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Si stanno rimescolando le carte ai vertici dell’oligarchia finanziaria?

(27 Marzo 2004)

Se si confrontano i dati sulla capitalizzazione borsistica al 15.03.04 con quelli da noi pubblicati in Padroni d’Italia (http://capireperagire.blog.tiscali.it/pn1365191/) che risalivano al 5.09.03, si nota un certo rimescolamento di carte ai vertici dell’oligarchia finanziaria italiana. E’ chiaro che si tratta di un punto di vista limitato (la borsa), che non comprende grosse realtà non quotate (es. Fininvest, Edizione Holding, ecc.). Tuttavia, visto il grado di finanziarizzazione dell’economia italiana, è pur sempre indicativo di tendenze, che andranno poi verificate alla luce di altri dati.

- In primo luogo, i Benetton scendono dal secondo al quarto posto, scavalcati da Berlusconi e dagli Agnelli. Pertanto, ai vertici borsistici ora abbiamo sempre gli stessi quattro gruppi di allora, ma in quest’ordine modificato: 1. Tronchetti-Pirelli (1°); 2. Berlusconi (da 3°); 3. gli Agnelli (da 4°); 4. i Benetton (da 2°).
- A livello di peso percentuale sull’intera capitalizzazione borsistica (circa 509.980mln/€ al 15.3.04), vediamo che il gruppo Tronchetti sale dal 13,96 al 15,20%; Berlusconi scende dal 3,30 al 3,13%; così come il gruppo Agnelli (dal 3,01 al 2,90%) e i Benetton (dal 3,88 al 2,58%). Quindi, l’unico gruppo che sale realmente è quello Tronchetti Provera-Pirelli.
- Del Vecchio resta ancora nell’anticamera del sommo vertice, essendo calato dall’1,25 all’1,14% (ma sale come patrimonio complessivo).
- Si sta rafforzando sempre più il vecchio Ligresti, salito dal 0,70 al 0,90%, che ha scavalcato Carlo De Benedetti, anch’esso salito dal 0,72 al 0,83%.
- Perde colpi e posizioni Pesenti, dal 0,76 al 0,69%.
- Lo tallona il gruppo Rocca (Tenaris), che passa dal 0,54 al 0,61%.
- Cala Caltagirone, scendendo dal 0,43 al 0,39%; così come Gavio, dal 0,38 al 0,36%.
- Migliora Marzotto, salendo dal 0,16 al 0,20%.
- Retrocedono Romiti, Zunino, Monti Riffeser.

A livello complessivo dei grandi gruppi, resta saldamente in prima posizione Tronchetti Provera, seguito da Eni (che sale anch’esso dal 13,16 al 14,67%); Mediobanca (che cala dal 8,37 al 8,21%); Tesoro dello Stato (che sale dal 7,00 al 7,42%, grazie soprattutto all’Enel e malgrado Alitalia). Unicredito (pur calando dal 5,49 al 5,06%) sorpassa Finmeccanica (che sprofonda dal 5,54 al 4,46%, causa la forte perdita recente di STM). San Paolo-IMI mantiene la propria posizione (pur calando dal 3,90 al 3,78%). Banca Intesa (pur calando da 3,75 al 3,62%), Berlusconi e Agnelli sopravvanzano, come visto, Benetton, che finisce ultimo tra i big.

Pertanto, il vertice è rimasto immutato, anche se rimescolato, con i quattro grandi gruppi (Tronchetti-Pirelli; Berlusconi; Agnelli; Benetton) sulla punta e, a distanza, Del Vecchio, Ligresti e De Benedetti. Di rincalzo l’indebolito ma sempre attivo Pesenti, Rocca, Caltagirone, Gavio e Marzotto.

All’interno di questa classifica, va tuttavia sottolineato che gli elementi che si rafforzano tendenzialmente sono Tronchetti, Ligresti, De Benedetti, Rocca, Marzotto. Tengono, con lieve calo, Berlusconi e Del Vecchio. Perdono colpi i Benetton, gli Agnelli, Pesenti, Caltagirone, Gavio; e, soprattutto, Romiti, Zunino, Monti Riffeser.

In conclusione, non si notano, per ora, rotture importanti nell’equilibrio precedente, anche se qualcosa di nuovo sta maturando. Occorrerà rivedere queste annotazioni alla luce di altri dati e, stando al settore borsistico, a distanza di qualche mese.

s.b.

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