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Dove va il sindacato?

Intervista a Franco da Boit - Direttivo Provinciale Funzione Pubblica – Padova

(28 Marzo 2004)

Si è tenuta a Roma il 4 e 5 marzo l’assemblea nazionale di Lavoro Società – Cambiare rotta.Abbiamo chiesto ad un compagno che vi ha partecipato un resoconto e le sue valutazioni in merito.

Ci puoi dire per quale ragione è stata convocata questa assemblea nazionale e su che cosa si è incentrato il dibattito?

Due sono le ragioni principali per le quali è stata convocata questa assise.
L’uscita allo scoperto di “una destra” CGIL resa esplicita dal documento dei 49 e la definizione da parte della maggioranza di una nuova “politica dei redditi” ha spezzato l’illusione della componente di Cambiare Rotta su una gestione organizzativa e politica unitaria rendendo indispensabile la ristrutturazione organizzativa dell’area stessa che si è ritrovata suo malgrado nuovamente minoranza.

Il dibattito ha necessariamente ruotato intorno alla questione dei nuovi rapporti organizzativi interni alla CGIL e sui punti irrinunciabile per il rilancio di una nuova sinistra sindacale.

Durante l’assemblea è stato fatto un bilancio dell’attività svolta dall’ultimo congresso ad oggi?

Il bilancio è emerso dagli interventi di molti delegati che hanno accusato la maggioranza della CGIL di avere annacquato e poi tradito i contenuti del documento approvato dal Congresso, il quale era già stato frutto di mediazione politica fra maggioranza e minoranza stessa.

Negli interventi dei delegati in assemblea ci sono state argomentazioni comuni?

La questione salariale è stata sicuramente la motivazione unificante di tutti gli interventi che si sono succeduti, sia dei delegati che dei dirigenti nazionali di Lavoro Società unitamente alla rivendicazione dell’istituzione di un nuovo meccanismo automatico di recupero salariale (ex scala mobile). Di conseguenza il superamento nei fatti dell’accordo del 23 Luglio e della politica della concertazione.

Come si sono caratterizzati gli interventi dei dirigenti e dei delegati della FIOM?

Molti delegati nei loro interventi hanno denunciato l’isolamento in cui si è venuta a trovare la FIOM nella sua battaglia per il rinnovo contrattuale e il boicottaggio da parte anche della stessa CGIL del rilancio della piattaforma FIOM (salario e democrazia e precarietà) che avrebbe dovuto essere estesa a tutte le piattaforme di rinnovo contrattuale delle altre categorie.

Come si è posto il segretario nazionale Epifani rispetto alle istanze emerse dal dibattito?

L’intervento di Epifani ha chiarito in maniera esplicita un cambio di direzione politica all’interno della maggioranza CGIL modificando in peggio le conclusioni dell’ultimo Congresso.

Epifani ha rilanciato una nuova “politica dei redditi” quale riedizione dell’accordo del 23 luglio ponendo nuovamente al centro una pratica di concertazione che vincoli la questione salariale all’andamento dell’economia nazionale e mondiale.

Tale scelta è la condizione per il rilancio di un’unità sindacale “a qualsiasi costo”, all’apertura di una nuova fase di confronto con la nuova Confindustria di Montezemolo nella fiduciosa attesa di un prossimo prodiano Governo amico.

Le conseguenze di questa nuova strategia si sono già manifestate nell’accordo quadro per il settore artigianato siglato unitariamente dove viene avallata l’istituzione dei contratti regionali e dei fondi di previdenza regionali.
La CGIL in questo modo assume i contenuti del Patto per l’Italia che sei mesi fa si era rifiutata di firmare.

Ci sono stati interventi di richiesta di uno sciopero generale contro la delega sulle pensioni?

Si, in molti interventi è emersa la richiesta di uno sciopero generale contro la nuova riforma delle pensioni e che rilanciasse la battaglia per un forte recupero salariale, per l’istituzione di una nuova scala mobile e contro il recepimento della L. 30 nei rinnovi contrattuali.

A questo punto, non ti sembra che la rinnovata unità sindacale sia a perdere? O meglio, la Cgil si è schierata a difesa dell’art.18 dove la Cisl si è schierata contro; la Cgil si è schierata contro il Libro Bianco di Maroni e contro la L. 30, la Cgil si è schierata contro i fondi integrativi regionali e invece ora accetta tutto questo … non aveva in fondo ragione la Cisl?

La Cisl e la Cgil si muovono sulla base di logiche politiche diverse. Il potere contrattuale della Cgil è basato sul suo reale livello di consenso e tale consenso la porta a non poter ignorare il malessere reale che esiste nel mondo del lavoro. La Cisl e la Uil hanno sbagliato i tempi, l’interlocutore ma soprattutto hanno ignorato la profondità della fase recessiva dell’economia italiana che negava di fatto qualsiasi contropartita, rendendo impossibile la firma del Patto per l’Italia da parte della Cgil.

Come si sono conclusi i lavori dell’assemblea nazionale?

L’assemblea ha deciso la riorganizzazione della componente Lavoro Società – Cambiare Rotta quale area di minoranza.
Il rilancio e la centralità della questione salariale nelle piattaforme contrattuali.
La battaglia contro l’applicazione della L. 30 nei contratti.
La centralità della democrazia nella costruzione e approvazione delle piattaforme contrattuali.
Ma fra il dire e il fare … la necessità dell’impegno attivo di tutti i delegati effettivamente rappresentativi nei luoghi di lavoro sarà determinante perché tali obiettivi vengano raggiunti.

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