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(28 Febbraio 2012) Enzo Apicella

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    Offensiva No Tav in Val Susa e a Genova: due ragazze arrestate, contestato Moretti. Maroni minaccia il morto

    (11 Settembre 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

    Offensiva No Tav in Val Susa e a Genova: due ragazze arrestate, contestato Moretti. Maroni minaccia il morto

    foto: www.radiocittaperta.it

    Nelle ultime ore il movimento popolare che si batte da ben 22 anni contro l’alta velocità in Val di Susa ha dimostrato che non solo non si è arreso, ma di essere capace di realizzare un’offensiva a tutto campo e anche al di fuori del proprio territorio. Mentre alcune centinaia di persone manifestavano e assediavano di nuovo il costosissimo fortino realizzato durante l’estate da quello che giustamente i No Tav chiamano le truppe di occupazione, un altro centinaio di loro hanno rovinato la festa all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato ed ex dirigente della Cgil, Mauro Moretti, duramente contestato durante un dibattito organizzato dal PD di Genova. Un dibattito mai iniziato. Un doppio punto che ha scatenato le ire di alcuni esponenti di governo, con il ministro dell’Interno Maroni che oggi ha minacciato il morto, naturalmente addossandone la responsabilità a chi si oppone alla militarizzazione e allo scempio della valle. Così recita un lancio di agenzia: “Tra i manifestanti contro la Tav in Val di Susa potrebbe esserci anche l'intenzione di provocare incidenti mortali. Lo ribadisce il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che oggi ha inaugurato la Fiera di Varese. 'Ho sentito il sindacato di polizia Sap che dice 'questi hanno intenzione di uccidere' - riferisce - e io temo che sia così, perché quando si fanno le bombe carta, le bottiglie molotov e i massi da lanciare addosso a poliziotti e carabinieri si ha intenzione di uccidere. Io lo avevo già detto e ribadisco la mia opinione' .
    Sulla cronaca della serata di ieri vi proponiamo di seguito parte della cronaca realizzata dal sito Infoaut:

    Un'altra grande nottata di lotta nelle montagne della Val Susa. Con centinaia e centinaia di No Tav in marcia verso la baita Clarea, lungo i sentieri della Valle, compiendo un'ennesima e meravigliosa passeggiata come solamente il movimento No Tav sa fare, con determinazione e coraggio. Che la paura non sia di casa nella Valle che resiste e non si arrende è ancora, magnificamente, sotto gli occhi di tutti, sotto quelli dell'apparato militare che occupa la Maddalena e della lobby che prosegue in una inverosimile giustificazione dello scempio. Era importante confermare quanto di buono seminato fino a qui, nell'opposizione ad un cantiere che non esiste ma sorvegliato giorno e notte da schiere di militari oramai specializzatisi tutti nel lancio del lacrimogeno. Che costoro non sono graditi l'avranno oramai capito (...), ma questa notte glielo si è comunque fatto presente ancora, compiendo un passo ulteriore: le reti che cascavano, sfondate e tagliate; il fortino è una tigre di carta, i No Tav non si arrendono. La nottata si conclude con un No Tav ferito alla gamba dal lancio di un lacrimogeno, e due giovani fermate dalle forze dell'ordine, verso le quali va la nostra solidarietà, liber* tutt*!

    “Un grande affettuoso abbraccio e solidarietà totale dal movimento notav. Vi vogliamo libere subito! Movimento notav”

