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Egitto. Per quanto ancora?

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(29 Luglio 2013) Enzo Apicella

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Il nostro sostegno all'iniziativa referendaria

dal Coordinamento RSU di Bologna

(14 Maggio 2002)

Come delegati e delegate eletti/e nei luoghi di lavoro consideriamo l'insieme dell'iniziativa referendaria come un impegno centrale per i prossimi mesi.

Viviamo una fase di forti mobilitazioni sociali; una nuova classe lavoratrice ha fatto la sua comparsa nelle piazze e nelle strade di questo paese, riprendendosi nelle mobilitazioni quella soggettività negata dal dilagare della precarietà nelle condizioni di vita e di lavoro.

Li abbiamo visti nelle piazze tinte di rosso dalle bandiere della Fiom nello sciopero generale del 6 luglio del '01, li abbiamo rivisti per le strade di Genova durante le straordinarie mobilitazioni contro gli otto prepotenti della terra, erano insieme a noi nelle memorabili giornate del 23 marzo e del 16 aprile scorso.

Giovani operatori dei call centers, veri e propri operai di linea, gli immigrati, i lavoratori e le lavoratrici interinali, a partita d'iva, a ritenuta d'acconto?.

Quell'esercito di uomini e di donne che il pensiero dominante vorrebbe imprenditori di sé, ma che nella realtà subisce le mortificazioni e lo sfruttamento del lavoro dipendente senza averne gli stessi diritti.

Proprio quei diritti che il Governo Berlusconi, in perfetta simbiosi con il padronato, vorrebbe cancellare o ridimensionare al punto da cancellarli nella materialità.

L'obbiettivo del Governo e dei padroni è quello solito e tristemente noto:
far leva sulla riduzione dei salari per conquistare fette di mercato e migliorare le performance d'impresa.

Si, parliamo del salario, proprio perché il salario è in buona sostanza determinato dalla capacità dei lavoratori e delle lavoratrici di costruire un argine alla ingordigia padronale, alla sua insaziabile fame di profitti.

Un lavoratore senza diritti è ostaggio del padrone, come potrà quindi pensare di organizzarsi sindacalmente, di rivendicare migliori condizioni di vita e di lavoro se dietro l'angolo c'è lo spettro del licenziamento??
Le deleghe del Governo Berlusconi sui temi dell'art.18, del mercato del lavoro con il famoso libro bianco, delle pensioni, rappresentano un disegno eversivo nel merito e nel metodo:
· Nel merito in quanto propongono un modello di società nella quale gli uomini e le donne sono asserviti in tutte e per tutto ai bisogni del mercato, in termini di flessibilità della prestazione lavorativa che realizza la precarietà nella vita; per l'ennesimo taglio delle pensioni attraverso la cosiddetta incentivazione a proseguire il lavoro una volta
giunti all'età pensionabile in un paese che detiene un tasso di disoccupazione tra i più alti d'Europa;
· Nel metodo, in quanto lo strumento delle deleghe al Governo, peraltro già in voga negli anni del Centrosinistra, eliminando il confronto parlamentare propone un modello di governo autoritario del paese.

In questo scenario l'iniziativa referendaria si unisce e rafforza la mobilitazione nel paese contro i provvedimenti del Governo. La rafforza in quanto è portatrice di una concezione estensiva dei diritti sindacali ed individuali.

Le limitazioni dell'applicazione degli artt.18 e 35 ai lavoratori e alle lavoratrici di aziende con meno di 15 dipendenti non era giustificabile allora in quanto ha prodotto una forte spinta alla parcellizzazione dei processi produttivi, è ingiustificabile oggi alla luce del fatto che buona parte del sistema delle imprese si basa sulle piccole e medie aziende.

L'estensione dell'illegittimità del licenziamento senza giusta causa e l'allargamento dei diritti sindacali anche alle aziende sotto i 15 dipendenti non sono gli unici quesiti che riteniamo doveroso sostenere, affrontare i temi della lotta alle varie forme di inquinamento significa muoversi nella stessa direzione, quella di contrapporre alla logica per la quale uomini e donne sono variabili subordinate all'impresa l 'affermazione del diritto alla salute ed a un ambiente vivibile.

Così come è necessario riaffermare il carattere pubblico dell'istruzione, ed il diritto ad un sapere anch'esso libero dai vincoli e dai dettami delle imprese.

Per queste ragioni ci impegniamo a costruire comitati a sostegno dei referendum nei luoghi di lavoro. Pensiamo inoltre di costruire un appuntamento nazionale, un'assemblea probabilmente seguita da un concerto, con tutte le forze sindacali che insieme a noi condividono gli obbiettivi dei referendum.

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