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(13 Settembre 2011)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it
foto: www.radiocittaperta.it
13-09-2011
«Sorprende che da parte di una figura di rilievo del movimento sindacale si rivolgano al Presidente della Repubblica richieste che denotano una evidente scarsa consapevolezza dei poteri e delle responsabilità del Capo dello Stato».
E' questa la risposta che il segretario della Fiom, Maurizio Landini, ha rimediato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano in seguito alla richiesta di non firmare la manovra finanziaria che contiene la norma (articolo 8) con la quale si stravolge lo Statuto dei lavoratori e il contratto nazionale. In mattinata, infatti, la Fiom aveva diramato un comunicato-appello «a tutte le forze politiche per lo stralcio dell'art.8», considerato «un attentato» ai diritti ed alla Costituzione, oltre che «un regalo» a Fiat.
Nell'appello si leggeva anche della richiesta al capo dello Stato «di non firmare la legge». «L'art. 8 della Finanziaria è un attentato ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori - spiega Landini - perchè consente ai contratti aziendali o territoriali di derogare ai Ccnl e alle leggi. È un tentativo eversivo di sconvolgimento del diritto del lavoro e della nostra Costituzione», afferma il segretario della Fiom.
«Si arriva al paradosso - prosegue - che alla Fiat, condannata per comportamento antisindacale dal tribunale di Torino, il governo regala una legge su misura che sancisce la validità retroattiva di tali comportamenti e di tali accordi». «L'art. 8 presenta anche diversi aspetti di incostituzionalità e per questo è necessario che venga stralciato e non sia convertito in legge. Ci rivolgiamo a tutte le forze politiche affinchè sostengano in Parlamento e nel Paese tale posizione. Ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica affinchè, in quanto garante della nostra Carta Costituzionale, non firmi una legge in contrasto con i principi costituzionali». Da qui la "sorpresa" di Napolitano. A cui si può aggiungere anche la nostra sorpresa per il reiterato tentativo di chiedere al Quirinale di non firmare leggi che Giorgio Napolitano non pensa lontanamente di boicottare.
Il Megafono Quotidiano
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