruzione dei Balcani? L'integrazione della regione in Europa, ma soprattutto lo sviluppo e il controllo delle vie di comunicazione ed energetiche verso il Medioriente e l'Asia Centrale che fanno ancora del Balcani un'area strategicamente importante. ... gli USA hanno un dichiarato interesse per l'8° corridoio ... [mentre] la Germania [è] concentrata sulla direttrice Nord-Sud: ... Bloccato in Serbia il 10° corridoio ... la 'balcanizzazione della ricostruzione' promette di rendere il dopoguerra incandescente".

La resistenza civile che ha espresso consenso a quella dell'esercito e delle rappresentanze istituzionali del Paese, come il presidente Milosevic, ha impedito, invece, nonostante l'inevitabile sconfitta militare, l'invasione e l'occupazione militare dell'intero territorio di Serbia e Montenegro come preteso dal trattato di Rambouillet - proposto dagli USA e accettato dai "rappresentanti" kosovaro-albanesi [vedi nota*].

Non diversamente oggi la Resistenza opposta in Iraq alle truppe di occupazione anglo-italo-ispano-americane contrasta il piano di balcanizzazione e di ricolonizzazione del Medioriente intero ad opera del capitalismo occidentale: l'ambasciatore di Israle in Italia, Ehud Gol, scrive su Il Sole 24 Ore del 21 marzo '04 "L'iniziativa del governo italiano denominata 'piano Marshall per l'Autorità palestinese' si inserisce proprio in un quadro di rafforzamento economico della regione. ... L'iniziativa americana di promuovere riforme e cambiamenti nel mondo arabo e musulmano, con un accento particolare sulla democratizzazione ("Greater Middle-East") è un progetto ambizioso e a lungo termine, che contribuirà alla futura creazione di un'area economico-commerciale di dimensioni imponenti, la quale godrà di una stabilità politica senza precedenti."

Alla democrazia delle bombe e alla dittatura del mercato, oggi come ieri, i popoli preferiscono l'indipendenza politica e la sovranità sulle proprie risorse economiche; e combattono per mantenerla.


* il trattato di Rambouillet, il cui rifiuto da parte della Federazione Jugoslava - presieduta da S. Milosevic - ha fornito il pretesto per i bombardamenti NATO del '99 su Belgrado, la Serbia e il Kosovo, intendeva imporre la completa occupazione militare di Serbia e Montenegro:

art.8-all.B - "Il personale della NATO dovrà godere, con i suoi veicoli, vascelli, aerei ed equipaggiamento, libero e incondizionato transito attraverso l'intero territorio della Federazione delle Repubbliche Jugoslave, ivi compreso l'accesso al suo spazio aereo e alle sue acque territoriali. Questo dovrà includere, ma non essere a questo limitato, il diritto di bivacco, di manovra e di utilizzo di ogni area o servizio necessario al sostegno, all'addestramento e alle operazioni."

Il precedente art.7 precisa che: "Il personale NATO sarà immune da ogni forma di arresto, inquisizione e detenzione da parte delle autorità della RFJ."

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