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Processo Pirelli: rinviati a giudizio i vertici aziendali.

(24 Settembre 2011)

Il GUP di Milano Luigi Varanelli ha rinviato a giudizio 11 ex dirigenti della Pirelli in servizio nel periodo in cui ci furono 24 casi di operai morti o gravemente malati negli stabilimenti in cui lavoravano (viale Sarca e via Ripamonti). I dirigenti in servizio fra il 1979 e il 1988 sono accusati di omicidio colposo aggravato e lesioni colpose e saranno chiamati a processo il 19 dicembre 2011 davanti ai giudici della sesta sezione penale del Tribunale di Milano.

Anche diversi operai associati nel nostro Comitato che hanno lavorato alla Pirelli ricordano che l’amianto era usato nei semilavorati, nelle mescole della gomma, nei cavi elettrici, nel talco e in molte altre lavorazioni. Questo avveniva senza che gli operai fossimo informati dei rischi che correvamo e senza nessuna protezione. I lavoratori venivano a contatto con l’amianto disperso e presente in varie forme nel talco, negli scambiatori di calore, nelle postazioni di lavoro, nei locali di servizio (centrale termica e vapore), nei sottoservizi (centraline e rete di distribuzione sotterranee), nei coibenti con presenza di amianto in percentuali variabili quali le corde, le trecce, le coperte e le guarnizioni, senza essere informati della cancerogenicità delle fibre d’amianto.

La storia dell’amianto è lastricata di enormi profitti per gli industriali che lo impiegavano e di gravi lutti per chi è stato esposto alle fibre killer. Le sostanze cancerogene, uscendo dalle fabbriche hanno inquinato l’aria e le falde acquifere e l’intero territorio circostante. In Lombardia ci sono ancora 2.800.000 metri cubi di amianto da smaltire.
In Italia ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di amianto sparse sul territorio, una bomba a orologeria da disinnescare al più presto.
Bisogna bonificare i luoghi di lavoro e il territorio: solo così sarà possibile fermare la mattanza che continua a mietere vittime, 4.000 morti l’anno.


Per molti anni industriali, datori di lavoro, governi, istituzioni, partiti e purtroppo anche i sindacati, sono stati complici di chi non ha rispettato le misure di sicurezza nei luoghi di lavoro, degli assassini, costruendo intorno a loro un muro di omertà e di complicità che perdura tuttora, come hanno dimostrato i vergognosi applausi ai dirigenti della Thissenkrupp al recente convegno di Confindustria.
Il diritto alla salute è ignorato, calpestato ogni giorno da affaristi e sfruttatori. I lavoratori e i cittadini non hanno di fronte solo degli imprenditori assassini, ma un intero sistema che favorisce la ricerca del massimo profitto a scapito della vita umana e della natura.
Tutto questo e inaccettabile. Basta morti sul lavoro e di lavoro. Giustizia per le vittime.

Sesto San Giovanni, 23 settembre 2011

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

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