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Mobbing: un punto di vista di classe

(28 Marzo 2004)

Nel dibattito sul mobbing è prevalso fino ad oggi un approccio interclassista, teso a dimostrare quali e quanti danni esso determini sia per le aziende in termini di ridotta efficienza e produttività sia sul piano sanitario ed assistenziale.

Non è un caso, dal momento la definizione stessa di mobbing evidenzia le contraddizioni individuali rispetto al contesto lavorativo isolandole da ogni aspetto collettivo. Quindi, storicamente, hanno parlato di mobbing soprattutto coloro che trattavano individualmente la propria situazione lavorativa, come dirigenti e quadri.

Se oggi la questione riguarda invece un po' tutti lo si deve alla deregolamentazione del mercato del lavoro, alla precarizzazione, all'introduzione dei contratti atipici che hanno individualizzato il rapporto di lavoro di una gran parte di lavoratori subordinati (in Italia i lavoratori atipici erano nel 2001 circa un milione).

Anche il fatto che le discriminazioni sul posto di lavoro vedano il coinvolgimento da parte della direzione dei colleghi di lavoro nel tentativo di isolare i soggetti mobbizzati è una questione strettamente connessa alla riduzione dei livelli di sindacalizzazione e ad una inadeguatezza del livello di coscienza dei propri diritti, in breve alla disgregazione sociale dovuta alle mancate risposte sindacali e politiche agli attacchi del padronato.

E ancora l’abbandono del dibattito sulle tematiche del femminismo, la crisi economica e il conseguente ricatto sulla manodopera femminile, la carenza dei servizi sociali di supporto alla famiglia, hanno ricacciato le donne in una condizione di subordinazione nella società e nel mondo del lavoro: ciò ha prodotto come conseguenza l’estendersi del fenomeno del mobbing soprattutto nei confronti delle lavoratrici.

Il sindacato, i cui vertici sono stati spesso complici di queste svolte, non ha potuto far altro che ricorrere sempre più frequentemente alle vertenze sindacali individuali anche per lavoratori appartenenti ad aziende medio grandi.

Il fenomeno del mobbing non si combatte solo con gli strumenti del diritto ma anche e soprattutto con un forte impegno politico e sindacale per la rivendicazione di migliori condizioni di vita sociale e sul posto di lavoro che spettano alle donne come agli uomini sfruttati dal sistema di produzione capitalista.

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