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(29 Giugno 2011) Enzo Apicella
Il governo Berlusconi studia una manovra economica da 47 miliardi, che dovrà essere realizzata ... dal prossimo governo

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    La Camera vota i sacrifici, in piazza Montecitorio si scatena la rabbia

    Passa la manovra, cresce l'indignazione

    (15 Settembre 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

    La Camera vota i sacrifici, in piazza Montecitorio si scatena la rabbia

    foto: www.radiocittaperta.it

    15-09-2011

    Passa la manovra, cresce l'indignazione

    La Camera ha approvato ieri sera la manovra del governo. Passa anche l'art.8. E' finita l'illusione dell'emendabilità sulle misure antisociali imposte dall'Unione Europea.

    Mentre dentro l'aula giungevano gli echi e i rumori degli scontri nella adiacente piazza di Montecitorio, i voti favorevoli alla manovra sono stati 314, mentre i contrari 300. Il testo diventerà legge non appena sarà firmato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La Camera ha così votato la fiducia sul medesimo testo licenziato dal Senato, dove il decreto aveva subito delle modifiche per raggiungere così la quota di 53,3 miliardi nel 2013, anno in cui viene previsto il raggiungimento del pareggio di bilancio. Tra le principali misure del provvedimento figurano nuovi e pesanti tagli sulle spese dei ministeri e degli Enti locali, l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne, l'aumento di 1 punto percentuale, dal 20 al 21%, dell'Iva, il taglio alle agevolazioni fiscali, l'insaprimento della lotta all'evasione e il contributo di solidarietà al 3% ma solo per i più ricchi. Accolto un emendamento che chiede il pagamento dell'Ici anche per le attività economiche gestite dalla Chiesa cattolica.

    La Camera non ha corretto la sostanza dell'art 8 della manovra che rimane efficace per quanto riguarda i contratti collettivi di lavoro aziendali o territoriali, sottoscritti anche dai sindacati con rilevanza aziendale o regionale. Le intese in questo modo raggiunte avranno efficacia nei confronti di tutti i lavoratori interessati, anche derogando alle leggi nazionali. "L'articolo 8 della Finanziaria e' un attentato ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori – afferma Landini della Fiom - perche' consente ai contratti aziendali o territoriali di derogare ai Ccnl e alle leggi. E' un tentativo eversivo di sconvolgimento del diritto del lavoro e della nostra Costituzione.
    Secondo Pierpaolo Leonardi, dell'Esecutivo nazionale USB: “Questa è una manovra violentemente antipopolare che rischia, purtroppo, di essere anche inutile. Gli incidenti di questa sera sotto Montecitorio, così come quelli del 7 settembre sotto il Senato, sono la spia di un forte malessere alimentato da un Governo incapace di respingere i diktat dell’Europa e di colpire i patrimoni”. "E’ evidente che una tale politica- sottolinea Leonardi - non poteva che produrre, e produrrà in futuro, una forte contrapposizione nelle piazze di tutto il paese. E conclude: "USB convoca tutte e tutti per la grande manifestazione nazionale in occasione della giornata Europea di lotta del 15 ottobre prossimo".
    Nei sindacati di base – e non solo ovviamente – come nei movimenti sociali si discute come affrontare la situazione e questa nuova fase del conflitto sociale. E' evidente che adesso il piano della mobilitazione sociale e sindacale contro le misure antisociali non può che fare un salto di qualità sul piano politico. Emendare le misure del governo è impensabile, si tratta di mettere di traverso un diverso ordine di priorità sociale contro i diktat della Bce e la loro attuazione nei vari paesi europei. Un primo incontro è previsto già domani pomeriggio al Volturno occupato per discutere il programma di azione delle prossime settimane.

    Redazione Contropiano

    Gli «indignati» si infiammano

    È stata una giornata di protesta e di rabbia, ieri, fuori dalla Camera culminata con forti momenti di tensione non appena dal presidio di piazza Montecitorio inizia a piovere di tutto. Fumogeni, petardi, addirittura qualche scarpa e diverse uova. La rabbia della piazza dell'indignazione si accende intorno alle 19 quando, mentre dentro alla Camera iniziano le dichiarazioni di voto sulla manovra, una serie di fuochi artificiali vengono fatti scoppiare verso l'alto «quasi a raggiungere le finestre del palazzo del potere». Le cariche della polizia in assetto antisommossa non si fanno attendere. I manifestanti, investiti da un'ondata di manganellate, indietreggiano fino a piazza Capranica. Tra bandiere e striscioni, qualche manifestante rimane a terra sanguinante, piegato tra i motorini caduti nel parapiglia.
    Da lì la decisione di formare un corteo aperto dallo striscione della rete Roma bene comune che da largo Argentina ha paralizzato il centro di Roma, bloccando Piazza Venezia per arrivare fino al Colosseo. Dietro, lavoratori dei sindacati di base (Usb e Cobas), precari della scuola, movimenti (Bpm, Uniti contro la crisi), studenti, forze politiche (Federazione della sinistra, Sinistra critica, Partito comunista dei lavoratori).
    Si è chiusa così, con un corteo al grido di «Roma libera», una giornata che ha visto manifestare contemporaneamente, nella vicina piazza del Pantheon, anche la Cgil contro «una manovra depressiva che produrrà un'altra manovra» ha commentato il segretario generale Susanna Camusso che è intervenuta al presidio in mattinata. «Iniqua, depressiva e sbagliata». Questi gli aggettivi riferiti alla manovra «fatta di tagli e nuove tasse che si abbatteranno su chi le tasse le paga già, che si accanisce sui migranti in quanto introduce una tassazione sui soldi che, con il loro lavoro, possono spedire nei propri paesi, che sfrutta la crisi per attaccare i diritti dei lavoratori introducendo misure che non hanno ricadute economiche» ha dichiarato Fulvio Fammoni segretario confederale dell Cgil che ha chiuso il presidio intorno alle 17. Il punto più discusso è l'art. 8 della manovra «che introduce la possibilità di siglare accordi in deroga ai contratti collettivi nazionali». Per questo «e per altri, come l'art. 9 sulla disabilità», la Cgil ha annunciato che procederà con ricorsi giudiziari a richiedere l'incostituzionalità di alcune norme contenute nella manovra. Per l'autunno alle porte sono tre gli appuntamenti inseriti nel programma della Cgil: ad inizio ottobre la manifestazione nazionale dei lavoratori pubblici e quelli della conoscenza (Flc e Fp) quindi, tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre, la manifestazione nazionale dei pensionati indetta dallo Spi Cgil, infine, «come punto d'arrivo del percorso iniziato con lo sciopero generale del 6 settembre», viene annunciata «una grande manifestazione per il Lavoro».
    Mentre la Cgil chiude la sua protesta, in piazza Montecitorio l'atmosfera inizia a scaldarsi. Tra la gente che ascolta gli interventi dell'assemblea si discute soprattutto di 15 ottobre. È quella la data centrale dell'autunno caldo. Tutte le forze di opposizione e conflitto scese in piazza dall'inizio di settembre hanno fatto della giornata dell'Indignazione europea il momento in cui far confluire, a Roma, le resistenze in corso nel paese. «La protesta di oggi (ieri, ndr) contro la manovra finanziaria» ha spiegato nel suo intervento Fabrizio Tomaselli dell'Usb «è una tappa di avvicinamento alla giornata europea dell'indignazione che vedrà scendere in piazza nello stesso momento forze sociali, politiche e sindacali». Il bilancio delle cariche e degli scontri davanti a Montecitorio è di una decina di feriti.

    Ylenia Sina - Il Manifesto 15 settembre 2011

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