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15 ottobre. La data mette tutti d’accordo, i contenuti quasi

(14 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

15 ottobre. La data mette tutti d’accordo, i contenuti quasi

foto: www.radiocittaperta.it

13-09-2011 --- I locali dell’Arci a Roma hanno ospitato la riunione per definire una possibile convocazione e gestione includente ed unitaria della manifestazione nazionale del prossimi 15 ottobre. Le presenze sono quelle dei grandi eventi. Militanti, sindacalisti, funzionari e attivisti di vecchia data – quelli di Genova ma con dieci anni in più per intendersi – ma anche giovani attivisti di reti e associazioni nate nella fase post 2008.

Ci sono anche gli autodefiniti Indignados italiani che da tempo si vedono in piazza San Giovanni i quali, parlando ovviamente tutti a titolo rigorosamente individuale, intervengono in almeno quattro occasioni nella discussione.

La riunione accoglie con un certo sollievo la notizia che la Cgil ha deciso di anticipare di una settimana la manifestazione dei lavoratori pubblici e della scuola e quindi non si sovrapporrà alla data del 15 ottobre. A questo punto resta da definirne i contenuti e la gestione.

La proposta avanzata in apertura da Raffaella Bolini è riconosciuta un po’ da tutti come ragionevole: tenendo conto delle differenze di posizioni e di percorsi, è meglio costituire un coordinamento ad hoc per la sola manifestazione e lasciare che i progetti delle varie reti procedano sulle strade che vanno percorrendo. La realtà indica infatti che sono in corso progetti e calendari diversi sulle modalità con cui ingaggiare il conflitto dentro la crisi e contro le misure imposte dalle istituzioni europee. Ci sono i soggetti che puntano a ricostruire a novembre il Social forum italiano (Arci, Cobas), c’è l’area di Uniti contro crisi (Fiom, Sel, disobbedienti, Action) che punta neanche troppo velatamente ad uno sbocco politico anche istituzionale, c’è l’area politica e sociale che sta costruendo l’incontro nazionale del 1 ottobre (Cremaschi, Usb, Rete 28 aprile, Rete dei Comunisti, Sinistra critica, ambientalisti, pezzi del popolo viola) per lanciare la campagna di massa sul non pagamento del debito e la democrazia basata su cinque punti, c’è la rete Roma Bene Comune reduce da una riuscita assemblea nazionale sabato scorso ed in cui l'appuntamento del 15 ottobre ha visto molta enfasi, ci sono le reti che convergono sullo Sciopero precario e che faranno il proprio meeting nazionale il 24 settembre a Bologna mentre a Roma lo stesso giorno si riunisce Uniti contro la crisi, ci sono i partiti della Federazione della Sinistra che appaiono un po’ spaesati dentro un panorama politico che ha ormai cambiato nettamente fisionomia e ci sono anche gli Indignados italiani che puntano a fare dei giardinetti di San Giovanni una agorà che cerchi di somigliare alla Puerta del Sol madrilena ma con un appeal che fatica parecchio a manifestarsi.

La riunione ha dunque dovuto tenere conto di questa “complessità” della soggettività in campo per trovare la quadra intorno alla manifestazione del 15 ottobre. Dare conto dei più di trenta interventi è impresa improba, sia perché molti dei presenti conoscono almeno sei lingue dell’alfabeto politico, sia perché la sensazione prevalente (ed anche la più logica) era quella di trovare un minimo di cornice condivisa e poi articolare la presenza in piazza e la costruzione della partecipazione evidenziando ognuno i contenuti e gli obiettivi su cui è impegnato. Non sono mancati inviti a ridurre al minimo più minimo la piattaforma comune (Uds, Action) quasi a rimarcare che l’unico dato comune per i presenti sia la data del 15 ottobre. Altri (Russo, Bernocchi) hanno invitato a valorizzare la dimensione europea della mobilitazione evocando in qualche modo la mobilitazione mondiale del febbraio 2003 contro la guerra (la seconda potenza mondiale secondo il New York Times, sic!). Cremaschi e Cararo (RdC) hanno provato a segnalare come la manifestazione del 15 ottobre dovrebbe e potrebbe funzionare da “avviso di garanzia” non solo contro l’attuale governo Berlusconi ma anche per il governo che gli succederà e per le istituzioni europee che intendono procedere come bulldozer sul piano delle misure antisociali. Piobbichi ha sottolineato come sia ancora debole la critica radicale e le soluzioni alternative a questa Unione Europea che andrebbe destrutturata. Insomma temi per una discussione che avrebbe necessità di entrare molto nel merito ma che non ha trovato il posto e il momento adatto per svilupparsi. E non poteva probabilmente essere altrimenti. La riunione ha prodotto un primo appello unitario per la convocazione della manifestazione del 15 ottobre e l’impegno comune per la sua riuscita sul piano della partecipazione e gestione. Non è il massimo, ma è quello che al momento si può mettere in campo per ingaggiare il conflitto qui ed ora dentro la crisi e contro i governi delle banche e della finanza europea.

Redazione Contropiano

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