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Conto alla rovescia per la Palestina all'ONU. Minacce israeliane

(20 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Conto alla rovescia per la Palestina all'ONU. Minacce israeliane

foto: www.radiocittaperta.it

20-09-2011/15:00 --- In un incontro con il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha annunciato che venerdì chiederà che la Palestina diventi un paese membro delle Nazioni Unite. Su tale richiesta dovrà esprimersi il Consiglio di Sicurezza con una raccomandazione vincolante. Lo riferiscono le stesse Nazioni Unite ricordando che attualmente la Palestina ha lo status di osservatore. Ban Ki-moon verificherà i presupposti della richiesta che invierà quindi al Consiglio di sicurezza e all’Assemblea generale, la cui 66ª sessione entra nel vivo questa settimana con gli interventi di capi di Stato e di governo. In base ai regolamenti previsti dalla Carta delle Nazioni Unite, il Consiglio di sicurezza può decidere o meno di raccomandare l’ammissione di quello che diventerebbe il 194° Stato membro. Gli Stati Uniti hanno ribadito che ricorreranno al veto, che secondo alcuni porterebbe all'impasse. D’altra parte il fermo rifiuto degli Stati Uniti verso l'iniziativa palestinese indebolirà ulteriormente la loro posizione in Medio Oriente, e delle parole pronunciate al Cairo dal Presidente Obama, che disse "l'America non ignorerà le legittime aspirazioni dei Palestinesi ad un proprio Stato", resterà traccia solo negli archivi storici. Tutto questo mentre la Turchia si sta affermando come uno dei principali interlocutori nel panorama politico mediorientale.

Uno spiraglio positivo potrebbe essere il ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia al fine di chiarire se la domanda di ammissione all'ONU sia una questione sostanziale o procedurale. In quest'ultimo caso, il veto non potrebbe essere opposto e la raccomandazione sarebbe valida se approvata da nove dei quindici membri del Consiglio. Dato che l'ammissione all'ONU ha un valore politico fondante, la raccomandazione del Consiglio di Sicurezza deve essere in seguito approvata all'Assemblea Generale da almeno i due terzi degli Stati presenti e votanti, un processo tutt'altro che rapido, come dimostra il caso della Giordania la cui ammissione come Stato membro richiese ben dieci anni.

Il contenuto della bozza sembra intanto essere oggetto di intenso negoziato. Dalle ultime indiscrezioni pare che il testo attuale sia tale da rendere difficile per gli Stati esprimere un voto contrario che non contraddica i principi fondamentali della Carta ONU. L'Unione Europea sta apparentemente elaborando una bozza alternativa per consentire l'adozione di una posizione comune. Tuttavia, il voto unanime dei 27 risulta molto improbabile, data la ferma opposizione di alcuni paesi, tra cui Italia, Germania e Paesi Bassi, verso qualsiasi forma di sostegno al riconoscimento dello Stato palestinese.

Intanto, nei territori occupati, il clima è appesantito dalle incalzanti minacce del governo israeliano di gravi ritorsioni contro i palestinesi e dall'arrivo dei militanti della Lega di Difesa Ebraica a sostegno dei già agguerriti coloni. L'aspra reazione israeliana è determinata anche dal fondato timore che il rafforzamento della posizione palestinese, nel quadro giuridico internazionale, possa fortemente ostacolare le sue politiche espansionistiche in territorio occupato e addirittura culminare nell'apertura di procedimenti penali internazionali. Infatti, il riconoscimento della Palestina in quanto Stato potrebbe consentirne l'adesione a trattati e meccanismi internazionali sia nel sistema delle Nazioni Unite, ad esempio alla Corte Internazionale di Giustizia, che al di fuori, come alla temuta Corte Penale Internazionale. Inoltre, il semplice riconoscimento della Stato palestinese potrebbe far sciogliere le riserve che il Procuratore Ocampo ha fino ad ora manifestato circa l'apertura di indagini sui i crimini commessi nei territori palestinesi occupati. Venerdì la controffensiva diplomatica di Tel Aviv passerà attraverso il previsto intervento al Palazzo di Vetro del primo ministro israeliano Netanyahu.

Mila Pernice, Radio Città Aperta

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