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In giro per la Padania. Sport? No, business

(13 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

In giro per la Padania. Sport? No, business

foto: www.radiocittaperta.it

Daniele Nalbone (Liberazione 11 settembre 2011)

In una gara ciclistica, si sa, il clou è rappresentato dalla partenza e dall'arrivo. È in questi momenti che sindaci con fascia tricolore, sponsor, organizzatori sono chiamati a salire sul palco per dare il via alla gara o per premiare i vincitori. Oltre all'alto valore sportivo, quindi, ogni singola tappa regala una grande pubblicità a due Comuni.
Ebbene, di Comuni che potranno godere di questi vantaggi il Giro della "Padania", inaugurato da Renzo Bossi e composto da cinque tappe, ne coinvolge in questa maniera privilegiata ovviamente dieci. "Casualità" vuole che, andando a guardare il colore politico di questi comuni, su dieci ben otto siano guidati da sindaci sostenuti dalla Lega Nord: tra questi, spiccano Paesana (Cuneo), il paese del rito dell'ampolla del Po, e Salsomaggiore Terme (Parma) il cui sindaco, Giovanni Carancini, è uno storico "giuratore" di Pontida.
Otto comuni leghisti o filo-leghisti su dieci è un risultato di tutto rispetto, se si considera che il Giro della Padania altro non è che una competizione ciclistica, seppur inserita tra le gare ufficiali della Unione ciclismo internazionale, inventata e voluta dal partito di Umberto Bossi.
Se risultano evidenti i vantaggi politici dell'inventarsi di sana pianta una competizione sportiva da far svolgere nei "propri" comuni, con nome e simboli che fanno esplicita propaganda al proprio partito, sono i vantaggi economici a destare ancora maggiore perplessità. Ma andiamo per ordine e iniziamo il nostro piccolo viaggio nel mondo "Giro di Padania" dal comitato organizzatore.
A capo del baraccone leghista da un milione e 200mila euro di costo, troviamo un'associazione sportiva dilettantistica, la Asd Monviso-Venezia, il cui presidente è il senatore leghista, nonché sottosegretario all'Interno con delega agli Enti locali, Michelino Davico. Essendo una piccola nonché nuova società dilettantistica, al fianco della Monviso-Venezia troviamo nell'organizzazione una vecchia conoscenza del ciclismo "nordico", la Alfredo Binda, presieduta dal leghista Renzo Oldani, società organizzatrice della Tre Valle Varesine e che nel suo curriculum può annoverare addirittura un Grande Evento: il Campionato del mondo di ciclismo su strada di Varese 2008.
Non certo un esempio da seguire in materia, però. Più volte oggetto di procedure d'urgenza con ordinanze di Protezione civile marca Bertolaso, Varese 2008 (nella cui società, la Varese 2008 spa, sedeva anche Renzo Oldani) è passato alla storia per essere costato 71,4 milioni di euro a fronte, solo per fare due esempi, dei 9 milioni di Mendrisio 2009 o dei 5 di Verona 2004. Ritornando con la mente a Varese 2008, poi, come non ricordare, tra i vari stand del World Village allestito nello stadio del ciclismo, il gazebo dei Ciclisti Padani? Biciclette con al posto delle ruote il sole delle Alpi, bandiere, borracce, cappellini marca "Lega Nord", dirette quotidiane con Radio Padania. «Per noi, i ciclisti padani sono ciclisti e basta» fu la risposta alle critiche di allora di Renzo Oldani. «Se Prodi fosse arrivato in bicicletta lo avremmo accolto con la stessa imparzialità». Prodi a Varese 2008 non arrivò. Bossi e Maroni invece sì, ma quando risuonò l'inno di Mameli per festeggiare gli ori di Alessandro Ballan e Adriano Malori i due ministri restarono silenziosamente seduti ai loro posti.
Veniamo ora agli sponsor che si sono impegnati a coprire la somma di un milione e 200mila euro per l'organizzazione del Giro di Padania. "Official carrer" della competizione è quell'Alitalia compagnia tricolore "salvata" dal fallimento da imprenditori patriottici. Quanti euro siano stati investiti da Roma per la competizione padana, però, non è dato sapere. Al fianco del gruppo guidato da Roberto Colaninno e Nicola Sabelli nel sostegno al Giro di Padania spiccano la Banca Popolare di Milano guidata da Massimo Ponzellini (presidente Impregilo), dirigente vicino al duo Bossi-Maroni, la società Milano Serravalle (oggi al centro della cronaca nel caso Penati) il cui vicepresidente è il leghista Paolo Besozzi, e la cooperativa emiliana Coopsette (impegnata nel business dell'Alta Velocità a Bologna e Firenze). Oltre a coprire i costi di organizzazione, però, parte della somma totale è servita per il battage pubblicitario. Et voilà, andando a sfogliare il progetto (alla voce Ipotesi piano di comunicazione) del Giro di Padania firmato Associazione Monviso-Venezia, ergo il sottosegretario leghista Michelino Davico, si scopre che il giornale sul quale sono stati acquistati più spazi per pubblicizzare il Giro della Padania è proprio La Padania con sette uscite da mezza pagina (altre uscite: cinque sul Corsera, due su Libero e Il Giornale) mentre l'emittente radiofonica favotita è Radio Padania con ben novanta passaggi pubblicitari, che continueranno anche nei trenta giorni che seguiranno la fine della corsa. In fondo, quale miglior modo di spendere i soldi della pubblicità per una competizione leghista che finanziare radio e giornali leghisti?

Radio Città Aperta - Roma

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