    Con queste semplici ma intense parole il movimento ha salutato alle prime luci dell'alba via-telegramma Nina e Marianna, militanti notav arrestate nella nottata dalle truppe di occupazione. Ancora una volta, un'ampia ed epica iniziativa del movimento notav minimizzata e ridotta ad una descrizione da codice penale dal parterre mediatico mainstream (pressoché identico, con piccole variazioni). Tra questi, spicca sempre per il surplus e l'eccedenza narrativa che lo contraddistingue il pennivendolo-pagato-dalla-Questura Massimo Numa, sicuramente anche ieri esaltato reporter embedded "dalla prima linea del fronte", magari a bordo di uno dei tanti mezzi che facevano su e giù per le strade sterrate di Clarea, Maddalena ed Avanà, tenute impegnate da centinaia notav per oltre 3 ore. Chissà cosa avrà visto questa volta Mr Numa, dall'altro lato della barricata... Forse anche lui disponeva di uno di quei visori notturno con cui le truppe occupanti avrebbero riconosciuto tanti "volti noti" della protesta (secondo quanto raccontato nel suo nuovo orrendo articolo).
    Oggi però il "giornalista" ha preso un bel granchio (anzi due!) che merita(no) di essere smascherati per rendere chiaro il metodo programmatico con cui questo delatore prezzolato svolge il suo sporco lavoro. Nell'articolo in questione si narra delle 2 arrestate definendole una "un'autonoma di Chiomonte", l'altra "un'anarchica di Rovereto". Non sfugga la grossolana tipizzazione che presiede ai suoi identikit.
    Facciamo allora un piccolo zoom, andiamo un po' più da vicino e vediamo chi sono realmente le 2 notav arrestate. La 38enne, conosciuta da tutto il movimento come Nina, è effettivamente di Chiomonte, dove è stata una presenza fissa nel campeggio (poi presidio) per tutto il mese di luglio. Non risulta però essere "un'autonoma" (in ogni caso, dovrebbe essere lei a riconoscersi eventualmente come tale). Nina è una volontaria del 118 che da mesi segue il movimento notav prestandovi servizio medico di prima urgenza. Un servizio sempre più necessario dato il copioso uso di lacrimogeni sparati ad altezza uomo (come ancora ieri, anche nei confronti di manifestanti fatti oggetto di tiro al bersaglio durante il rientro all'abitato di Giaglione, quando tutto era già finito). Nina è stata arrestata mentre soccorreva un ferito, con lo zaino pieno di garze e medicinali.
    La seconda arrestata non è invece - come tanto vorrebbe Mr. Numa - un'anarchica di Rovereto ma una studentessa torinese di 19 anni con forti legami affettivi ed umani con la val Susa (in particolare il comune di Gravere, a pochi km da Chiomonte e a qualche centinaia di metri in linea d'aria dai terreni occupati manu militari).
    Con questo smascheramento dovuto delle menzogne numesche (tocca inventare un nuovo aggettivo!) non intendiamo certo dire che la solidarietà del movimento notav sarebbe altrimenti venuta meno se le 2 arrestate fossero state un'autonoma di Torino o un'anarchica di Rovereto. Presenza che nel movimento ci sono (così com'erano ieri presenti nutrite delegazioni di compagn* di Bologna, Pisa, Genova, Milano, Roma..etc) e continueranno ad esserci, parti di un movimento ormai in grado di tracimare dal suo territorio d'origine per l'empatia e il consenso che suscita ovunque (come dimostra la contestazione di ieri a Genova contro l'ad di Trenitalia Moretti).
    (…) Tanto per aggiungere un altro elemento: le 2 ragazze erano totalmente incensurate (non che per noi farebbe alcuna differenza). Eh sì, questa volta il Questurino ha fatto proprio un bel buco nell'acqua.
    (…) I nostri conti ci dicono di circa 700 partecipanti di cui almeno 500 partiti da Giaglione in fila indiana nel buio del bosco e sotto una luna incerta, ben piantati però su sentieri che abbiamo imparta o conoscere bene. Appena arrivat* alla baita della Clarea uno spezzone nutrito si è diretto verso le reti degli ultimi territori recintati. Al primo slogan (senza che fosse volata una sola pietra) siamo stati fatti oggetto di una raffica di lacrimogeni che ha impestato il sottobosco per ore, immergendolo in una fitta nube tossica biancastra. Le restanti ore i notav più attrezzati hanno portato a compimento lo smantellamento di decine di metri di reti. Questo si poteva fare, questo il movimento ha fatto! Ci saranno altre occasioni per andare ancora meglio a segno. Quello che però dev'essere chiaro, è che questo movimento non permetterà la distruzione di questa valle e del prezioso aggregato politico-sociale che per essa si è costruito in questa lunga storia. Troppo abbiamo da difendere!
    Con buona pace del ministro Maroni e dei suoi accoliti che continuano a definirci "assassini" quando ieri dovevamo fronteggiare e guardarci le spalle da "tutori dell'ordine" che tiravano lacrimogeni ad altezza uomo e pietre dall'autostrada, ben sapendo che lì in mezzo rischiavano di prendere gente che (a differenza loro) è equipaggiata alla bell'e meglio, senza armi, visori notturni, tute da robocop, idranti e tutto l'armamentario di cui questi dispongono... mantenuti da tutt* noi!

    In ogni caso, A sarà dùra... per loro!

    Da Contropiano:

    Slogan e fischi alla Festa del Pd di Genova contro l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti da parte sia dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Viareggio che dei No Tav. «Giù le mani dalla Val Susa», è stato lo slogan dei No Tav che ha coperto completamente la voce del moderatore del dibattito, mentre i familiari delle vittime di Viareggio, una cinquantina di persone, hanno gridato: «Vergogna, assassino», mostrando le foto delle 32 vittime dell’incidente ferroviario dello scorso 29 giugno a Viareggio. Moretti ha lasciato il Porto Antico di Genova scortato da un ingente numero di poliziotti che lo hanno fatto allontanare prima a piedi e poi fatto andare via in auto. La protesta dei No Tav è andata avanti tra il risuonare di tamburi e i fumogeni colorati. Nel parapiglia un attivista del Pd è rimasto ferito nella colluttazione con alcuni manifestanti ed è stato portato in ambulanza al pronto soccorso. Il 118 ha precisato che è in buone condizioni e non ha nulla di grave.
    Moretti, in qualità di amministratore delegato ha instaurato un clima di terrore tra i ferrovieri con licenziamenti, minacce e provvedimenti disciplinari. Durante la sua amministrazione la Tav ha subito una accelerazione di spese e investimenti che ha distrutto il sistema ferroviario per i pendolari. Pesa infine la strage alla stazione di Viareggio dove un convoglio merci non in regola portò al deragliamento e all'esplosione di un carro cisterna che provocò la tragedia. Insomma fischi e insulti ampiamente meritati.

    Radio Città Aperta - Roma

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